Viaggio lontano lontano, col Papa.
Ho
seguito passa per passo tutto il viaggio di papa Francesco in
Messico. Mi sono visto tutto quello che l'eccellente TV vaticana (
TV2000) ha trasmesso giorno e notte, fino alle 3,30 di stanotte
quando Bergoglio, ben piantato sulle sue grosse scarpe nere da
piemontese tosto e da argentino errante, non è salito sull'aereo
Aeromexico per tornare da noi.
Ho cantato con le donne messicane, bellissime e dignitose, ho riso coi
bimbi, ho pregato con loro davanti ai Crocefissi e alle Vergini pieni
di sofferenza, riflesso del dolore di quei popoli conquistati,
massacrati, resi schiavi e derubati, da noi. Ora, per loro rivincita, conquistano noi; “indios” che ci fanno lezione di amore per il
Pianeta e per la Virgen de Guadalupe, la Morenita.
Nel
carcere di Ciudad Juarez, lungo la terribile rete che divide povertà
e ricchezza, disperazioni e speranze, vita e morte, Papa Francesco ha
portato il messaggio del Cristo, crocifisso e risorto, la Sua
speranza, la Sua misericordia.
Mentre
nel cortile della prigione un'orchestrina suonava “ Cielito lindo”
e “ Besame mucio” e una fila ordinata di prigionieri si
avvicinava all'abbraccio del Papa, di colpo, come una folgorazione, mi
sono reso conto che io quella scena l'avevo già vista, ma dove, ma
dove? Poi ho ricordato, era Auschwitz
, l'orchestrina cenciosa
di violini ebrei, la
fila dei prigionieri verso la forca.
Era
Auschwitz, finalmente cambiato di segno, trasmutato nel suo
contrario.
Mi
sono messo a piangere e ho reso grazie.
Lunga
vita a Papa Francisco.
P.S.
Vista
dagli sterminati territori messicani e dalle moltitudini colorate,
festanti, urlanti, danzanti e canore del Messico, la curia romana
sembra una collezione di vecchie mummie avvizzite, cardinaloni con
superattico, astuzie e piccinerie.
Speriamo
nello spalancamento di finestre e cambio di arredamento.
P.P.S.
Mi
faccio profeta e dico la prossima modifica di Francesco, dopo l'abbandono delle scarpette rosse di Prada e i mantelloni a penne di pavone
multicolori:
-eliminazione
dell'inno pontificio, un paraponzi di Gounod voluto da Pio XII nel
1950 e ascoltato da Francisco alla partenza da Ciudad Juarez con una
incontrovertibile espressione : Dio, che palle!
Speriamo che il cambiamento non si fermi con Papa Francesco!
RispondiEliminaHai visto che c'e'stato dopo Giovanni XXIII!
sono 20 secoli che la Chiesa va a zig e zag. La Chiesa organizzata perché quella vera, che è quella dei Santi, ha camminato diritta nella luce del Cristo, in ogni epoca. Naturalmente speriamo che le due Chiese si avvicinino; oggi sta succedendo!
RispondiEliminaMi fa sempre commuovere per poi recuperare un poco di serenità la quale in questo ultimo periodo mi ha lasciato. Grazie Paolo
RispondiEliminaCara Carla, mi dispiace profondamente trovarti triste e preoccupata. Se vuoi e ti servisse scrivimi a paolopa56@hotmail.com
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