domenica 26 gennaio 2014

IL GIORNO DELLA MEMORIA



27 Gennaio.


27 Gennaio.

Chi dimenticherà? I treni
i vagoni piombati.
I bambini strappati
alle madri.
Quei bimbi gasati
col moccolo al naso
cullati.

Quel gas Zyklon B. Di marca
ma poco costoso.
Il prodotto famoso
di un Haber Fritz.
Morivano svelti
i piccoli ebrei,
le nonne impietrite.
Le madri.

Chi dimenticherà? Ma noi.
Già dubitiamo.
Sicuro, era Zyglon?
Piuttosto eran docce.
E i campi ?Giardini
per mamme semite.
E bambini.

Basta memoria! Ci stanca
ogni anno
questa mesta canzone.
Avanza il millennio
Ci son cose buone
Sorrisi e canzoni.
Occasioni.
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Ho seguito su Rai5 uno splendido concerto della JuniOrchestra di Santa Cecilia: I violini della Memoria. Commovente e la cosa più commovente di tutte erano i visi di questi giovanissimi orchestrali, intenti, partecipi, bellissimi. La speranza. Nel ricordo dell'indescrivibile abominio, il futuro. 




mercoledì 22 gennaio 2014

A proposito di reciproco rispetto....




I rispettosi

«Lo avesse detto Fassina, che ha preso dodicimila voti, avrei capito...», gli ( a Cuperlo )  ha sibilato Renzi. Eppure anche gli avversari del sindaco-segretario hanno brillato in questi ultimi giorni per frasi maliziose nei suoi confronti. Non sempre politiche. Il Corriere arrivò a scrivere, mai smentito, che i bersaniani mandavano «anche sms a giornalisti amici e ai fedelissimi per invitarli a scavare nella vita del superfavorito alle primarie dell’otto dicembre». Ma in tanti la loro non-simpatia umana per Renzi l’hanno manifestata schiettamente. Ecco allora un ritratto, per verba, degli uomini che rimproverano al nuovo leader (anche) di aver introdotto la tecnica della demonizzazione. Un classico, peraltro, nella tradizione comunista (e post-comunista); nella storia recentissima, solo a Renzi hanno dato del «plagiatore di programmi» (Fassina), o del «fascistoide» (L’Unità), o del Fonzie e Giamburrasca fiorentino (giornali moderati come giornali di sinistra). 

Questo scrive oggi su La Stampa  Jacopo Jacoboni e lo documenta:

Gianni Cuperlo. ... aveva detto, testualmente: «Il segretario si era dichiarato persino disponibile a presiederlo, il governo con Berlusconi». Quindi non critichi tanto le larghe intese, gentile avvertimento. Una critica politica che arriva a ipotizzare però la sostanziale slealtà personale del capo. 
 

Massimo D’Alema. ... diceva “Renzi è come quelli che vogliono prendere la Bastiglia con l’accordo di baroni e baronesse” (i media, insomma); l’altro giorno è stato però intercettato dalla Stampa all’uscita della direzione del Pd e ha commentato il discorso di Renzi con «siamo alle comiche». 

Stefano Fassina. ….ha commentato così il giorno dopo l’incontro con Berlusconi: «Mi sono vergognato, come militante». La stessa cosa che gli gridavano i militanti democratici nei giorni in cui il Pd di Bersani silurava Prodi, o si apprestava alle larghe intese. 

Matteo Orfini..... gli ha rimproverato «io ero in disaccordo nel merito della proposta, ma la direzione ha votato e la discussione è chiusa. Non lo sono invece su un altro piano, ovvero quello del rispetto che dovrebbe esserci tra noi e sul modo in cui si svolge il nostro dibattito». 

Molto di peggio si è scritto in Rete.

Perché la minoranza nel PD è fatta da veri democratici e rispettosi: quando vincono. Quando perdono si scordano delle offese all'avversario e ....si dimettono.  O minacciano scissioni.


venerdì 17 gennaio 2014

La vera partita



Stavolta il furbacchione batte una musata.


