mercoledì 23 maggio 2012
Morte, morte e paura
Morte a sedici anni.
Si può anche comprare e poi assemblare, e poi innescare con cura e comandare a distanza tre bombole di gas per bruciare vive quante più ragazze possibile.
E' morta Melissa, che rideva con l'amica del cuore; è bruciata con la sua cartella piena di sogni ben ripiegati.
Sono di quelli che credono che non si muoia del tutto e dunque Melissa e il suo sorriso sono in un Altrove dove vibra una sola nota infinibile, accanto a Colei, così quieta, così sola, di cui non conosciamo il nome, ma che potremmo chiamare la Madre del mondo.
La paura.
Arrivammo in Emilia nel 1941, la famiglia Pasquini al completo, con a capo il neo Direttore Didattico Renato. A Copparo, venti chilometri da Ferrara, 144 classi per non so quante scuole in posti dai nomi improbabili come Coccanile, Tresigallo, Formignana o fascinosi come Pontelagoscuro o Iolanda di Savoia.
Ce ne andammo nel 1951, perché il Direttore aveva avuto il " trasferimento" a scelta, Lucca o Firenze.
Dieci anni sono tanti e mi sono portato via un bel pezzo di Emilia ferrarese, quella che sente che là da qualche parte c'è una gran cosa che si chiama Po. Altro che padani della bergamasca.
Ma quello che m'è restato è stata stima, affetto e riconoscenza per gli emiliani, che sono originariamente contadini di pianura e dunque tranquilli, generosi e amichevoli. La bolla di impenetrabile toscanità della famiglia Pasquini poté godere di ogni attenzione e riguardo, riflessi della stima del Signor Direttore. Così mangiammo latte, pane bianco e arista di maiale per tutta la guerra, e con le mele sotto il letto. Ho un debito con la bassa ferrarese, di scoperte, fantasie e benessere.
Così mi s'è spezzato il cuore a vedere i guasti del terremoto, inaspettato, inaudito, mortale.
Viene la solita sensazione di impotenza, non placata dalla sottoscrizione di qualche decina di euro.
Ma ce la faranno, gli emiliani del ferrarese; è gente che ha imparato a fare bene piastrelle e meccanica fine come i babbi hanno sempre fatto bene grana padano squisito e l'allegro lambrusco dalla gran schiuma.
Dai, che poi panna fritta, tortellini, gran bollito e fisarmonica non ce li leva nessuno.
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sensazione di impotenza nell'uno e nell'altro caso.. ma hai ragione, gli Emiliani li vedo forti anch'io e organizzati, ce la faranno
RispondiEliminae spero ce la facciano anche i genitori di Melissa, perdere l'unica figlia dev'essere tremendo, solo l'affetto degli altri li potrà aiutare
ciao
Sgomento e basta, restano le differenze tra voler ammazzare volutamente con cattiveria estrema e la forza che la natura crea.
RispondiEliminaSi principia a scrivere di tragedie si finisce con la buona cucina, regali sempre botte di ottimismo. Ciao.