Perdono sorelle e fratelli.
Perdonate sorelle e fratelli
morti ammazzati
di fuoco o piombo o mina
su questi monti secchi
d'Appennino.
Perdono perdono
Luciana e Marta e Romano
e il vecchio Paladini morto
tra le vacche.
Non vi meritiamo.
Dicono che voi riversi
eravate uguali alle camicie nere
perché morti uguali.
Ma Giuseppe detto Palle
aveva tre anni.
Tre anni sono pochi per morire.
Settanta sono pochi per scordare.
Quei morti nostri li abbiamo
Fermi nel cuore e l'occupano
L'occupano ancora tutto.
ilvecchio
versi che dicono tutto. qualsiasi altra parola sarebbe superflua. ma grazie di aver ricordato, anche tu.
RispondiEliminaio sono andata a Porta San Paolo, vedere vecchi/e partigiani/e piangere per la commozione di trovarsi insieme ai giovani che allora non c'erano e cantare insieme le canzoni sempre giovani di allora..
RispondiEliminaciao
bellissima. grazie
RispondiEliminaGrazie Soffio.
EliminaSplendida,ti ringrazio anch'io.
RispondiEliminaMi fa molto piacere questo apprezzamento, da te poi...
Eliminaè triste pensare che la storia ancora non ha toccato il cuore dell'uomo... ogni giorno è diventato giorno della memoria...memoria di violenze di guerre di morte la cui unica ragione è la crudeltà camuffata da tutti quegli argomenti e conseguenti comportamenti folli e irragionevoli per i quali l'uomo si giustifica...
RispondiEliminaSono semplici le tue parole Paolo ma intensamente emotive e moralmente determinate come il perdono
Ti penso con affetto
Un abbraccio
Sil
Cara Sil, il tuo abbraccio è contraccambiato di cuore. Scrivo qui un po' come un cretino, non so se la risposta vi arriva per e mail, come a me i vostri commenti, o dovete ripassare di qui...
EliminaQuello che conta è l'affetto!
I morti non sono tutti uguali, no.Non riusciranno a convincere noi, quelli dopo di noi, non sappiamo...
RispondiEliminaTramandare la memoria. Doveroso e non facile...
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