Natale all'ospedale.
Il
giorno del solstizio d'inverno, sabato 21 Dicembre , me ne sono
andato lietamente in Mugello nel casale di famiglia. C'era già mio
figlio, il tempo era bello e invece di ripartire a sera sono rimasto
là a dormire.
La
mattina dopo avevo saltato due turni di medicamenti, che non mi ero
portato dietro.
Sono
finito al pronto soccorso dell'ospedale di Borgo San Lorenzo.
Respiravo
malissimo.
L'ospedale
di Borgo è una struttura di eccellenza e il pronto soccorso
ne è la vetta. In tre ore mi hanno fatto l'elettrocardiogramma, una
radiografia ai polmoni, l'analisi del sangue, l'emogas per sapere
quanto ossigeno avevo nel sangue. Un numeretto ha suggerito al medico
di guardia che potevo avere una trombosi polmonare in atto. Subito ha
richiesto una TAC che ha detto sì, c'era una tromboncina in corso,
ma piccina piccina...
Alle
quattordici ero in corsia e ci sono rimasto fino a oggi.
L'ospedale
è un posto strano. Vi si trova il massimo delle sofferenze che si
tira dietro però il massimo dell'amore. Nei venticinque letti c'era
una umanità dolente, ma intorno l'amore dei familiari, la visita
degli amici. E tutto retto da straordinarie infermiere, sempre
gentili, garbate, efficienti. Toscane però e dunque pronte a
sussurrare a una signora che piangeva il suo morto “ non si piange!
non si piange! “. Perché per le camere e i corridoi
girano speranze e paure che non dovevano scontrarsi con quella sconfitta
finale.
Natale
l'ho passato lì; un Buon Natale, perché il Natale è sempre buono:
si accende una luce a Oriente, ci è nato un Figlio, ci è dato un
Salvatore.
A tutti quelli che passano di qui e ad ognuno, un Buon Natale in ritardo.
E' un augurio che vale ogni giorno perché quel Bimbo, per l'appunto, ogni giorno rinasce e questo nei secoli dei secoli.
E così sia.
Poesia di Natale.
Luce
ad Oriente
Viene
Natale
nasce
il Bambino
cresce
ad oriente la luce
al
mattino.
Cresca
la luce
nel
nostro cuore
fallo
ricolmo, Bambino,
di
amore.