venerdì 28 ottobre 2016

Terzo raccontino; di quanti ? Mah!



Raccontini su episodi del Vangelo, a caso. ( con prefazione ).


Prefazione

Il lettore si chiederà se quello che legge nei raccontini  sia mito o verità storica. Girano infatti affermazioni, di solito molto semplicistiche, che Gesù è un mito inventato dai primi cristiani ricopiando miti precedenti come quello del dio Mitra o di Dioniso.
E' vero il contrario. Sono i sostenitori di questa ipotesi che hanno spalmato la vicenda di Gesù su quella di divinità precedenti, di cui si conosce per altro pochissimo, per poi leggere il “ copia e incolla” al rovescio.
Se non ci credete leggetevi su Wikipedia le voci “ Mitra” e “Dioniso”.
C'è invece una prova lampante , contenuta nei Vangeli, chi si tratta di una storia vera e di episodi veri: non c'è niente di meno mitico della vicenda di Gesù, che è un antieroe assoluto. Nessuno si sarebbe inventato un mito così bislacco.
Cominciamo dalla nascita, in un misero paesino della parte più misera di Israele, la Galilea. E' figlio di una giovane donna che, fidanzata ad un buon uomo di molto più anziano di lei, gli confessa di essere incinta di un altro. Come dar torto a quei testi ebraici che trattano Miriam come una donna di facili costumi, messa incinta da un legionario romano di passaggio?
Veniamo alla vicenda di Gesù: comincia a trent'anni, cioè quando un uomo è già pienamente maturo, senza che negli anni precedenti il mitico eroe abbia fatto nulla per distinguersi e finisce tre anni dopo con una morte ignominiosa in croce, tradito dal discepolo Giuda e e rinnegato dal capo della sua Chiesa Pietro.
Alla sua resurrezione, momento mitico per antonomasia, non crede nessuno. Il discepolo Tommaso gli dice in faccia brutalmente che se non mette un dito nella ferita del costato, non ci crederà.
Questo fallito, sconfitto, risibile uomo sarebbe il mitico Gesù, suggeritore del mito?
No, non c'è niente di mitico, è tutto vero.
E' vero anche che trecento anni dopo la Sua morte il mondo non era più lo stesso.

E ora potete tranquillamente leggervi i raccontini. Buona lettura!
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Miriam.

