giovedì 10 ottobre 2013

Dice l'art.9 della Costituzione...


Concita e Tomaso
Tomaso Montanari è un giovane e valoroso professore universitario di Storia dell'Arte. Scrive su “ Il Fatto quotidiano”. Ha un  blog.

E' comparso dalla brava Concita De su RAITRE a presentare un suo ultimo libro.
Sostiene Tomaso ( sì, uffa, con una “m” sola....) che in Italia il patrimonio artistico è trattato, anticostituzionalmente , come fosse un fastidio, un niente, affidato a un Ministero miserevole. Vero!

Dice l'art.9 della Costituzione:

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Dice Montanari: del paesaggio e del patrimonio artistico ne avete fatto strame, nessuno ne sa nulla, quello che c'è diventa una rendita di posizione o di potere di pochi. Vero!
Le nostre città ( Venezia, Firenze …) diventano parchi di divertimento per torme di turisti ignoranti che succhiano gelati e sbirciano monumenti, senza capirli.
Venezia si svuota, i residenti se ne vanno. E anche il centro storico di Firenze si svuota. Invece è sull'appropriazione da cittadini delle nostre bellezze e delle nostre memorie che si fonda l'identità di un italiano.

E bravo Tomaso. Qui però occorre rispondere a queste domande:
-come mai i veneziani se ne vanno a Mestre? Per cattiveria? Per fare un dispetto a Tomaso? In odio all'art.9?
-come mai il centro storico di Firenze si svuota? Ha provato il Tomaso a chiederlo ad un transfuga verso le periferie?
-come mai i turisti sembrano mandrie di pecore con la guida-pastore che li pilota? Sa chi sono, i “turisti”? Che cultura hanno, che interiorità, che spirito?

Una risposta l'aveva data qualche giorno prima in un'altra trasmissione un formidabile manager che si chiama Oscar Farinetti.
Farinetti ha ben chiaro che ai veneziani e ai fiorentini, come a quasi tutti i turisti che vengono in Italia non gliene importa una beata cippa della Storia dell'Arte, dei monumenti, dei musei e di Tomaso Montanari.
Vogliono primum vivere e solo deinde, ma assai dopo, filosofare. E a Venezia 2013 non si vive più, mentre ci si viveva benissimo e era un privilegio, nel Sedicesimo Secolo. Montanari ha studiato tanta storia dell'arte ma pochissima storia degli uomini, che sono semplici, ignoranti e se fanno cose belle come il paesaggio toscano neanche se ne accorgono.
Dunque il problema del paesaggio e dei beni culturali è semplice:
occorre che piacciano a degli ignorantoni scostumati che pensano a tirare su denari per campare, a mangiare e a .. mmmm....mangiare.
Non abbiamo modo di educarli tutti alla Bellezza e dobbiamo fare con quanto abbiamo.
Dunque: intelligenza, rispetto, rigore per paesaggio e beni culturali. Investimenti. Personale qualificato e ben pagato. Ma non perché lo chiede la nobiltà del Bello o l'Art.9  ma la logica del buon intraprendere, cioè offrire un servizio sostenibile a chi dell'Art. 9  usufruisce.
E smettiamola con la puzza al naso e le lezioni universitarie; c'è una realtà, là fuori!


domenica 6 ottobre 2013


Addio, anzi, arrivederci.

Doveva succedere e sta succedendo: me ne torno a valle, lascio il Mugello. Ci tornerò per il fine settimana, magari coi figli.

Arrivai qui nel 1990; la terra di bisnonno Zanobi e nonno Vitaliano, poi emigrati " nelle maremme". Mia figlia, che quando spinge è una locomotiva, mi fece comprare un vecchio casale mezzo diroccato sopra Vicchio, ai piedi dell'Appennino.
Mai acquisto più felice perché c'era questa grande casa da capire e ricostruire, uliveto e bosco di grandi querce centenarie.


Finì che nel 1998 lasciai Firenze e me ne venni su, con la mia coraggiosissima moglie. Io e lei, soli; i figli ormai sposati.



Ora, lei morta, torno a Firenze. Ancora un posto speciale, Via Ricasoli tra Cattedrale e David.
Qui ci lascio molta anima e cuore e la  mia vecchia ragazza a cui dedico questa poesia.
 Li ritroverò a fine settimana. 

Amore mio da cinquant'anni.
A Liliana

Pensa che il giorno prima
ti salutai certo di rivederti a casa.
Invece io dormivo e tu morivi
in un letto d'ospedale
senza me accanto
a reggerti la mano.
Eri tornata a casa gridando
io firmo!
Per la paura di non tornare.
E mi facesti piangere
nella casa di riposo San Giuseppe.
Così ricominciai a friggerti polpette.
Come ti piacevano le mie polpette
dicevi ogni volta: buone buone!

Ora aguzzo le orecchie
per sentire un rumore
nella camera accanto
ma non mi chiami più
non gridi più: the e biscottini!
Sto alla televisione e dormo
con la gatta in grembo.
Tu riposa amor mio
sotto quei cipressi lunghi
e le montagne e il vento
e il fischio dei merli
a primavera.


giovedì 3 ottobre 2013




!!!!!!@@@@ ?????????? Mah!!!!!!!!!!! Boh.

Commento alla situazione politica.