lunedì 29 dicembre 2014

Cenone



Racconto di Capodanno

E' notte fredda e chiara. Meglio  chiara e fredda  che con quell'acquerugiola gelata come l'anno scorso. Stanotte è l'ultima notte dell'anno, mica pizza e fichi! Di notti così ce n'è una sola. Intanto tutti sono contenti e si dicono Buon Anno, Buon Anno! Anche quelli che si guardano poco per gli altri trecentosessantaquattro giorni. Poi c'è il cenone. Per me il cenone di Capodanno è una delizia per via dell'abbondanza ma anche per la bontà.
Certo, ho il problema di Birillo. Birillo è il mio cane, che sarebbe un bastardone nero, vecchio e con le pulci. Al cenone non ce lo vogliono, così mi tocca legarlo fuori e un po' ci sto male. Finisce che mangio alla svelta per portargli qualcosa. L'anno scorso: zampone. Non si fidava tanto ma insomma lo mangiò. La fame.
Come è andato l'anno? Né bene né malaccio. C'è la crisi, eh. La crisi ha colpito tutti e la raccolta è stata inferiore al solito. Ma per mangiare, contentandosi. Però ho avuto il colpo di culo dell'alloggio. L'alloggio è un problema, sempre. La casa un sogno, l'alloggio un problema. Era un problema finché non ho beccato il mio magnifico posticino. Ci voleva attenzione e intuito e ci vuole sempre attenzione, per dire, serietà, e intuito.
Faceva un freddo! Un freddo cane, senza offesa Birillo, così mi infilai in quell'androne dove faceva freddo lo stesso ma meno. Un androne vecchio senza porte e con la scala che parte in su. La scala, il dietro della scala, il sottoscala, ecco, mi attirò. Provvidenza? Intuito? Mah. Dietro la scala c'era un bel corridoio largo con una cancello di ferro che chiudeva una scala verso il basso verso giù. Saliva su una ventata d'aria tiepida, un come  vapore caldo. Perché giù c'era la caldaiona del condominio!
Insomma, me ne vado lì. Ho bei cartoni per me e per Birillo e non ci passa nessuno. Io sono furbo e quando mi alzo metto tutto in un cartone solo, con la coperta imbottita. Un anno che ci sto e nessuno se n'è accorto. Un colpo di culo.
Ma che ore sono? Perché queste dame di San Vincenzo ti vogliono pulito. Ho l'idea che mi annusino, non so se capite. Non è bello annusare la gente insomma mi pare maleducato anche se le perdono perché muoversi da San Vincenzo per fare il cenone a noi omelett, i senza casa, è una bella azione.

Vado ai bagni pubblici e mi doccio. Birillo viene come me e insapono anche lui. Il sotto pulito me l'ha portato la Martina, la Martina Vittoria. Donna di cuore e anche affezionata. Stasera la vedo e gli  regalo  le calze! Le calze di lana rosse, alte fino alle mutande che se la cattiva mi facesse vedere come gli stanno. Donna di cuore ma durissima di mutanda. Gliel'ho chiesta , ovviamente, perché se non si chiede alle amiche, a chi allora? E poi domandare è lecito e rispondere è cortesia. Ha allungato il braccio e m'ha detto: lo vedi l'indice? Sì, e l'indice faceva no, no, no, no. Le donne . Credo che quando gli dico dell'alloggio la seduco. Ci si potrebbe anche mettere insieme, no? Perché in due  si dorme abbracciati belli caldi con Birillo accanto e il mondo ti pare molto più roseo, come il culetto di un bimbo, anche alla nostra età. Non siamo di primo pelo né lei né me. Speriamo, sarebbe un bell’anno. Vieni Birillo. E insomma, Buon Anno   a tutti, con zampone e lenticchie o altre cose buone ma soprattutto amore, anche rimediato. Buon Anno.