Siete soldati? “ chiese la vecchia che stava preparando una zuppa.
No, mercanti. Veniamo dall'India e andiamo a Roma “
Ah, mercanti di spezie! Pepe, noce moscata, chiodi di garofano...!”
Che ne sai di spezie, vecchia?” gli chiese con poco garbo il più vecchio dei due.
La vecchia si girò. Alla luce del fuoco mostrò il viso tagliato da una cicatrice terribile dalla palpebra sinistra fino all'angolo della bocca.
Questa? “ disse quando si accorse della sorpresa del mercante “ bene, ha una sua storia, che non ti racconterò...o forse sì”. Si sfiorò la cicatrice con le dita. Colmò le scodelle di una zuppa profumata di erbe selvatiche. Il più giovane, che stava appoggiato al tronco di una palma, cavò di tasca un cucchiaio e si mise a mangiare voracemente.
Sono stata giovane e bella, sai, mercante? Non sono di qui ma sono tanti anni che ci sto.”
Sono greca e vengo da Atene... Mi chiamo Ipazia.”
Qui dove? Come si chiama questo posto? “ La buona zuppa aveva rabbonito il mercante vecchio.
Questa è la Galilea...”
Sì, lo so che siamo in Galilea ma proprio questo paesino” Indicò le casupole di fango.
Ah, questo è Nazareth. Non si sta male, tutti lavorano, pastori, qualche artigiano, pochi agricoltori, anche pescatori perché a poca distanza c'è un gran lago .”
Israeliti, eh?” se ne uscì il mercante giovane, alto, bruno e forte. “ Seguono quel loro Dio Unico e tutte quelle regole, leggi, come ...” coprì uno sghignazzo con la mano “ la cosa lì, la circoncisione...”
La circoncisione è un atto sacro, è la presentazione a Dio del maschio appena nato”
lo interruppe Ipazia.
E le donne?”
Le donne? Non è facile in Israele nascere femmina. Non piace a nessuno una figlia femmina e qualcuno la lascia anche morire, sopratutto se ne ha altre in famiglia. E qui si dice: se ha due peli sposala. Sono matrimoni combinati”
Come a Roma” interloquì il mercante vecchio.
Sì, ma qui la donna non ha nessun diritto. E' di proprietà prima del padre e poi del marito. Poi, se nasci da genitori vecchi, peggio! Anna e Gioacchino, venti anni fa... Anna la davano tutti per sterile e era già grande, ma poi restò incinta. La contentezza! La pancia cresceva e Gioacchino gongolava, la pancia si appuntiva e Gioacchino a dire che era maschio, era sicuro, si vedeva dalla pancia a punta!
E invece, femmina. Ci rimasero male, la chiamarono Miriam. Non è che sia un gran nome. Nella Bibbia, il loro libro sacro, di Miriam ce n'è una sola e il nome vuol dire  vita amara.
Però, che bambina! Dritta come un fuso, che ti guardava negli occhi tirando indietro un poco la testa. Ti scrutava con due grandi occhi neri, seria, attenta. Non sopportava prepotenze e picchiava i maschi, li suonava come tamburi e quelli a scappare dalle mamme! Erano miei vicini di casa e Miriam cresceva e Anna deperiva...”
Fece una risata molto dolce, che gli abbellì il viso.
Io e Miriam diventammo amiche, sapete? Credo mi considerasse una specie di zia. Crebbe e diventò bella ma nessuna famiglia la voleva . Anna era rimasta vedova, denaro e dote non ce n'era e insomma....”
La vecchia si servì una scodella di zuppa e graziosamente si sedette su un muretto di fango.
Io ero una vergine dedicata ad Athena, dea della sapienza. Ad Atene. Ci siete stati?”
Sì, certo” rispose il vecchio. “ Gran città e grande popolo. Ammiriamo i greci”
Un barbaro mi violentò e lo uccisi infilandogli uno spillone nel cuore”
Su quel vecchio viso passò un'ombra di ferocia. “Ma ero sconsacrata e ferita”
Si sfiorò la cicatrice con le dita. “Sì, molto anni sono passati. Venni via da Atene fino a questo paesino. Si sta bene qui”.
Tra le larghe foglie delle palme brillava un cielo pieno di stelle, lucentissime e vive. Al giovane venne sete ma di un buon vino resinato, profumato...Sospirò.
E Miriam? “ chiese il mercante vecchio.
Guardate” disse Ipazia. Nell'ombra di un vicolo si muovevano figure.
Miriam se la voleva sposare Giuseppe. Un bravo artigiano, ma anche lui, uomo devoto e sciapo, non piaceva a nessuna. Si contentò di una dote di due colombe e si prese Miriam, fiera ma ubbidiente... Finché....”
Cosa finché? “
Ipazia abbassò la voce “ Prima del matrimonio ma già fidanzata Miriam rimase incinta...”
E che c'è di strano? Succede di continuo! Anche qui si ingroppa eh?” sghignazzò il giovane.
Ma non di Giuseppe” terminò Ipazia.
Nel silenzio che seguì si sentì il vagito di un bimbo che veniva da quell'ombra e lo scalpitare di un somarello.
Eh, ma qui, per quello che so, le adultere le lapidano, o sbaglio?”
Giuseppe non disse nulla a nessuno e se la sposò lo stesso”
Che storia strana...” mormorò il giovanotto.
Aspettate, la stranezza viene ora. Miriam disse a Giuseppe e si confidò con me che gli era apparso un angelo del Santo Benedetto, come chiamano loro Dio, e gli aveva detto: concepirai un figlio. Come , se non conosco uomo? aveva chiesto. E l'angelo le aveva detto: lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo.”
Il giovane mercante rabbrividì nella sua gabbana di panno.
E poi successe? “ domandò il vecchio.
Sì, è successo. Un anno fa a Betlemme dove gli sposi erano arrivati nel viaggio verso Gerusalemme nacque un bambino e lo hanno chiamato Gesù” 
 Ipazia abbassò la voce in un bisbiglio .
Nacque tra i segni...”
I signa “ mormorò il giovane che negli dei non ci credeva ma nei signa sì.
Che segni ?” chiese imperioso il padre.
Una stella brillantissima ne indicò la povera capanna dove nacque e tre grandi Re dall'Oriente lo adorarono portando doni...”
I due mercanti s'erano alzati e guardavano verso l'ombra di quel muro.
E ora che fanno?”
Scappano. Erode vuol uccidere il bambino, chiamato Re da quei Re...”
Vieni” disse Lucio al figlio Marco “ vieni”.
Dall'ombra di quel muro, al chiaro della luna crescente comparve una figura di donna. Per un momento parve splendere di luce e guardò con grandi occhi scuri i due. Teneva in braccio un bimbo.
Lucio e Marco si trovarono a ginocchio piegato e i berretti in mano, mentre Miriam e Giuseppe si allontanavano veloci.
Che abbiamo visto, pa'?” chiese Marco “ una regina?”
Una Regina di sicuro , Marco, ma non so, non so di quale Regno”.
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P.S: Penso che la Madonna sia apparsa ad Antonello da Messina. Non c'è altra spiegazione.

venerdì 21 ottobre 2016

Il crampo dello scrivano confuso



L'eccessivo rumore di fondo e i raccontini del Vangelo.

