Caro Michele ti scrivo....
Caro
Serra,
questa
è una lettera serissima come di solito non mi capita di scrivere. Si compone di
una descrizione, una considerazione e una richiesta.
La descrizione è di me che di fronte all'eccidio
di Parigi dico di essere Charlie hebdo. Non dopo averci riflettuto perché
quella satira mi pareva sbracata quanto quella di Cuore era attenta.
Scrivo
sul blog che la satira non è confinabile e dunque si identifica con la Libertà
, la Liberté senza sostantivi per precisarla.
Mi
commuove la vignetta del numero dopo la strage: Maometto con una lacrima che
gli scende e che dice che tutto è perdonato. Pensavo che quella vignetta fosse
apprezzata anche dai musulmani, che invece si sono inferociti fino a bruciare
chiese.
La
considerazione è che se io mi commuovo e i musulmani si infuriano il
significato di quella vignetta è totalmente e irrimediabilmente diverso per me
e per loro; ne devo tenere conto. Mi viene in mente il Papa che dice che se qualcuno
gli offende la mamma si prende un pugno papale.
La
richiesta è che tu scriva una lettera ai ragazzacci di Charlie dicendogli che si ritengano liberi di irridere tutto
quello e quelli che credono, Papi, Imam, Bonzi e Lama. Difenderemo Hebdo.
Rinuncino
invece a irridere sei o sette Entità: ora mi vengono in mente Il Grande
Spirito, la Trinità, Gesù e la Madonna, Allah, il Profeta e il Corano, Buddha e
i suoi bodhisatva, Sri Krisna e Ganesh.
Lo facciano non per obbligo ma per non
addolorare quei tre o quattro miliardi di persone che quelle Entità hanno nel
cuore come mamme.
Sono
sicuri che capiranno e ti daranno retta. Dovrebbero anche fare una prima pagina
con scritto:
Su
richiesta di Michele Serra e col suggerimento di Papa Francesco non prenderemo
mai più in giro ecc.
Con
grandissima stima e affetto
Paolo
Pasquini
Firenze
18 Gennaio 2014
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Caro
Paolo, l'argomento, come puoi immaginare, oramai mi spappola quasi il cervello,
a furia di pensarci e ripensarci, scrivere e riscrivere. E' vero, Cuore non
avrebbe pubblicato quelle vignette. Non so adesso, che quelle vignette sono al
rogo e i loro autori uccisi; ma all'epoca certamente no. Ma a Charlie non
scriverò, intanto perché gli attuali gestori nemmeno sanno chi sono (ero amico
di Cavanna, di Wolinsky e del vecchio direttore Philippe Val), poi perché sono
già sommersi di consigli, poveretti. Troppi per un piccolo giornale di satira.
Il
guaio è che, sull'argomento, non esiste (ripeto: NON ESISTE) una posizione
definitivamente giusta. Non bisogna offendere deliberatamente, va bene. Ma
l'offesa è parte integrante della comunicazione, le parole sono sempre
rischiose. Forse che le comunità religiose si sono mai chieste se e come gli
atei si sentono offesi dalle loro parole? I libri sacri sono pieni di orribili
maledizioni, scempiaggini, tabù sessuali, minacce di distruzione e di morte
indirizzati ai senza Dio, agli infedeli, ai nemici. No, non me la sento di
dire: non si deve fare satira contro i simboli religiosi. Non me la sento, per
altro, neanche di farla, pensando alle conseguenze: chiese bruciate,
persecuzioni, morte.
Diciamo
che sono molto felice di NON dirigere un giornale di satira.
Grazie
della tua lettera
Michele Serra
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27 Gennaio: "il giorno della memoria".
Non riesco più a guardare foto e filmati e dunque non li pubblicherò.
Non riesco più ad ascoltare i canti strazianti degli addii.
In questo giorno non solo ricordo quegli stermini ma piango la mia impotenza.
Il giorno della memoria ci deve ricordare di quali abissi di male è capace l'uomo e dunque tutti noi.
Curiamo le difese, alimentiamo la bellezza e la giustizia, proclamiamo l'amore.
Forse in un qualche tempo futuro questo giorno sarà un lontano, inespicabile ricordo.
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27 Gennaio: "il giorno della memoria".
Non riesco più a guardare foto e filmati e dunque non li pubblicherò.
Non riesco più ad ascoltare i canti strazianti degli addii.
In questo giorno non solo ricordo quegli stermini ma piango la mia impotenza.
Il giorno della memoria ci deve ricordare di quali abissi di male è capace l'uomo e dunque tutti noi.
Curiamo le difese, alimentiamo la bellezza e la giustizia, proclamiamo l'amore.
Forse in un qualche tempo futuro questo giorno sarà un lontano, inespicabile ricordo.
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