giovedì 25 dicembre 2014

Racconto di Natale

Racconto di Natale


Non potevi lasciare incustodite le pecore di notte. Le rubavano. Serviva una guardia notturna e Aaron e Eleazar erano lì per questo. Appoggiati a due nodosi bastoni e infagottati nelle vesti di lana contro il freddo di una notte di inverno.
“ Aaron” disse Eleazar “guarda le pecore”
“ Le pecore? Che hanno le pecore? Sono normali pecore con quelle due bestiacce cornute dei montoni, ecco tutto”
“Aaron, le pecore stanno tutte ferme e girate di là e anche Zannut e Cornoc”
“ Zannut lo sgozzo una volta o l'altra. Ieri mi sono chinato per un pugno di more e quel fottuto mi ha...”
“ Aaron, c'è qualcosa che non va. Lo senti il silenzio?”
“ Lo seeenti il silenziiio?” gli fece il verso Aaron “ e come si fa a sentire il silenzio, scimunito? Capisci meno del capro”
“ E la stella?”
“ Che stella?”
Aaron non era uomo da guardare spesso il cielo. Un uomo pratico, posato e operoso: moglie, tre figli, il gregge, il formaggio, il denaro…Cose con-cre-te come ripeteva spesso a Eleazar che tendeva a starsene con la testa tra le nuvole.
“ Quella stella sulla capanna in fondo al recinto.”
La stella era una stella davvero grande e stava proprio a perpendicolo sulla capanna del vecchio Amos, illuminando intorno e creando strane ombre dagli alberi.
“ Oh accidenti! Non l’avevo vista. Ma c’era quando siamo arrivati?”
Eleazar fece di no col capo.
“ Beh, le stelle sono fuochi nel cielo. Questa è un po’ più grossa.”
Le pecore si mossero tutte insieme verso la capanna coi montoni dietro.
“ Ma dove vanno queste cretine? Frusta su, bestiacce!” Aaron assestò un paio di legnate a due pecore che continuarono imperterrite a camminare a capo basso verso la capanna. Il montone Zannut interpretò le legnate come minacce alle pecore e si avventò. Arrivò su Aaron e con una cornata secca e precisa lo buttò in terra.
“ Oh per…ah diav…ma io lo scanno e lo friggo nel suo grasso!” Aaaron era un uomo pio come tutti i buoni israeliti e non avrebbe mai nominato il nome di Dio invano, ma Zannut le bestemmie le levava di bocca..
Da terra vide la vedova Elisheva che andava velocemente verso la stalla con dei panni intorno al braccio.
“Ma che succede?” chiese Aaron da terra.  
“C’è una di Galilea che partorisce”
“ Nella stalla?”
“Non c’era posto nella locanda. Questa viene da Nazareth e quello lì sulla porta è il marito”
“ Da Nazareth? Questi puzzolenti pescatori…”
“ E’ brava gente”
“ Sì, tutti bravi e buoni ma sempre Galilei sono”
“ Aaron…” disse Eleazar “ guarda là su”
Indicò sopra il tetto a capanna della stalla dove c’era indubitabilmente la figura di un giovane che splendeva di una luce sua.
“ Che ci fa quell’idiota là su? Ma che succede stasera?”
Le pecore s’erano disposte tutte intorno alla porta della stalla. Non belavano, non brucavano. Zannut e Cornoc s’erano piegati sulle ginocchia, cosa mai vista.
“ Che ci fai sul tetto?”
“Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:  oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.  Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia.” Eleazar si buttò in ginocchio.
Aaron rispose a muso duro:
“ E da quando i salvatori del popolo  nascono nelle mangiatoie? Un bimbo in fasce, poi! Scendi mentecatto !”
Si sentì un vagito e le pecore chinarono la testa tutte insieme e i capri belarono forte. Eleazar batté la fronte a terra, poi si alzò e si incamminò verso la stalla.
Aaron scosse il capo. “ Credulone. Il salvatore , il Cristo Signore…Un Galileo, ma via. Un poveraccio, figuriamoci. Domani per fortuna se ne saranno scordati tutti.” Girò le spalle alla capanna e se ne andò a dormire. Alle pecore ci pensasse quell’ imbecille di Eleazar.
Alle sue spalle  apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:
«Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama».
Era il primo Natale ma Aaron non lo seppe mai.


sabato 20 dicembre 2014

I dieci comandamenti e la luce del Natale.





Sono rimasto stupefatto e ammirato da Benigni che ha commentato i Dieci Comandamenti. Non solo dalla sua bravura ma dalla profondità  dei testi che rivelavano una   meditata conoscenza della Bibbia.
Credo di aver scoperto in rete  il piccolo segreto. Benigni si è ispirato ad un libro di un grande teologo valdese , Paolo Ricca. ( Dieci parole di Dio-Le tavole della libertà e dell'amore- Morcelliana)
Il libro l'ho ordinato. Lo leggerò e ne riparlerò.

Il motivo del mio interesse  sta nella assoluta impossibilità che ho  di credere nel Dio della Bibbia. Nel massimo rispetto  dico che il Dio della Bibbia è il Dio degli Ebrei, con cui io, che non sono ebreo, non ho niente a che fare. La Bibbia è in realtà molti libri: storia delle tribù di Israele, due versioni della creazione del mondo, detti sapienziali, poesia.  Indiscutibilmente è per il 99% il Libro degli Ebrei e di quel loro Dio incomprensibile, crudele, geloso, feroce con Isacco e con Giobbe.
L’altro 1% sono i Dieci Comandamenti e questi sono universali, atemporali, eterni e bastano per fare della Bibbia anche il mio Libro. 
Non lo avevo capito. Benigni me lo ha insegnato.
Sono i Dieci Comandamenti che passano tutti nel Nuovo Testamento per essere riassunti in un unico definitivo Comandamento: 
vi do un comandamento nuovo amatevi come Io vi ho amato .   ( Giovanni 13,34 )

Il 25 Dicembre ricordiamo la nascita di Colui che ebbe il coraggio di queste parole. Lui al centro della Storia, oltre la Bibbia,  e noi incoraggiati a fare quella cosa semplicissima e difficilissima di amarci come Lui ci ha amato.