Ho cercato di capire perché sono più di due mesi che non scrivo sul blog. Non ho mai pensato di non scriverci più ma volevo scriverci troppo. Innumerevoli temi, assordante rumore di fondo della comunicazione totale.
Così mi sono messo a scrivere raccontini su episodi del Vangelo; ve ne propongo uno ma finirà che saranno uno alla volta.
Mi stanco fisicamente anche pensando, si invecchia ma l'importante è fare come i vecchi ciocchi nel camino, scaldano fino all'ultima brace.
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Cana.

Ebbene, per raccontare questa storia comincerò dal vino, importanti signori.”
Abir Melchisedek, che a tutto assomigliava tranne che ad un toro, allungò le sue mani grassocce verso il piatto di portata, tastò due salcicce, le trovò della giusta morbidezza e se ne infilò una in bocca.
Sì, dal vino! Noi in Israele produciamo il migliore e sulle alture di Cana in Galilea, il migliore del migliore! E io sono...io sono...come dite voi romani?”
Marco Quintilio Romulo, capo manipolo della Legio XIII Fulminata lo guardò con disprezzo borbottando “ Diciamo un figlio di cagna, mercante di vino giudeo ?”
Ecco! Mercante! E non dei minimi! Mi veniva oste, che sciocco! “
La taverna “ da Coso al Prenestino” era frequentata solo da soldati e mercanti. Una specie di club esclusivo da cui i cittadini ordinari giravano alla larga.
Davanti a un enorme braciere su cui girava un arrosto di pecora stava un lungo tavolo e a capotavola, lui, Abir, allegro per certi affarucci ben riusciti e ciarliero come sempre.
La compagnia non era di buon umore. Marco Quintilio Romulo e la sua Legione partivano a giorni per la Britannia dopo due anni di Tracia e Publio Cornelio della XX legione Valeria Victris era appena tornato dalla Gallia.
E dunque, signori e valorosi, chi mai ha inventato il vino?” Abir s'era alzato con la coppa in mano.” Chi?”
Marco Quintilio lo guardò divertito: “ Il dio Bacco? “
Ma no, sciocchino! Noè, il nostro Noè! Dopo l'orrendo diluvio, salvo per volontà dell'Altissimo, piantò la prima vite e...”
Dalla porta che dava su una piazzetta illuminata dal sole di Roma era entrato un legionario, che girò lo sguardo attorno nel buio della taverna. Publio Cornelio si voltò a guardarlo e se ne uscì con un sorriso che scoprì i suoi vecchi denti gialli.
Claudio! Che fai qui ?” Si alzò barcollando e abbracciò un centurione nella sua bella uniforme.
Oh Publio, ringrazio la Fortuna di trovarti, caro amico! Come stai?”
Vieni Claudio, siedi con noi. Questo è Marco della Fulminata e lui” indicò Abir, che era rimasto impalato con la coppa in mano “ è un giudeo che ci racconta storie. Coso, oste per finta, porta da bere, gli dei ti sprofondino, e un pezzo di quella pecora, morbido però! Per Claudio qui e...”
Grazie Publio”
Claudio era di nobile famiglia e si vedeva. Suo nonno Lentulo era stato generale sotto Giulio Cesare. Si sedette compostamente togliendosi l'elmo e posando la daga sul tavolo.
Finalmente a casa! Arrivo ora dalla Palestina con la mia centuria. Ringrazio gli dei per militare nella Cyrenaica. Viaggio lungo.”
Benvenuto a Roma, o nobile Claudio! E dunque io, modesto mercante di vini della parte di mondo da cui arrivi, narravo di Noè”
Che secondo voi piantò la vite” lo interruppe Claudio.
“ Conosci le Scritture?”
Un poco. Sono stato tre anni in Israele. Siete un brutto popolo, litigioso, indisciplinato e testardo.”
Ma non io, nobile signore! Io amo Roma e i romani ...E ora se permettete racconterò la storia che m'ero proposto e che avvenne due anni fa proprio a Cana.
Si sposavano...” Abir abbassò la voce “ due meravigliosi ragazzi di nobili famiglie. Ricchi! Belli! Amati! . Lei Rachele, lui Aser. Avevano invitato cinquecento persone! Cinquecento! Un numero enorme! E io, modestamente, fornivo il vino.
Riempii dodici orci del migliore e cinque vasche di acqua purissima e fu una gran festa”
Abir fissò i romani che lo seguivano distratti.
Ma!” Il “ma!” fu pronunciato a voce altissima; qualche testa si girò a guardare. I romani lo fissarono interdetti.
Ma sul finire, quando l'allegria era al massimo...” Abir si guardò intorno chiamando la taverna a partecipare “ finirono il vino!”
E questa sarebbe la storia? Dovrei prenderti a calci... “
Ma no, valoroso Publio, la storia comincia ora. Era stato invitato un maestro, un rabbi, e sua madre. Nazareno, di nome Gesù,che girava la Galilea predicando. Un tipo, un tipo...” Abir guardò dentro la coppa “ insomma, autorevole, come dire, che incuteva rispetto. Seguito da moltitudini! Sedevano, lui e sua madre, proprio accanto allo sposo e quando finì il vino...Da noi è un disonore per sempre e una offesa agli ospiti, un disastro” tirò un sorso dalla coppa “ da far ridere per sempre la città....Insomma, la madre si girò e gli disse: hanno finito il vino. Io lo sentii, ero dietro a badare che tutto filasse liscio. Lui si girò e serio serio gli disse: donna, non è ancora giunto il mio momento “
E in Israele le donne alle feste di nozze rimbrottano i figli?” chiese Marco.
No! Ma non erano un solito figlio con una solita madre, ve lo garantisco! E insomma lui gli disse: vadano alle vasche dell'acqua, E io ci arrivai per primo e giuro su...giuro che erano colme del vino bianco più profumato, più squisito” guardo con disgusto la brocca della taverna “ e io me ne intendo”
E naturalmente lo assaggiasti”
Eh sì, lo assaggiai a lungo ma come tutti e il padre della sposa disse allo sposo, ragazzo, di solito alla fine si dà il vino peggiore...”
Capite? Un miracolo!”
Publio ghignò “ Un miracolo ? Mah! E comunque uno dei vostri profeti, ne avete sempre qualcuno. La storia è bella. Anzi, la storiella è bella!”
Però questo” interloquì Claudio “ lo abbiamo crocifisso; è successo proprio due giorni fa”
La crocifissione era una condanna così orrenda che tutti ammutolirono.
Crocifisso? Ma non lo facciamo mai! Solo ribelli a Roma o assassini. Che aveva fatto, il Rabbi?
Niente. Ma predicava da tre anni cose inaudite. Il Sinedrio e i grandi sacerdoti capirono subito il rischio che correvano. Hanno preteso da Pilato di crocifiggerlo.”
Ci fu nella taverna un istante di silenzio; solo il rumore del fuoco.


