giovedì 9 agosto 2012
Mare mio ( quanto mi manchi....)
Il mare di casa. ( prima puntata )
Il mare di casa era quello nel canale di Piombino davanti al Cavo, frazione di Rio Marina e posto più bello dell'Elba. Il Cavo ha una fortuna: la strada non prosegue, è in un fondo di sacco. Così s'è salvato per anni dal turismo asfissiante.
Io ci sono quasi nato, ma il "quasi" sciupa tutto, perché o si è elbani o non lo si è ; un po' come essere ebrei. Però sono stato lì ogni estate da zero anni fino a ventisei e poi un mese tutti gli anni dopo. Cioè quasi altri cinquanta.
Non mi ricordo quando ho imparato a nuotare e neanche quando m'è nata la smania di salire in una barca. Anche oggi, quando vedo un gozzo galleggiare alla banchina mi viene la voglia di zomparci sopra: andare, andare!
Avrò preso da mamma, lei sì elbana doc; una satanassa di mare.
Fortuna ha voluto che mio "zio" Cardenio fosse anche pescatore oltre che minatore. Pescatore col tramaglio, che è una micidiale rete di fondo piena di piombo che a quei tempi si calava e si recuperava a braccia.
Sul gozzo due uomini soli; uno ai remi per spingere la poppa della barca contro corrente e consentire al pescatore vero di tirarla su facendola strisciare su un rullo; ne gettava le bracciate vuote da una parte e quelle col pesce da un'altra.
Il canale è un posto di venti e correnti; e se la corrente era "fresca" o il mare mosso...
Alla fine Cardenio cedette alle preghiere della cugina mamma Wilma ( o portaci a Paolo...) e a dieci o dodici anni mi imbarcò con l'ordine tassativo di starmene a prua, dove non intralciavo, buono e zitto.
O gaudio e felicità! La barca che traversa il porto mentre i pescatori scrutano mare e cielo, non ci fossero minacce o burrasche a giro. Poi il controllo dell'attrezzatura e di quel motoruccio da venti cavalli che ci spingeva. Il gozzo di legno di cinque metri mi pareva una baleniera, ogni particolare fascinoso con quei nomi strani: gli staminali*, il pagliolo*, il bugliolo*, il biagio*, gli scalmi* con gli strobi*...
Il "nostro " mare, cioè il mare dei cavesi, aveva limiti molto precisi: a sud la " casa del Direttore" di capo Pero. A nord la secca fuori la Punta del macchione, se uno non voleva fare lo spiritoso con mari lontani. A est Palmaiola e a ovest i Sassi Rossi.
Di quel mare Cardenio conosceva ogni fondale e scoglio, ogni gioco di corrente e ogni zona pescosa ma sopratutto sicura da non perderci le reti. Se un pescatore perdeva le reti , anche non tutte, impigliate in uno scoglio o in relitto, mai avrebbe trovato i soldi per ricomprarle.
Cardenio calava con le "segnure", che erano triangolazioni di allineamenti e riusciva a beccare il punto col la precisione di mezzo metro. " Segnure" strane, che al profano sembrano una presa di giro: Capo Pero aperto un passo e la casa sul monte a filo... Oppure Cerboli a filo di Palmaiola e Portoferraio aperto...
Imparai: prima a smagliare i pesci dalla rete senza bucarmi con le scorpine e pesci cappone, poi a reggere il tramaglio per riordinarlo e poi a remare, quando ebbi i muscoli giusti; remavo come una belva. Ho avuto l'onore di essere l'omo di Cardenio in molte occasioni di pesca e da quel mare generoso veniva su ogni bendidio. E poi con mio cugino Carlo, e facemmo sfracelli.
Finché nel 1968, accidenti a loro, proibirono la pesca dei dilettanti.
Ormai c'era stato il " bum " e il pesce si poteva comprare, no?
Provammo a sfidare le vedette e pescare di frodo, ma aumentarono a dismisura le pene e si smise.
A pescare ci siamo andati ancora, con lenze e palamiti, con nattelli e bollentini, ma non è mai stata più la stessa cosa...
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i termini:
staminali-le costole della barca di legno...
pagliolo- gli assi sagomati e mobili che fanno del fondo della barca, che sarebbe a punta, un fondo piano.
Da cui il dire birbante: ma l'hai messa a pagliolo? Nel caso di passeggiata con la propria bella...
bugliolo- il secchio, da cui: se alla bella di cui sopra scappa la pipì, dove mai potrà farla? Ma nel bugliolo!
biagio- il robusto legno che si infila ( e si sfila ) nell'occhiello del timone. Da cui: non mi fare incazzare! Ti rompo il biagio in testa!
scalmi-i legni o ferri verticali piantati sul boro della barca per fissarci i remi.
strobi-legacci ad anello che servono a fissare il remo allo scalmo.
La mappa: si vede bene il Cavo, che ha davanti un poco a destra l'isola di Palmaiola. Capo Pero esce dalla linea di costa come un brufolo.... Se seguite la costa dal Cavo verso sinistra trovate l'isolotto dei Topi, la punta del Macchione e dopo una insenatura a V stretto ( il Pisciatoio ovvero pescatoio...) , le grandi rocce dei Sassi Rossi.
Continuando finite dopo poco a Portoferraio.
Casa : mia, di mamma Wilma, di nonno Filiberto, dei bisnonni Nunziata e Giacomino è lì: Via Manzoni; ma il posto in realtà si chiama Ombrìa; di faccia ha ovviamente Solana.
Carlo e io dopo una soddisfacente pesca notturna a Palmaiola, a poppa del gozzo. ( ahi perduta giovinezza...)
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ecco il lupo di mare che esce fuori! :))
RispondiEliminason stata all'Elba una volta sola anni fa, ma ci tornerei volentieri!
conservami un biagio, che potrebbe tornare utile..
ciao!
Ciao Giovanotta! Troverai l'Elba cambiata in peggio ma sempre splendidissima; vacci di Giugno, quando fiorisce tutta come una fanciulla...
RispondiEliminaOK per il biagio!