Proviamoci e Buon Natale.

Luce ad Oriente

Viene Natale
nasce il Bambino
cresce  ad oriente la luce
al mattino.

Cresca la luce
 nel nostro cuore
fallo ricolmo, Bambino,
di amore.

commento dell''Autore:  l'è sempliciotta ma a me mi piace, ovvia!



giovedì 11 dicembre 2014

Vieni mia gatta






Vieni mia gatta.


Vieni mia gatta andiamocene
Nel mezzo dell’erba in uliveto
Annusando fragranze. 
Andiamo insieme .

Tu a coda ritta e io col piede fermo.
Restami accanto perché m'è parso
 di vedere la Morte
ombra di rovo.

domenica 23 novembre 2014

Annaspando.



L'utopia è servita.

Cercando di capire se era pensabile un'altra economia mi sono imbattuto in Francesco Gesualdi  e precisamente in " L'altra via". Settantaquattro lucidissime pagine scritte in un magnifico italiano.
Chi è Francesco Gesualdi andate a vederlo per esempio QUI .

Io vado avanti nell'esame  che mi pare importante.
La prima domanda che mi sono posto: ma perché nessuno sa niente di Francesco Gesualdi e delle sue idee? In realtà, cercando col lanternino  si trova qua e là sulla rete ma è come  cercare porcini.
La seconda domanda è stata: è il solito utopista patentato? La risposta è sì e infatti “L'altra via” è un' acuta analisi dei fatti nella prima parte e una solida utopia nella seconda.
 Acuto nell'analizzare le mostruosità della nostra civiltà occidentale ( ma le mostruosità si trovano anche ad  oriente, estremo e medio ) non si è chiesto, ma  perché esiste questa civiltà? Chi crede che l'abbia creata,  la sostenga, la lasci marcire? I “poteri forti”? Le multinazionali? La Trilateral?  No, sono gli uomini ordinari per così come sono fatti.

La partita è perduta ma lo è stata sempre.  Il Nazareno lo sapeva e infatti non disse mai “ cambierò questo mondo” che voleva poi dire cambierò questi uomini; disse anzi “ il mio Regno non è di questo mondo” e Lui, essendo Dio, di uomini se ne intendeva.

L'utopia è comoda e consolante. A chi la definisce e la  presenta consente di sentirsi appagato: il mio l'ho fatto. Se poi viene applicata anche per sé, la famiglia e un po' di amici è  grandemente  piacevole.  Certo, ci vogliono le condizioni : il casale, l'orto, un poco di soldini. Resta di difficilissima applicazione per chi abita il quarto piano di un casermone in qualche periferia, potendo contare su  800 euro al mese.
"L'altra via " è e resterà quella di Francesco Gesualdi e di un piccolo gruppo di sodali. Ne gioisco per lui e mi guardo bene dal giudicarlo o  criticarlo; sta facendo un ottimo lavoro.

E allora che si fa? E allora dobbiamo fare le piccole stupide cose di ogni giorno che negli anni e nelle generazioni cambieranno davvero tutto il mondo perché cambieranno gli uomini: provare a seguire le quattro virtù cardinali,  o almeno qualcuna, distinguendo il vero dal falso, dando agli altri cosa gli spetta senza fare i furbi, sopportare pazientemente  i guai e non strafare in niente. Poi sporcarsi le mani interessandosi del bene comune, facendo politica, votando o criticando. Un lavoro lungo e noioso che richiede anche fede, speranza e carità.

Buon lavoro a tutti!


martedì 11 novembre 2014

Tutti insieme dobbiamo cambiare il Mondo, cominciamo noi dieci.


( Il bambino Le )


Le tre o quattro cose che non ho capito in economia.

Per essere sincero, di economia non so nulla. Non è materia mia. Certo, conosco i rudimenti, so chi sono stati Adamo Smith, Marx, Keynes. So cosa è il PIL, l'inflazione, il rendimento, il TAG e il TAEG e ora ho imparato anche cosa è la deflazione.
Ho “acceso” mutui spenti in decine di anni e attualmente preoccupo non meno di tre direttori di banca. Ho però l'impressione che gli economisti considerino l'economia il prodotto di azioni degli uomini, di cui però non importa nulla e che in definitiva non conoscono.
Mai sentito o letto: “ intraprendiamo azioni economiche che facciano più felici gli uomini”, oppure “ il costo economico dell'ingiustizia sociale è stimabile in cento bilioni di euro” o cosa del genere. Insomma, l'economia sottintende una terribile e falsa equivalenza: ricchezza in denaro ( misurabile ) coincide col bene comune ( non misurabile ).
L'esempio più straordinario è il PIL: Prodotto Interno Lordo.