Impressionante il dispiegamento di violini Forza Italia verso Matteo Renzi. S'è messo a strimpellare anche Brunetta. Il Cavaliere gargarizza complimenti e dispensa simpatie.
Però è micidiale come una parte della sinistra italiana e del PD mostri ancora di non fidarsi dl giudizio e della capacità di Renzi.
Certo, ci sono pregiate conversioni dall'iniziale scherno o dubbio, verso un apprezzamento sempre maggiore.
Cito una persona che stimo e che mi piace, il nostro ( della Toscana ) Presidente Rossi.
Nelle sciagurate primarie -Bersani Rossi aveva sparato a palle incatenate contro Renzi, trattato da " berluschino".  Ha smesso.

Ma anche Michele Serra se n'è uscito con una Amaca favorevole su La Repubblica.

E infine il meno politico di tutti e uomo di mente libera Curzio Maltese, una volta molto dubitoso.
Scrive su La Repubblica:

...La parte del PD che ha governato per due anni e fino all'altro giorno con Berlusconi si scandalizza se il nuovo segretario Matteo Renzi vuole discutere col capo della destra la legge elettorale.
...E' del tutto legittimo che Renzi voglia discutere le riforme istituzionali e la legge elettorale con la destra. A patto che lo faccia alla luce del sole.

Lo farà. E impedirà anche ( vedetevi il video) che, come scrive Maltese:

...Diciamo la verità, monta una gran voglia di proporzionale nel ceto politico vecchio e nuovo, insieme all'idea di archiviare la seconda repubblica con un ritorno all'antico, alla prima. Si tratta di un interesse trasversale...
Il proporzionale piace alla vecchia nomenklatura del PD, che preferisce governare con la destra piuttosto che farsi rottamare da un possibile governo Renzi.
Il proporzionale piace moltissimo ai minuscoli centri di Casini, Monti e Alfano,che potrebbero (.. ) chiedere pedaggio a qualsiasi futura maggioranza. Non dispiace neanche a Berlusconi ( …) che potrebbe tornare in un governo di larghe intese, dipende naturalmente da chi gli offre cosa.
(….)
...il problema non è se Renzi tratta con Berlusconi, come hanno fatto tutti e su tutto prima di lui. Il problema è non fare la legge elettorale, punto e a capo, per tornare al proporzionale puro e ai fasti della prima repubblica. E' questo il nuovo, vero e grande inciucio. Nella perenne emergenza i cittadini vivono malissimo ma il ceto politico, da Alfano a Casaleggio, compreso il vecchio PD, se la passa assai bene. E dunque che ragione c'è di cambiare?

Questa è la vera partita. Diamo una mano a Matteo Renzi per vincerla. E' anche la nostra partita.


mercoledì 8 gennaio 2014

Renzi, battuta sul rimpasto: ''Fassina chi?''




Bugie bugie ma con le gambe corte.

Sul "chi?" di Renzi, che potete rivedere nel video, è stata costruita una deforme cattaedrale di critiche, lazzi, comparazioni, sdegni.
Matteo Renzi non ha mai detto "Fassina chi?" e neanche " chi è?"
Queste sì  che sarebbero state offese gratuite al Fassina, giovane economista ma sopratutto bersaniano di ferro, col pallino della sinistra sinistra e ancora un po'. 
Ha detto, di fronte al borbottio di un giornalista che lo stuzzicava su un tema che Renzi non voleva trattare e non ha trattato, " chi?" . Perché nel farfuglio deve essere uscito il nome di  Fassina, che del resto si era già dimesso e voleva fortemente dimettersi per uscire da un Governo di Destra, Centro e Sinistra.

A fronte di quel video Francesco  Merlo su La Repubblica ha impostato un'articolessa di critiche a Renzi:
Titolo: Spocchia contro i compagni e marketing così Renzi può sciupare il cambiamento.
Svolgimento
-Il " Fassina chi?"...è rivelatore di una pericolosissima arroganza...Un sapore di complicità commerciale in quel marchio Eataly...( per via dei panini comprati da Eataly, che è proprio di fronte ) ... c'è la solita protervia del parvenu della roba  Calogero Sedara (Calogero Sedara chi?)...ora il partito--salsamanteria e rottamazione sta umiliando la storia della sinistra italiana  ( sic! ) e via così per una pagina intera e quattro colonne. Di Renzi a Merlo non piace niente, né che dice, né che fa, né che mangia né come si veste. Ce ne faremo una ragione.

