L'eccessivo rumore di fondo e i raccontini del Vangelo.
Ho cercato di capire perché sono più di due mesi che non scrivo sul blog. Non ho mai pensato di non scriverci più ma volevo scriverci troppo. Innumerevoli temi, assordante rumore di fondo della comunicazione totale.
Così mi sono messo a scrivere raccontini su episodi del Vangelo; ve ne propongo uno ma finirà che saranno uno alla volta.
Mi stanco fisicamente anche pensando, si invecchia ma l'importante è fare come i vecchi ciocchi nel camino, scaldano fino all'ultima brace.
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Cana.
“ Ebbene, per raccontare
questa storia comincerò dal vino, importanti signori.”
Abir Melchisedek, che a
tutto assomigliava tranne che ad un toro, allungò le sue mani
grassocce verso il piatto di portata, tastò due salcicce, le trovò
della giusta morbidezza e se ne infilò una in bocca.
“ Sì, dal vino! Noi in
Israele produciamo il migliore e sulle alture di Cana in Galilea, il
migliore del migliore! E io sono...io sono...come dite voi romani?”
Marco Quintilio Romulo,
capo manipolo della Legio XIII Fulminata lo guardò con disprezzo
borbottando “ Diciamo un figlio di cagna, mercante di vino giudeo
?”
“ Ecco! Mercante! E non
dei minimi! Mi veniva oste, che sciocco! “
La taverna “ da Coso al
Prenestino” era frequentata solo da soldati e mercanti. Una specie
di club esclusivo da cui i cittadini ordinari giravano alla larga.
Davanti a un enorme
braciere su cui girava un arrosto di pecora stava un lungo tavolo e
a capotavola, lui, Abir, allegro per certi affarucci ben riusciti e
ciarliero come sempre.
La compagnia non era di
buon umore. Marco Quintilio Romulo e la sua Legione partivano a
giorni per la Britannia dopo due anni di Tracia e Publio Cornelio
della XX legione Valeria Victris era appena tornato dalla Gallia.
“ E dunque, signori e
valorosi, chi mai ha inventato il vino?” Abir s'era alzato con la
coppa in mano.” Chi?”
Marco Quintilio lo guardò
divertito: “ Il dio Bacco? “
“Ma no, sciocchino! Noè,
il nostro Noè! Dopo l'orrendo diluvio, salvo per volontà
dell'Altissimo, piantò la prima vite e...”
Dalla porta che dava su
una piazzetta illuminata dal sole di Roma era entrato un legionario,
che girò lo sguardo attorno nel buio della taverna. Publio
Cornelio si voltò a guardarlo e se ne uscì con un sorriso che
scoprì i suoi vecchi denti gialli.
“ Claudio! Che fai qui
?” Si alzò barcollando e abbracciò un centurione nella sua
bella uniforme.
“ Oh Publio, ringrazio
la Fortuna di trovarti, caro amico! Come stai?”
“ Vieni Claudio, siedi
con noi. Questo è Marco della Fulminata e lui” indicò Abir, che
era rimasto impalato con la coppa in mano “ è un giudeo che ci
racconta storie. Coso, oste per finta, porta da bere, gli dei ti
sprofondino, e un pezzo di quella pecora, morbido però! Per Claudio
qui e...”
“ Grazie Publio”
Claudio era di nobile
famiglia e si vedeva. Suo nonno Lentulo era stato generale sotto
Giulio Cesare. Si sedette compostamente togliendosi l'elmo e posando
la daga sul tavolo.
“ Finalmente a casa!
Arrivo ora dalla Palestina con la mia centuria. Ringrazio gli dei per
militare nella Cyrenaica. Viaggio lungo.”
“ Benvenuto a Roma, o
nobile Claudio! E dunque io, modesto mercante di vini della parte di
mondo da cui arrivi, narravo di Noè”
“ Che secondo voi piantò
la vite” lo interruppe Claudio.
“ Conosci le Scritture?”
“ Conosci le Scritture?”
“Un poco. Sono stato tre
anni in Israele. Siete un brutto popolo, litigioso, indisciplinato e
testardo.”
“ Ma non io, nobile
signore! Io amo Roma e i romani ...E ora se permettete racconterò la
storia che m'ero proposto e che avvenne due anni fa proprio a Cana.
“Si sposavano...” Abir
abbassò la voce “ due meravigliosi ragazzi di nobili famiglie.
Ricchi! Belli! Amati! . Lei Rachele, lui Aser. Avevano invitato
cinquecento persone! Cinquecento! Un numero enorme! E io,
modestamente, fornivo il vino.
Riempii dodici orci del
migliore e cinque vasche di acqua purissima e fu una gran festa”
Abir fissò i romani che
lo seguivano distratti.
“ Ma!” Il “ma!” fu
pronunciato a voce altissima; qualche testa si girò a guardare. I
romani lo fissarono interdetti.
“ Ma sul finire, quando
l'allegria era al massimo...” Abir si guardò intorno chiamando la
taverna a partecipare “ finirono il vino!”