In macroeconomia il prodotto interno lordo[1] (PIL) è il valore monetario totale dei beni e servizi prodotti in un Paese da parte di operatori economici residenti e non residenti nel corso di un periodo di tempo, generalmente un anno, e destinati al consumo dell'acquirente finale, agli investimenti privati e pubblici, alle esportazioni nette (esportazioni totali meno importazioni totali).

( da Wikipedia, Dio l'abbia in gloria).

Vi si parla di uomini? No, si parla di acquirente finale. Si parla di produzione di bene e servizi; ma prodotti come, dove, da chi, perché?
La conseguenza della turpe economia è un Pianeta in via di distruzione, spaventose differenze economiche tra uomo e uomo e tra Nazione e Nazione, difesa fino allo spreco del singolo individuo di un Paese ricco e disprezzo totale per milioni di uomini in Paesi poveri.
Quando il mio caro amico Juan de la Fuerte, grande giocatore di baseball cubano, mi disse nel 1990 che mangiavano meglio i nostri gatti dei loro bambini mi spaccò il cuore. Gli dissi che se far mangiare male i miei gatti avesse aiutato i bambini cubani, sarei immediatamente passato agli avanzi di spazzatura; purtroppo non è così che funziona.
Ma non possiamo nemmeno restare fermi a guardare questa follia.
Il prossimo post sarà sul “ che fare ?”.
Direte, ma che possiamo fare noi dieci? Questa domanda un alibi: la respingo.
Al prossimo giro.


domenica 2 novembre 2014

Il Giorno dei Morti






2 Novembre.


Alle sei vado a Messa alla Santissima Annunziata. E' il giorno dei Morti e la Messa la dedico a loro.
Sono tanti.
Wilma e Renato, Liliana, Serafina e Filiberto, Pietro, Argia e Vitaliano, Giacomo e Nunziata , Leda, Renata, Reno. Quest'anno Adina, Francuccio, Mirella e Pino.
Gli amici morti giovani, Fernando, Armando, Niccolò.

Potessimo sapere! Ma se sapessimo per certo la vita perderebbe il suo senso che è la beata speranza, non la indiscutibile sicurezza.
Io li credo tutti in un Altrove di energia sottile, ognuno col suo proprio inconfondibile “ sapore”, il nostro codice a barre che ci fa eterni, cioè sottratti al tempo e che chiamiamo anima.

Credo che di là prosegua semplicemente il cammino verso la Chiara Luce che chiamiamo Dio, bruciando scorie, aggiustando suoni, limando rime.
Mi piacerebbe avere ancora accanto la mia vecchia ragazza; mi manca, mi manca. Mi dispiaccio delle cose che non gli ho dato, delle occasioni di gioia perdute, ma sono stati cinquantasei anni complessivamente belli.

La ballata del giorno dei Morti

Vedi che avanza il corteo.

Prima i morti bambini
quelli che la Morte s'è preso per scherzo.
Non doveva, non era il tempo ancora.
la bimba ridente uccisa dal padre
col trattore venuto all'indietro
e il bimbo affogato in una gora
e quelli del Vietnam bruciati
e quelli di Serajievo nel mezzo della strada.
I bimbi morti di cancro
o nel sonno, sognando.

Poi la bella gioventù
schiantata sulle strade o anche
da droghe prese ridendo cogli amici
una sera di sabato.
Con l'amore intravisto ( occhi ridenti )
e perduto.
Quella ragazza bella, la vedi
col turbante  ma calva
perché la chemio,  la chemio
Ti consuma  i capelli.

Ecco le mamme a fronte alta
perché ce l'hanno messa tutta
come fanno le mamme
dispensando sorrisi il giorno prima.
Non bastò fede e preghiere.
Così va il mondo e il fiume della vita.
Avanzano coi figli in cuore
perché la Morte non basta
contro una mamma.

E ogni donna ha un uomo in cuore
morto dall'impalcatura
 al piano terzo, signor ingegnere
c'è stata una disgrazia.
O in fondo alla miniera, nel nero
o in fondo al mare insieme al battello
o in trincea o in montagna una mattina
di primavera.
La Morte non bada stagioni,
non ha memoria dei giorni.

E infine lacrimanti avanzano
i morti giusti, quelli che dovevano.
I vecchi prima, cinque anni o sette
e poi le vecchie compagne
una vita passata assieme.
Con la mano nella mano
come fidanzati.
Piangono per gli altri
ma a che serve il pianto dei vecchi?
Piangono  di nascosto e in silenzio.
Solo lacrime lungo le vecchie gote.

