Sto traslocando!
giovedì 24 ottobre 2013
giovedì 10 ottobre 2013
Dice l'art.9 della Costituzione...
Concita e Tomaso
Tomaso
Montanari è un giovane e valoroso professore universitario di Storia
dell'Arte. Scrive su “ Il Fatto quotidiano”. Ha un blog.
E'
comparso dalla brava Concita De su RAITRE a presentare un suo ultimo
libro.
Sostiene
Tomaso ( sì, uffa, con una “m” sola....) che in Italia il
patrimonio artistico è trattato, anticostituzionalmente , come
fosse un fastidio, un niente, affidato a un Ministero miserevole.
Vero!
Dice
l'art.9 della Costituzione:
Tutela
il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Dice
Montanari: del paesaggio e del patrimonio artistico ne avete fatto
strame, nessuno ne sa nulla, quello che c'è diventa una rendita di
posizione o di potere di pochi. Vero!
Le
nostre città ( Venezia, Firenze …) diventano parchi di
divertimento per torme di turisti ignoranti che succhiano gelati e sbirciano
monumenti, senza capirli.
Venezia
si svuota, i residenti se ne vanno. E anche il centro storico di
Firenze si svuota. Invece è sull'appropriazione da cittadini delle
nostre bellezze e delle nostre memorie che si fonda l'identità di un
italiano.
E bravo Tomaso. Qui però occorre rispondere a queste domande:
-come
mai i veneziani se ne vanno a Mestre? Per cattiveria? Per fare un
dispetto a Tomaso? In odio all'art.9?
-come
mai il centro storico di Firenze si svuota? Ha provato il Tomaso a
chiederlo ad un transfuga verso le periferie?
-come
mai i turisti sembrano mandrie di pecore con la guida-pastore che li
pilota? Sa chi sono, i “turisti”? Che cultura hanno, che
interiorità, che spirito?
Una risposta l'aveva data qualche giorno prima in un'altra trasmissione
un formidabile manager che si chiama Oscar Farinetti.
Farinetti
ha ben chiaro che ai veneziani e ai fiorentini, come a quasi tutti i
turisti che vengono in Italia non gliene importa una beata cippa
della Storia dell'Arte, dei monumenti, dei musei e di Tomaso
Montanari.
Vogliono
primum vivere e solo deinde, ma assai dopo, filosofare. E
a Venezia 2013 non si vive più, mentre ci si viveva benissimo e era
un privilegio, nel Sedicesimo Secolo. Montanari ha studiato tanta
storia dell'arte ma pochissima storia degli uomini, che sono
semplici, ignoranti e se fanno cose belle come il paesaggio toscano
neanche se ne accorgono.
Dunque
il problema del paesaggio e dei beni culturali è semplice:
occorre
che piacciano a degli ignorantoni scostumati che pensano a tirare su
denari per campare, a mangiare e a .. mmmm....mangiare.
Non
abbiamo modo di educarli tutti alla Bellezza e dobbiamo fare con
quanto abbiamo.
Dunque:
intelligenza, rispetto, rigore per paesaggio e beni culturali.
Investimenti. Personale qualificato e ben pagato. Ma non perché lo
chiede la nobiltà del Bello o l'Art.9 ma la logica del buon intraprendere,
cioè offrire un servizio sostenibile a chi dell'Art. 9 usufruisce.
E
smettiamola con la puzza al naso e le lezioni universitarie; c'è una realtà, là fuori!
domenica 6 ottobre 2013
Addio, anzi, arrivederci.
Doveva succedere e sta succedendo: me ne torno a valle, lascio il Mugello. Ci tornerò per il fine settimana, magari coi figli.
Arrivai qui nel 1990; la terra di bisnonno Zanobi e nonno Vitaliano, poi emigrati " nelle maremme". Mia figlia, che quando spinge è una locomotiva, mi fece comprare un vecchio casale mezzo diroccato sopra Vicchio, ai piedi dell'Appennino.
Mai acquisto più felice perché c'era questa grande casa da capire e ricostruire, uliveto e bosco di grandi querce centenarie.
Finì che nel 1998 lasciai Firenze e me ne venni su, con la mia coraggiosissima moglie. Io e lei, soli; i figli ormai sposati.
Ora, lei morta, torno a Firenze. Ancora un posto speciale, Via Ricasoli tra Cattedrale e David.
Qui ci lascio molta anima e cuore e la mia vecchia ragazza a cui dedico questa poesia.
Li ritroverò a fine settimana.
Amore
mio da cinquant'anni.
A
Liliana
Pensa
che il giorno prima
ti
salutai certo di rivederti a casa.
Invece
io dormivo e tu morivi
in
un letto d'ospedale
senza
me accanto
a
reggerti la mano.
Eri
tornata a casa gridando
io
firmo!
Per
la paura di non tornare.
E
mi facesti piangere
nella
casa di riposo San Giuseppe.
Così
ricominciai a friggerti polpette.
Come
ti piacevano le mie polpette
dicevi
ogni volta: buone buone!
Ora
aguzzo le orecchie
per
sentire un rumore
nella
camera accanto
ma
non mi chiami più
non
gridi più: the e biscottini!
Sto
alla televisione e dormo
con
la gatta in grembo.
Tu
riposa amor mio
sotto
quei cipressi lunghi
e
le montagne e il vento
e
il fischio dei merli
a
primavera.
Iscriviti a:
Post (Atom)