Che brutta fine compagno Bersani!
Ieri in Parlamento il Movimento 5 stelle si è reso protagonista di una serie di atti eversivi di inaudita gravità, estranei e ostili alla civiltà democratica, fermamente condannati da tutti i gruppi politici e dalla presidente della Camera Laura Boldrini.
Gli
squadristi grillini hanno dapprima interrotto la seduta (stava
parlando il ministro Galletti), poi hanno preso d’assalto con urla,
spintoni e insulti l’Ufficio di presidenza mandando un paio di
commessi in infermeria, e infine hanno assediato il palazzo di
Montecitorio convocando una masnada di esagitati aizzati da Di Maio e
altri gerarchi.
Il
motivo? L’Ufficio di presidenza della Camera aveva approvato una
direttiva (proposta dal Pd) che taglia i vitalizi degli ex
parlamentari imponendo un “contributo di solidarietà” che, a
regime, farà risparmiare alle casse di Montecitorio 2,5 milioni di
euro l’anno.
I
grillini, che volevano invece limitarsi ad innalzare a 67 anni l’età
pensionistica dei deputati in carica (i vitalizi, com’è noto, sono
stati aboliti già nel 2012), senza però intaccare le rendite degli
ex parlamentari e senza portare alcun risparmio, sono rimasti
spiazzati e hanno risposto con la violenza, l’insulto, l’eversione.
Se
però leggete il Fatto di oggi, non troverete una riga di condanna
per quanto accaduto. Anzi, non troverete proprio l’accaduto.
Il
titolo di prima pagina è una colossale menzogna: “Il Pd si
rimangia le promesse e vota per salvare i vitalizi”. Ma i vitalizi
non ci sono più da cinque anni, il Pd non soltanto non si è
rimangiato nessuna promessa ma ha ottenuto un taglio di 2,5 milioni
all’anno, e i grillini hanno votato contro (e dunque hanno votato a
favore del mantenimento integrale del vitalizio per gli ex
parlamentari).
Il
titolo corretto, se al Fatto esistesse la correttezza, sarebbe stato
un altro: “Il M5s cerca di salvare i vitalizi, non ci riesce e per
ritorsione assalta il Parlamento”.
Ma
a Travaglio e ai suoi squadristi grillini della verità non importa
nulla. Il disprezzo per la democrazia parlamentare che li
contraddistingue non ha precedenti nella storia repubblicana e
somiglia invece molto da vicino al fascismo delle origini.
Chissà
se Pier Luigi Bersani (ed Enrico Letta, che sul Corriere di oggi
tenta goffamente di giustificarlo) si rendono conto di ciò che sta
accadendo in Italia, e della responsabilità che si stanno assumendo
di fronte alla storia.