Questa è la ballata del giorno dei Morti
per rifarseli vicini come
avremmo dovuto e scordammo.
Quel gesto, un gesto, un abbraccio.
E' tardi, è tardi ora!
Resta memoria
e un amore che si fila come filo di seta
come filo di lana all'arcolaio
che gira, che gira, che gira....
A Dio, dicemmo, a Dio.
E la Morte non avrà trionfo.

Le splendide rose sono di Riyueren



domenica 26 ottobre 2014

Veglie.








Il viaggio di ritorno.

La notte mi sveglio spesso. Ormai mi succede da anni e è il risultato di molte nottate negli ospedali. Ho imparato che è sciocco incaponirsi a dormire, raggomitolati con un diavolo per capello. No, la notte va gestita. Ho tutto quello che serve, acqua con limone, caramelle da succhiare, gatta ( nel senso di piccolo felino ) da accarezzare, Tao teh Ching e anche i Vangeli.
Nella veglia mi vengono folgoranti idee da adoperare il giorno dopo. Esamino i sogni, freschi freschi appena sfornati. Arrivano versi come questi:

seduto se questa antica panca di pietra
pietra forte di Maiano, fulva e amica
filo una lenza tra la gente intorno
scalpiccio, chiacchierio, sguardi e risa...
eccetera eccetera.

Ieri notte m'è venuto in mente che forse è proprio il contrario di quel che crediamo.
Pensiamo di essere nati nella energia densa che chiamiamo Materia per avviarci dopo la morte verso l'energia sottile che chiamiamo Spirito.
O se fosse il contrario? Se questa vita fosse uno sfizio delle anime disincarnate che vogliono provare, attirate da questa caotico mondo materiale, del tutto in mano al caso?
Immagino il dialogo:
m'hanno detto che ti vuoi incarnare...ma sei sicuro di cosa fai?”
mah, guarda, ho preso notizie, per la verità non chiarissime...”
perché?”
perché nessuno ne parla volentieri. Svicolano, si negano, abbozzano frasi...”
frasi come?”
tipo: Non avrei il coraggio di rifarlo, ma certo... oppure : Non ti dico, un'esperienza... anche: No, diamine, non c'è giustizia! Cinque anni soli...perfino: Te lo dico in confidenza...ci torno! “
e tu che fai?”
Io vado; poi ti racconto”

Forse perché vivo la vita ancora, dopo tanti anni, con sorpresa, meravigliandomi, incuriosendomi. Alla fine mi sono convinto di essere sceso io piuttosto che di essere sul punto di salire. Come la fine di una vacanza, come un tramonto a colori, come una fortunato incontro. Quando torno su lo stupirò!

P.S. l'idea della reincarnazione è vecchissima. Si ritrova nell'induismo, nei filosofi greci antichi, in Marsilio Ficino e in Giordano Bruno. E' una bella idea. Nel buddhismo solo i bodhisattva si reincarnano per aiutare chi è ancora prigioniero degli inganni di Maya, la realtà che ci circonda, la Ruota della Sofferenza.
E a questo punto mi viene sempre in mente mia madre che diceva:
" Eh, questa valle di lacrime...ma ci si piange tanto volentieri!



mercoledì 15 ottobre 2014

Alluvioni e bombe d'acqua



Quello che dovreste sapere sulle alluvioni....
e che nessuno vi ha mai detto.


Direte: ecco il solito tuttologo di turno...Invece no, perché avendo una laurea in ingegneria idraulica ( Bologna 1965 ) so quello che dico, e se scrivo questo post è perché in giro c'è una pericolosa confusione di lingue.
Quando me lo dissero al corso di Impianti e Costruzioni idrauliche ci rimasi molto male: ogni opera idraulica di regimazione o contenimento ( grande o piccolo, canale, fognatura, argine ) è fatta per essere superata e mandare sott'acqua quelli chi ci stanno sopra o intorno.
Semplificando enormemente un argomento non proprio semplice diciamo che il dimensionamento del canale o fognatura deve accordare due suoni: garantire al meglio chi ci sta sopra o accanto e non spendere stupidamente denaro.
Le piogge come sappiamo sono tutte diverse ma si possono classificare:
pioggia terribile, lunga e mortale, pioggia tremenda e lunga, pioggia violentissima, pioggia violenta ecc.  Tutto espresso per via matematica, naturalmente !
  Per fortuna le piogge terribili, lunghe e mortali ( primo caso critico ) si susseguono a lunghe distanze di tempo, diciamo cento anni. Quelle tremende e lunghe ( secondo caso critico )più spesso , diciamo ogni cinquanta anni , quelle violentissime ogni venti anni e via scendendo. Il numero di anni si chiama poeticamente “ Tempo di ritorno”. Ogni cento, cinquanta, venti anni mi devo aspettare quello sfracello.
Problema: faccio una fognatura enorme che faccia fronte al primo caso critico? Rimarrà per cento anni troppo larga! Fognatura meno larga ma che faccia fronte al secondo caso critico? Rimarrà cinquanta anni troppo grossa e via così.
Gli ingegneri idraulici, con le loro belle tabelle dei casi critici, hanno fatto la scelta e hanno costruito. Voglio dire che i canali, le fognature le dighe , gli argini di tutta Italia sono stati costruiti per cento anni secondo questi criteri.

