Il prozzimo Presidente del Consilio, sponzorizzato da tuti i capatazz itagliani e paziensa le figure di merda.
Ho letto e volentieri pubblico.
PIERO
SANSONETTI
Neanche
gli scandali sono più quelli di una volta! Una volta per fare uno scandalo era
necessario che girassero dei quattrini. Ora si possono fare anche gratis. Ieri
provavo a richiamare alla memoria gli scandali politici che ricordo, quelli
grandi, che fecero scalpore, ( ......) e che per conseguenze politiche e mediatiche - per
potenziale di fuoco della stampa e dei partiti politici - possono ricordare
questo scandalo di banca Etruria. Mi è tornato alla mente lo
scandalo delle banane ( del 1960 ndr )
poi mi
ricordo gli anni 70, con la Lockheed, che fu uno scandalo colossale, lambì
l’onorabilità di Moro, fece tremare i governi e la Dc e mandò a gambe all’aria
persino il Quirinale, dove c’era l’incolpevole Giovanni Leone che fu costretto
a dimnettersi. ( .... )Non si è mai saputo bene
quanto fossero grandi queste tangenti e chi le abbia intascate. ( ... ) Un ministro finì in prigione, si chiamava Mario Tanassi ed era
stato segretario del partito socialdemocratico e del partito socialista
unificato. Un altro ministro, Luigi Gui, democristiano, fu assolto. Negli anni
ottanta arrivò lo scandalo petroli. Lì per la prima volta tremò il Psi che
controllava l’Eni. (.... )Era una roba davvero grossa, perché erano stati fatti, pare,
un gran numero di imbrogli ( .... ) Quante
tangenti? Circa 2000 miliardi di lire, una montagna incredibile di soldi.
Dopodiché si arriva a Tangentopoli, frazionata in tanti scandali, il più grande
dei quali fu quello Enimont ( l’azienda nata dalla fusione di Eni e Montedison)
con tangenti miliardarie pagate a tutti i partiti, sia di governo sia di
opposizione.
Ecco,
ora c’è lo scandalo Boschi. I plotoni di esecuzione sono molto folti e ben
attrezzati. Sparano, sparano, sparano ogni giorno. Nei plotoni ci sono i rappresentanti
dei partiti, ma soprattutto ci sono i giornali e le Tv. A capo di tutti i
plotoni c’è il personaggio emergente della politica italiana: Marco Travaglio.
Che è ubiquo. E ormai guida giornali e partiti in contemporanea.
Quel
che manca in questo scandalo è solo un dettaglio: l’oggetto dello scandalo.
Quello non c’è. Ci sono gli imputati, gli accusatori e la condanna. Manca
l’accusa. Boschi sarebbe colpevole di conflitto di interessi, pur non avendo
sicuramente incassato un solo euro bucato e non aver commesso nessunissima
violazione della legge e neppure nessun atto censurabile, e non avere mai
favorito ma anzi aver danneggiato suo padre.
Non ha
colpe specifiche - dicono gli accusatori ma è colpevole. E’ vero che non ha
favorito suo padre, ex vicepresidente della fallita banca Etruria, però - dice
Travaglio, spesso sorridendo - in pratica lo ha favorito. Come? Salvando la
banca? No, questo no. Salvando la sua vicepresidenza? No, questo no.
Permettendogli di portar via un bottino? No, ma per carità, non è questo! E
allora? Cosa ha fatto il governo Renzi- Boschi con Etruria? L’ha commissariata,
sì, però lo ha fatto malvolentieri. Forse. Ecco, l’accusa è questa:
malvolentieri. E poi, comunque, avrebbe potuto non farlo e in quel caso ci
sarebbe stato, se non proprio un reato, sicuramente un peccato. Giusto -
ribatte l’accusa - ma il fatto stesso che avrebbe potuto non farlo, e dunque
compiere una scorrettezza, configura di per se la scorrettezza.
L’altra
sera ho seguito per un’oretta una trasmissione televisiva della Sette, “di
martedì”. Era sul caso Boschi, ma la Boschi non c’era. Non c’era neanche nessun
altro che
sostenesse posizioni o idee a lei vagamente favorevoli. La tesi dell’accusa era
quella che abbiamo spiegato poche righe qui sopra. “Non l’ha fatto ma avrebbe
potuto…”. La trasmissione era organizzata così: prima ha parlato Di Battista,
quello dei 5 Stelle. Senza nessun contraddittorio, come si usa con i 5 Stelle.
Solo, assiso su una bella sedia, ha potuto indisturbato svolgere il comizio e
spiegare come e perché la Boschi è massimamente colpevole e il fatto che però
non abbia colpe è del tutto secondario.
Poi Di
Battista se ne è andato e sono arrivati tre giornalisti. Per discutere in modo
più oggettivo, meno politicizzato. Volete sapere chi? Beh, Marco Travaglio e
Maurizio Belpietro, cioè i direttori dei due giornali che stanno guidando la
campagna contro la Boschi, e Massimo Giannini, giornalista di Repubblica che
notoriamente - per ragioni anche comprensibili - tutti può sopportare nel mondo
politico italiano, tranne Matteo Renzi . Ne è nata una discussione surreale fra i tre, perché ciascuno voleva
dimostrare di essere più inflessibile degli altri due ( .... )
A un
certo punto Travaglio se ne è andato, dicendo che doveva tornare al suo
giornale, per lavorare un po’. Belpietro e Giannini hanno continuato a
picchiare sulla Boschi. Poi è arrivato Bersani. Ha iniziato a picchiare anche
lui. Passano cinque minuti d’orologio e ricompare Travaglio. Stupore: ma come,
non se n’era andato? Floris, tutto soddisfatto, annuncia che Travaglio è
arrivato al suo giornale ma non ha trovato molto da fare e dunque si è
ricollegato. E allora Floris gli chiede cosa pensa del caso Boschi. Travaglio
dice che è peggio di Berlusconi. poi ridanno la parola Belpietro e Giannini.
Poi di nuovo a Travaglio.
Mistero su come abbia fatto
Travaglio a coprire la distanza tra il quartiere Prati e il quartiere San
Giovanni, con tanta rapidità. Mistero, che si aggiunge al mistero di come possa
esistere uno scandalo senza scandalo e un colpevole senza colpe.
E’ la nuova politica, che funziona
così.
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Piero Sansonetti su " Il Dubbio".
Per finire, BUON NATALE con Spelacchio, l'albero che i romani si sono beccati, insieme ad altre ben più pesanti miserie, votando la Pentastellata Raggi.
Un monito?
Il popolo li voterà ugualmente, stanne certo.
RispondiEliminaAnche se sono d'accordo con l'analisi di Sansonetti, io credo che la Boschi, per il bene del partito avrebbe dovuto mettersi da parte. Questo caso, è inutile che stiamo lì a nascondere la testa sotto la sabbia, ha tagliato le gambe definitivamente al PD. Alle prossime elezioni i pentastellati (senza meritarlo) faranno un bottino ricco, e ce li troveremo a governarci, magari insieme a Salvini, vedrai. Mi amareggia che Renzi non abbia voluto capire. Soprattutto mi amareggia che Renzi non sappia "ascoltare" noi che lo votiamo...
Vabbè, intanto... Buon Natale e Buon tutto, caro caro caro Paolo. Smack!