Basta? Noooo!  In prima pagina di La Repubblica c'è anche Tommaso Ciriaco ( Titolo: "Letta perde la pazienza. Con Matteo è battaglia " .
Le risate! Battaglia? Ma dove,ma quando, ma perché. Questi sono due cavalli di razza, vi pare che si scalcino? Ma il cinquantennio 1945-1995 non ha insegnato nulla a Tommaso Ciriaco?

Sufficit? No, no.
C'è anche il richiamo al precedente illustre e portasfiga: il " Craxi chi?" del buon  Ochetto, che, proprio come Bersani, perse le elezioni.

Matteo Renzi dà noia, a moltissimi e anche a  La Repubblica. Nella cronaca di Firenze di questo giornale  ci sono stati attacchi continui lungo 4 anni. Il perché non lo so. 
Butto là una ipotesi: che ci sia un diffuso timore di essere rottamati tutti, tutta la generazione dei Merlo e dei Mauro, tutto uno stile-Paese, molto più largo del solo Berlusconi e dei suoi boys & puttane. che ci ha portato nella cacca.
Vade retro, Renzi! Incontrollabile, non corrompibile, non acquistabile, senza ambizioni che non sia quella di servire il suo Paese nel modo che sa.  Vede più lontano, capisce prima, dice quello che pensa e fa quello che dice.

Vai Matteo!
P.S.: i panini dfi Eataly ( io abito a duecento metri ) sono eccellenti e sopra tutti  il panino con il lampredotto. E anche tutto il moltissimo, yum,yum, resto. Se quel bischero di Merlo non ci vuole entrare , peggio per lui.


domenica 5 gennaio 2014

E' finito il 2013. Avanti il 2014.





E così s'è chiuso questo 2013.

Avevo scritto “ orrido 2013”. Sono rimasto solo e questo basterebbe a giustificare l'aggettivo. Poi ho cancellato, vergognandomi. Sono avvenute tragedie in confronto alle quali il mio lutto, che rientra pienamente nelle leggi della vita, può essere vissuto con serenità.

Dovessi riassumere il 2013 direi: un anno di straordinario cambiamento per me, ma anche per tutti.
Declina da vecchio rifatto e strafatto, marcito fino al torsolo, Silvio Berlusconi. Avanzano giovani che promettono bene. La crisi ci ha insegnato a calci la virtù della morigeratezza “ a l'ancienne” come dicono i francesi. Al vecchio modo, in cui io sono cresciuto.
Un Papa nuovo: Francesco non è il nuovo Papa, è proprio un Papa nuovo. Lui sì che sembra servus servorum Dei, servo dei servi di Dio, anche se ricorda bene il compito che gli è stato affidato. Ci ho appeso speranze e desideri profondi.
Vito Mancuso ha scritto il suo libro fino ad oggi più importante : “ Il principio passione”
Ne parlerò, ma intanto lo metto tra gli avvenimenti.

Io ho un anno di più, ho cambiato casa, la mia salute peggiora. Però ho ancora begli appetiti , l'affetto dei vicini più prossimi e anche quello di voi che mi leggete e di cui faccio gran conto.

Il fine della nostra vita, l'unico sensato che ho trovato, deve essere aiutare la crescita del Bene e del Bello ( che sono cose concretissime e non discorsi )qui, su questo pianeta, in questo Universo, tra queste creature.
Il fine è quello.
I mezzi sono la nostra pochezza che però può diminuire e tendere al meglio, con qualche aiuto: di Dio, dell'arte, della filosofia, della ragione ma anche dell'amica o amico del cuore.
Procediamo in avanti, avviamoci.




La vita è un percorso. Ci sia benigno, vi sia benigno.
Buon 2014, un lungo anno di 365 lunghi giorni. Grande occasione!