Poi sono successe due cose:
Si è disboscato, decespugliato, pavimentato, tettificato enormi superficie del territorio nazionale.
Questo ha cambiato un altro numerino, il “tempo di corrivazione”, che è quanto ci mette una gocciolina caduta in montagna ad arrivare all'ultimo ricevente, fiume, canale o fogna. Oggi, rispetto a ottanta anni fa, le goccioline viaggiano non placidamente tra rovi e frasche ma come bombe; si ammucchiano e si precipitano a valle- la famosa bomba d'acqua. E il ricevente, fiume, canale o fogna, a cui servono i propri tempi di digestione allungati dalla cattiva manutenzione degli argini, non ce la fanno e come si dice con parola vezzosa, “ esondano” .

Inoltre, seconda cosa, negli ultimi dieci anni non piove più come prima!
Il famoso "cambiamento climatico"
La conseguenza è che tabelle dei primi del novecento non valgono più e dunque tutti i manufatti idraulici d'Italia, arginature dei fiumi, canali , fognature ma anche dighe fino ai vostri canali di gronda, discendenti e pisciafuori delle terrazze sono sbagliati!

Concludo: guardatevi intorno immaginando il diluvio universale che vi piomba addosso. Esaminate i riceventi qualunque siano, vedete come state con le quote.
Prima o poi ci tocca!

Parliamo anche di frane e muri.
Cosa è una frana ferma? E' uno scivolamento di terreno a valle che si blocca spontaneamente per la formazione di un "muro di sostegno" naturale alla sua testa ( testa di frana )
Cosa è un muro di sostegno? E un manufatto artificiale che impedisce lo scivolamento a valle del terreno.
Occorre sapere e ricordare che la spinta del terreno su un muro di sostegno, naturale o artificiale, quintuplica in caso di infradiciamento totale del terreno dietro al muro.
Naturalmente gli ingegneri progettisti di muri lo sapevano benissimo e disponevano opere di regimazione a monte del muro ( fossi ) e nel muro ( dreni ).
Ma non piove più come prima! Le opere di regimazione sono superate, il terreno si infradicia totalmente e il muro si ribalta. Le frane, regimate spontaneamente,  non ce la fanno più, si imbibiscono a morte e ripartono verso valle.

Siamo nella merda! E ve lo dice un vecchio ingegnere idraulico...

Consigli:

* Non prendete il problema sottogamba o finirete sott'acqua.
* Esaminate se c'è un luogo alto dove scappare se non avete piani alti: mansarda facilmente raggiungibile, soffitta, tetto, casa dei vicini ecc.
* In nessun caso tenere a livello del terreno, potendo contare su un piano alto, oggetti di pregio o cari ricordi. Finiscono nella melma.
* Cercate un posto alto dove spostare tempestivamente l'automobile in caso di grave allerta.
* Cercate di capire in che situazione siete: in buca? Sotto un muro di sostegno? A mezzacosta con il baratro sotto e il terreno che sta su per un pelo sopra? Fatevi aiutare da un tecnico se non lo capite da soli. Basta anche un buon geometra.
* State attenti agli animali per non trovarli affogati.
* Per le cose: mobili, libri, impianti, vestiti, letti non c'è scampo.

Personalmente ho visto casa dei genitori sott'acqua a Firenze 1966:
-distrutti i ricordi di una vita, mobili, pianoforte, automobile.
-affogati i pappagallini nella gabbia.
-salvo per miracolo il cane che si era rifugiato su una porta galleggiante.
-saltati pavimenti e solai.
-genitori e vecchia nonna ricoverati mella casa di fronte a tre piani.
Casina a un piano a Peretola, nella piana bonificata di Firenze. Acqua salita a 2,50 metri in venti minuti.
Se dico che siamo nella merda, è perché l'ho provato...

martedì 7 ottobre 2014

leonid kogan Sarasate - 'Romanza andaluza' Op.22-1.wmv



Me ne vado a letto.

ma prima mi ascolto questa straordinaria romanza da quello che considero un immenso violinista.
E' la mia preghiera della sera.

Pregare  mi è difficile. Non riesco a  farlo con le parole, così adopero la musica e ogni preghiera ha la sua musica.

Questa romanza andalusa parla di riconoscenza per la vita che ho avuto e  che anche  domani  mi aspetta. 
Ricordo dei miei amori e abbandono al Signore, unico mozzo della Ruota, termine fisso, stella polare, pienezza dell'anima.
Dice Lao Tzu: 
Trenta raggi si uniscono in un mozzo: nel suo non-essere sta l'utilità del carro.
Si cuoce l'argilla per fare un vaso: nel suo non- essere  sta l'utilità del vaso.
Perciò dall'essere viene il profitto, dal non-essere viene l'utilità.