Io ero sotto la croce mentre moriva. E vi dico...” Claudio girò la testa quasi guardasse in alto “ ...che quell'uomo poteva davvero essere il Figlio di Dio.”
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Sono graditi pareri su qualità, stile, consistenza e quanto serva al povero scrittore....
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Credo sia utile anche la prefazione ai raccontini.
La riporto qui sotto.

Prefazione

Il lettore si chiederà se quello che legge nei raccontini che seguono sia mito o verità storica. Girano infatti affermazioni, di solito molto semplicistiche, che Gesù è un mito inventato dai primi cristiani ricopiando miti precedenti come quello del dio Mitra o di Dioniso.
E' vero il contrario. Sono i sostenitori di questa ipotesi che hanno spalmato la vicenda di Gesù su quella di divinità precedenti, di cui si conosce per altro pochissimo, per poi leggere il “ copia e incolla” al rovescio.
Se non ci credete leggetevi su Wikipedia le voci “ Mitra” e “Dioniso”.
C'è invece una prova lampante , contenuta nei Vangeli, chi si tratta di una storia vera e di episodi veri: non c'è niente di meno mitico della vicenda di Gesù, che è un antieroe assoluto. Nessuno si sarebbe inventato un mito così bislacco.
Cominciamo dalla nascita, in un misero paesino della parte più misera di Israele, la Galilea. E' figlio di una giovane donna che, fidanzata ad un buon uomo di molto più anziano di lei, gli confessa di essere incinta di un altro. Come dar torto a quei testi ebraici che trattano Miriam come una donna di facili costumi, messa incinta da un legionario romano di passaggio?
Veniamo alla vicenda di Gesù: comincia a trent'anni, cioè quando un uomo è già pienamente maturo, senza che negli anni precedenti il mitico eroe abbia fatto nulla per distinguersi e finisce tre anni dopo con una morte ignominiosa in croce, tradito dal discepolo Giuda  e rinnegato dal capo della sua chiesa Pietro.
Alla sua resurrezione, momento mitico per antonomasia, non crede nessuno. Il discepolo Tommaso gli dice in faccia brutalmente che se non mette un dito nella ferita del costato, non ci crederà.
Questo fallito, sconfitto, risibile sarebbe il mitico Gesù, suggeritore del mito?
No, non c'è niente di mitico, è tutto vero.
E' vero anche che trecento anni dopo la Sua morte il mondo non era più lo stesso.
E ora potete tranquillamente leggervi i raccontini. Buona lettura!