Racconto di Capodanno
E'
notte fredda e chiara. Meglio chiara e
fredda che con quell'acquerugiola gelata
come l'anno scorso. Stanotte è l'ultima notte dell'anno, mica pizza e fichi! Di
notti così ce n'è una sola. Intanto tutti sono contenti e si dicono Buon Anno,
Buon Anno! Anche quelli che si guardano poco per gli altri
trecentosessantaquattro giorni. Poi c'è il cenone. Per me il cenone di
Capodanno è una delizia per via dell'abbondanza ma anche per la bontà.
Certo,
ho il problema di Birillo. Birillo è il mio cane, che sarebbe un bastardone
nero, vecchio e con le pulci. Al cenone non ce lo vogliono, così mi tocca
legarlo fuori e un po' ci sto male. Finisce che mangio alla svelta per portargli
qualcosa. L'anno scorso: zampone. Non si fidava tanto ma insomma lo mangiò. La
fame.
Come
è andato l'anno? Né bene né malaccio. C'è la crisi, eh. La crisi ha colpito
tutti e la raccolta è stata inferiore al solito. Ma per mangiare,
contentandosi. Però ho avuto il colpo di culo dell'alloggio. L'alloggio è un
problema, sempre. La casa un sogno, l'alloggio un problema. Era un problema
finché non ho beccato il mio magnifico posticino. Ci voleva attenzione e
intuito e ci vuole sempre attenzione, per dire, serietà, e intuito.
Faceva
un freddo! Un freddo cane, senza offesa Birillo, così mi infilai in
quell'androne dove faceva freddo lo stesso ma meno. Un androne vecchio senza
porte e con la scala che parte in su. La scala, il dietro della scala, il
sottoscala, ecco, mi attirò. Provvidenza? Intuito? Mah. Dietro la scala c'era
un bel corridoio largo con una cancello di ferro che chiudeva una scala verso
il basso verso giù. Saliva su una ventata d'aria tiepida, un come vapore caldo. Perché giù c'era la caldaiona
del condominio!
Insomma,
me ne vado lì. Ho bei cartoni per me e per Birillo e non ci passa nessuno. Io
sono furbo e quando mi alzo metto tutto in un cartone solo, con la coperta
imbottita. Un anno che ci sto e nessuno se n'è accorto. Un colpo di culo.
Ma
che ore sono? Perché queste dame di San Vincenzo ti vogliono pulito. Ho l'idea
che mi annusino, non so se capite. Non è bello annusare la gente insomma mi
pare maleducato anche se le perdono perché muoversi da San Vincenzo per fare il
cenone a noi omelett, i senza casa, è una bella azione.
Vado
ai bagni pubblici e mi doccio. Birillo viene come me e insapono anche lui. Il
sotto pulito me l'ha portato la Martina, la Martina Vittoria. Donna di cuore e
anche affezionata. Stasera la vedo e gli
regalo le calze! Le calze di lana
rosse, alte fino alle mutande che se la cattiva mi facesse vedere come gli
stanno. Donna di cuore ma durissima di mutanda. Gliel'ho chiesta , ovviamente,
perché se non si chiede alle amiche, a chi allora? E poi domandare è lecito e rispondere
è cortesia. Ha allungato il braccio e m'ha detto: lo vedi l'indice? Sì, e
l'indice faceva no, no, no, no. Le donne . Credo che quando gli dico
dell'alloggio la seduco. Ci si potrebbe anche mettere insieme, no? Perché in
due si dorme abbracciati belli caldi con
Birillo accanto e il mondo ti pare molto più roseo, come il culetto di un
bimbo, anche alla nostra età. Non siamo di primo pelo né lei né me. Speriamo,
sarebbe un bell’anno. Vieni Birillo. E insomma, Buon Anno a tutti, con zampone e lenticchie o altre
cose buone ma soprattutto amore, anche rimediato. Buon Anno.