Alla nostra vicenda , alla nostra Ruota dell'esistenza è utile  un mozzo. Fatevene uno, come volete , ma non restate senza.
La  nostra anima, il nostro vaso interiore ha bisogno sia riempito ma tenetelo vuoto di cose per fare posto ad Altro. 

Buona notte 

lunedì 29 settembre 2014

Cavo-Isola d'Elba.




Ricordi.


Ho messo in vendita la casetta al Cavo.
Cavo è un paese dell'Isola d' Elba dove è nata mamma e dove potevo nascere anch'io.
C'ero già nel 1939 a toccare barche e guardare il mare con nonna Serafina.
Ci tornai, con tutta la famiglia, nel 1946. Una mareggiata ci inchiodò a Piombino due giorni, ospitati alla meglio da amici.
L'Italia era un cumulo di rovine ma mai gli italiani si erano sentiti più vivi.
La casetta, anzi l'appartamentino, era lo stesso di 40 metri di ora. Intorno la corte, accanto i due piccoli giardini su due livelli; coll'arancino in quello di sotto e il nespolo di sopra. Quando mi  arrampicavo sul nespolo dai bei rami elastici  vedevo un mare solo mio. Non c'era gabinetto esclusivo. Il gabinetto era condominiale per le tre case intorno. La mattina c'era un gran traffico di pitali.
Bisnonno Giacomino coi suoi due fratelli Franceschino e Pilade si erano costruiti una casa per uno intorno ad una piazzetta.
 Giacomino, alto e dinoccolato, con due baffoni da tricheco, marinaio anzi marittimo, si mangiava le acciughe crude, cacciato dalla cucina dalla sua moglie nonna Nunziata. Nunziata era piccolina, con capelli bianchissimi sempre accuratamente avvolti in un fazzoletto nero. Vestiva tutta di nero e si mormorava che non avesse bevuto più acqua da quando suo figlio, mio nonno Filiberto, era morto nell'affondamento del piroscafo Sgarallino, tornando da Piombino. Era il 1942. Nonna Nunziata aveva un'altra meraviglia: un grembiule fatto con un pezzo di paracadute vero; nero da una parte e senape dall'altra.
Anno dopo anno quelle persone e quella casa mi regalarono le ore più belle di una vita fortunata. Morti i miei bisnonni fu mamma Wilma a prendere la casa in mano. Grande cuoca, pittrice, forte e gentile. All'Elba dicono di sé gli elbani: forte come il fero, con una erre sola. ( in compenso raddoppiano quella di zero, diceva mamma contando “ zerro, zerro..”
Così era mia madre, forte come il fero. E “zio” Cardenio che mi portava a pescare, i cugini Carlo e Marcello, le stagioni che correvano ma l'Isola la ritrovavi sempre splendente e profumata di pelici e oleandri, battuta da un mare che era il mare di casa, generoso e misterioso, che chiedeva accortezza e amore e ti premiava con pesci profumatissimi, i più vari. Finivano tutti in magistrali cacciucchi.
Ahimè, ahimè, che tempo amaro è questo, coi miei morti oltre l'orizzonte, che chiamo senza risposta.
Vendo casa piangendo, non per quelle mura che sono solo mura. Piango il mio mondo che non c'è più.
E' la regola, il tramonto per nuove albe. Mi consolano i nuovi, il loro sorriso, i loro piccolissimi figli.

Così sia, così sia perché così deve essere. Da tempo e tempo....


sabato 20 settembre 2014

Mala tempora currunt



Tempi cattivi.












E tre belle battute ( fonte: edicolante di Via Martelli & Signora-fiorentino doc. )

L'edicola funziona ovviamente come punto-informazioni:

" Scusi, perché in Piazza S.Marco non ci sono le gondole?"

" E cosa c'è da vedere a Firenze oltre che quel chiesone là? "

" Questo biglietto vale anche per vedere la torre tutta torta? "



Vere!

mercoledì 17 settembre 2014

Leonid Kogan plays Bach Sonata for violin and Harpsichord BWV 1017 e altro...



Nella musica l'incanto.

Quando tutto vi sembra difficile e sentite il cuore spento, quando girano ombre per la stanza non decifrabili, quando tutto pare scomparire e ridursi in polvere e macerie:

allora ascoltate.


giovedì 11 settembre 2014

I diecimila Islam sotto il Cielo. l'Islam di Muhammad




Islam.