“ E questa sarebbe la
storia? Dovrei prenderti a calci... “
“ Ma no, valoroso
Publio, la storia comincia ora. Era stato invitato un maestro, un
rabbi, e sua madre. Nazareno, di nome Gesù,che girava la Galilea
predicando. Un tipo, un tipo...” Abir guardò dentro la coppa “
insomma, autorevole, come dire, che incuteva rispetto. Seguito da
moltitudini! Sedevano, lui e sua madre, proprio accanto allo sposo e
quando finì il vino...Da noi è un disonore per sempre e una offesa
agli ospiti, un disastro” tirò un sorso dalla coppa “ da far
ridere per sempre la città....Insomma, la madre si girò e gli
disse: hanno finito il vino. Io lo sentii, ero dietro a badare che
tutto filasse liscio. Lui si girò e serio serio gli disse: donna,
non è ancora giunto il mio momento “
“ E in Israele le donne
alle feste di nozze rimbrottano i figli?” chiese Marco.
“No! Ma non erano un
solito figlio con una solita madre, ve lo garantisco! E insomma lui
gli disse: vadano alle vasche dell'acqua, E io ci arrivai per primo
e giuro su...giuro che erano colme del vino bianco più profumato,
più squisito” guardo con disgusto la brocca della taverna “ e io
me ne intendo”
“ E naturalmente lo
assaggiasti”
“ Eh sì, lo assaggiai a
lungo ma come tutti e il padre della sposa disse allo sposo, ragazzo,
di solito alla fine si dà il vino peggiore...”
“ Capite? Un miracolo!”
Publio ghignò “ Un
miracolo ? Mah! E comunque uno dei vostri profeti, ne avete sempre
qualcuno. La storia è bella. Anzi, la storiella è bella!”
“ Però questo”
interloquì Claudio “ lo abbiamo crocifisso; è successo proprio
due giorni fa”
La crocifissione era una
condanna così orrenda che tutti ammutolirono.
“ Crocifisso? Ma non lo
facciamo mai! Solo ribelli a Roma o assassini. Che aveva fatto, il
Rabbi?
“ Niente. Ma predicava
da tre anni cose inaudite. Il Sinedrio e i grandi sacerdoti capirono
subito il rischio che correvano. Hanno preteso da Pilato di
crocifiggerlo.”
Ci fu nella taverna un
istante di silenzio; solo il rumore del fuoco.
“ Io ero sotto la croce
mentre moriva. E vi dico...” Claudio girò la testa quasi guardasse
in alto “ ...che quell'uomo poteva davvero essere il Figlio di
Dio.”
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Sono graditi pareri su qualità, stile, consistenza e quanto serva al povero scrittore....
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Credo sia utile anche la prefazione ai raccontini.
La riporto qui sotto.
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Credo sia utile anche la prefazione ai raccontini.
La riporto qui sotto.
Prefazione
Il
lettore si chiederà se quello che legge nei raccontini che seguono
sia mito o verità storica. Girano infatti affermazioni, di solito
molto semplicistiche, che Gesù è un mito inventato dai primi
cristiani ricopiando miti precedenti come quello del dio Mitra o di
Dioniso.
E'
vero il contrario. Sono i sostenitori di questa ipotesi che hanno
spalmato la vicenda di Gesù su quella di divinità precedenti, di
cui si conosce per altro pochissimo, per poi leggere il “ copia e
incolla” al rovescio.
Se
non ci credete leggetevi su Wikipedia le voci “ Mitra” e
“Dioniso”.
C'è
invece una prova lampante , contenuta nei Vangeli, chi si tratta di
una storia vera e di episodi veri: non c'è niente di meno mitico
della vicenda di Gesù, che è un antieroe assoluto. Nessuno si
sarebbe inventato un mito così bislacco.
Cominciamo
dalla nascita, in un misero paesino della parte più misera di
Israele, la Galilea. E' figlio di una giovane donna che, fidanzata ad
un buon uomo di molto più anziano di lei, gli confessa di essere
incinta di un altro. Come dar torto a quei testi ebraici che
trattano Miriam come una donna di facili costumi, messa incinta da un
legionario romano di passaggio?
Veniamo
alla vicenda di Gesù: comincia a trent'anni, cioè quando un uomo è
già pienamente maturo, senza che negli anni precedenti il mitico
eroe abbia fatto nulla per distinguersi e finisce tre anni dopo con
una morte ignominiosa in croce, tradito dal discepolo Giuda e
rinnegato dal capo della sua chiesa Pietro.
Alla
sua resurrezione, momento mitico per antonomasia, non crede nessuno.
Il discepolo Tommaso gli dice in faccia brutalmente che se non mette
un dito nella ferita del costato, non ci crederà.
Questo
fallito, sconfitto, risibile sarebbe il mitico Gesù, suggeritore
del mito?
No,
non c'è niente di mitico, è tutto vero.
E'
vero anche che trecento anni dopo la Sua morte il mondo non era più
lo stesso.
E ora
potete tranquillamente leggervi i raccontini. Buona lettura!
Mi ha fatto venire in mente la narrazione su Ponzio Pilato di Bulgakov nel Maestro e Margherita!
RispondiEliminaCara Maria Grazia, questo sì è un complimento! Ho letto Bulkakov ma non ricordo l'episodio. In compenso ne ho scritto anche io uno su Pilato, che pubblicherò domenica. Ti è piaciuta la foto del gattone dormiente?
Eliminama scrivere sul blog non deve essere un obbligo ma solo un piacere senza data fissa. e io ti leggo sempre con grande piacere Carissimo : )
RispondiEliminaCara la mia Pie Smile ( ora serissima commentatrice TV ) io lo sento anche un poco come un obbligo, di diffondere saggezza e serenità...Ma naturalmente è purissima presunzione....
RispondiElimina