Ho promesso di parlare di Islam ma ne conosco quel poco che ho imparato qua e là, poco davvero. Ho anche comperato doverosamente il Corano, ne ho letto qualche sutra e poi l'ho onorevolmente riposto.
Mi sono ovviamente documentato in rete, prima sulla somma Wikipedia e poi ho trovato QUESTO.http://www.islam-guide.com

Andatelo a vedere, merita il viaggio. Alla fine della lettura m'è rimasta la sostanza  di una fede semplice e abbandonata ai voleri di Dio. Questo è il dato centrale dell' Islam: una fede semplice per cuori semplici, che poi può trovare ogni profondità nelle menti profonde  come càpita nelle religioni.
Islam infinitamente più semplice del Cristianesimo e del suo Dio Crocefisso. Islam infinitamente più semplice dell'Ebraismo con il suo difficile rapporto con Dio ( pensate al Libro di Giacobbe )
Islam che, venendo per ultima ( 614 dopo Cristo, dopo Zoroastro, dopo Mosè, dopo Buddha, dopo i Vedanta ) può raccogliere frutti da tutte ma dichiarando solo che dicendo con convinzione:
La ilaha illa Allah, Muhammadur rasoolu Allah,         
Il solo dio è Allah e Muhammad è il suo Profeta

si diventa musulmani e ci vengono perdonati tutti i peccati precedenti.

1– testimonianza di fede 2- preghiera cinque volte al giorno,3-fare Zakat: assistenza bisognosi, 4-digiunare dall'alba al tramonto nel mese di Ramadan, 5- pellegrinaggio alla Mecca una volta nella vita , se possibile -

si va in Paradiso.

 E infine la a misericordia ordinata da Allah, come il rispetto per gli anziani e per la donna.
Credo che questo sia l'Islam di milioni e milioni d donne e uomini semplici, spesso alle prese con grandi difficoltà a scampare la vita, in ogni angolo del Pianeta.
Con questi credenti il nero vessillo degli assassini del Califfato non hanno niente da spartire. E infatti i primi martiri della guerra sono musulmani.
Mi sono fratelli in quel Cristo che io credo Figlio di Dio e loro solo un Profeta.

Ci sono fratelli in quanto donne e uomini; la pace sia con noi.

Ricordiamolo.

mercoledì 10 settembre 2014

venerdì 5 settembre 2014




Bandiera nera la trionferà? Mah!


Tornato a valle dopo diciassette splendidi giorni ( figli, cavalli, fiere, barbecue e feste con amici e parenti, ristorantini ) ho ripreso ad arrabbiarmi per la qualità dell'informazione che ci viene ammannita da giornali e TV.

Per esempio, l'ISIS o IS , insomma il Califfato.
Urla di orrore e spavento, sgozzamenti in diretta descritti, trasmessi, analizzati. Interviste ai parenti dei poveri sgozzati, inermi come agnelli. Descrizione delle fulminee vittorie dei califfani e timori di ritrovarsi il Califfo a Roma, come del resto il medesimo promette.
Ci fosse stato uno, dico un giornale, che rispondesse a tre semplici domande, che se sono venute in testa a me ancora di più dovrebbero appartenere ad un giornalista:

-ma questi di dove sbucano?
-chi li ha armati e finanziati? Chi li arma e li sostiene?
-perché l'unica reazione dell'Occidente, prontissimo a sanzionare a sangue Putin per sospetta collusione coi separatisti ucraini, il Califfato lo fronteggiano con tre o quattro cacciabombandieri USA ( distrutti 12 veicoli...)

Svergognati fondi giornalistici del tipo:
eh, eh, questo non è terrorismo! E' una vera guerra di uno Stato ecc.ecc.
Ma quale Stato? Nel deserto del nord-Iraq?
Sono forti di petrolio venduto al mercato nero...
Petrolio venduto al mercato nero? Che mercato? Che nero? Nell'epoca dei satelliti artificiali e dei controlli dei flussi di tutto, come lo sposti il petrolio, in valigia?
Hanno svaligiato la Banca di Mosul, 400 milioni di dollari...
Ah sì? E dove l'hanno trasferito, in Svizzera o pagano cash, comprando da chi?

Visto la cacasottaggine della stampa occidentale e il sovrano disinteresse dell'Occidente bene ha fatto Al Alcazziri ( sparito da tempo dal video ) a dire che ora si prende l'India e via...
Un'ultima curiosità: ma se Facebook censura molte cose , perché fa trasmettere le macellazioni?

Spiegazione

All'Occidente, Usa e Gran Bretagna in testa, fa comodo una guerra tribale in Iraq che metta nei guai Arabia Saudita, Iran, Siria, Turchia.
Il Califfo sono cazzi loro.

Stampa e televisione devono vendere. Fare colore, fare colore! Lacrime, merda e sangue e vedrai i contatti, l'auditel, le copie e il diavolo che vi porti.

Se il Califfato fosse la buffonata che è, addio gioco.
Far cacare addosso popoli e genti fortifica ogni potere.
Califfo ci dia dentro.

Anche Facebook ha da campà

Naturalmente la minaccia, anche se medioevale, dell'islamismo deragliato è una cosa seria trattata poco seriamente Ne parlerò.