sabato 28 dicembre 2013

Auguri con ritardo.



Natale all'ospedale.


Il giorno del solstizio d'inverno, sabato 21 Dicembre , me ne sono andato lietamente in Mugello nel casale di famiglia. C'era già mio figlio, il tempo era bello e invece di ripartire a sera sono rimasto là a dormire.
La mattina dopo avevo saltato due turni di medicamenti, che non mi ero portato dietro.
Sono finito al pronto soccorso dell'ospedale di Borgo San Lorenzo.
Respiravo malissimo.

L'ospedale di Borgo è una struttura di  eccellenza e il pronto soccorso ne è la vetta. In tre ore mi hanno fatto l'elettrocardiogramma, una radiografia ai polmoni, l'analisi del sangue, l'emogas per sapere quanto ossigeno avevo nel sangue. Un numeretto ha suggerito al medico di guardia che potevo avere una trombosi polmonare in atto. Subito ha richiesto una TAC che ha detto sì, c'era una tromboncina in corso, ma piccina piccina...

Alle quattordici ero in corsia e ci sono rimasto fino a oggi.

L'ospedale è un posto strano. Vi si trova il massimo delle sofferenze che si tira dietro però il massimo dell'amore. Nei venticinque letti c'era una umanità dolente, ma intorno l'amore dei familiari, la visita degli amici. E tutto retto da straordinarie infermiere, sempre gentili, garbate, efficienti. Toscane però e dunque pronte a sussurrare a una signora che piangeva il suo morto “ non si piange! non si piange! “. Perché  per le camere e i corridoi girano speranze e paure che non dovevano scontrarsi con quella sconfitta finale.


Natale l'ho passato lì; un Buon Natale, perché il Natale è sempre buono: si accende una luce a Oriente, ci è nato un Figlio, ci è dato un Salvatore.
A tutti quelli che passano di qui e ad ognuno, un Buon Natale in ritardo. 
E' un augurio che vale ogni giorno perché quel Bimbo, per l'appunto, ogni giorno  rinasce   e questo nei secoli dei secoli.
E così sia.

Poesia di Natale.

Luce ad Oriente

Viene Natale
nasce il Bambino
cresce ad oriente la luce
al mattino.

Cresca la luce
nel nostro cuore
fallo ricolmo, Bambino,
di amore.

giovedì 19 dicembre 2013



Un uomo al comando ma non da solo.


Mi dispiace moltissimo che tutta una parte di gente di sinistra guardi con grande sospetto a Matteo Renzi.
Dopo la vittoria alle primarie ho letto in rete una serie di lamentele con promesse di addio: addio PD, mai più tessera , mai più voto.
Cito per tutti quella autorevole e bravissima blogger, che è Anna Mallano.
Potrei aggiungere decine di voci, anche di chi legge questo blog.


Non me ne importerebbe nulla se di questa gente di sinistra non avessi una stima grandissima. Ne condivido gli ideali; dissento solo sul modo di realizzare quegli ideali, che del resto quella sinistra non è mai riuscita a realizzare. Mi piacciono come persone e dunque la loro opinione mi interessa.

 Ho cercato di capire il perché di questa avversione. 
Perché Renzi è antipatico? 
Perché non è "uno di loro"? Ma se il PD fosse composto solo da " uno di noi", che PD sarebbe?
Perché "di destra"? Ma non è vero!
Mi viene in mente a cosa sarebbe successo se Bersani avesse cooptato Renzi in campagna elettorale, come Renzi ha cooptato Civati e Cuperlo: larga vittoria alle elezioni, niente slargate intese, distruzione definitiva di Berlusconi, Prodi Presidente della Repubblica, Italia fuori dal disastro due anni prima.

Gli errori si pagano cari, vediamo di non perseverare ( che est diabolicus...)







 

martedì 10 dicembre 2013

L'Italia ha preso fiato, che bella giornata!




Ma che bella giornata!


Alle 9 di Domenica, pulito, rasato e stirato, mi sono catapultato verso il seggio più vicino: Via del Giglio, Istituto Cattaneo. Cammino molto male e respiro peggio; sono ancora residente a Vicchio e potrei essere respinto ( non oseranno! ) . Però Firenze fiammeggia in una bella giornata di Dicembre e in Piazza Duomo, finalmente pedonale, festeggiano tutti la bella giornata e il Natale. C'è perfino la banda.

Arrivo sfiatato e trovo una coda come quella in figura. Meno male siamo dentro a un cortile coperto del palazzo e ci sono tre sedie. Mi stravacco, leggo La Repubblica e riprendo fiato. In coda c'è una umanità varia, che parla sottovoce come a un rito. Mi colpisce una vecchia signora cieca con bastone accompagnata da una signora più giovane piena di attenzione e di garbo.
Ripreso il respiro mi alzo e brandendo tessera PD, carta di identità e certificato elettorale filo al seggio, perché la coda è quella delle preiscrizioni con firma di documento e obolo.
C'è un Presidente, un seggio per gli uomini e uno per le donne come le toilettes ma mi spiegano che è per fini statistici.
-Iscritto di Vicchio, ora a Firenze!-
-Non può votare...-
-Come non posso votare?-
-Solo quelli delle sezioni elettorali scritte lì-
Lì” è un elenco di sezioni elettorali appeso al muro.
Mi appello al Presidente, suggerisco di verbalizzare l'anomalia... Niente.
Mi tocca Vicchio.

Chiamo mio figlio e gli spiego che quei bastardi burocrati e formalisti di chiaro stampo stalinista del seggio non mi hanno fatto votare. Si va a Vicchio.
A Vicchio, oltre al Partito Democratico, ho anche una dama da cinque litri di olio “ novo”...
A Vicchio c'è una coda ancora più lunga di quella del Cattaneo, ma tutta fuori casa e fa un freddo bestia. Però qui mi conoscono, arrivo al seggio alla svelta, mi si sorride, ricambio, voto.

Ha stravinto Renzi. Matteo Renzi è un ragazzo di assoluta affidabilità, di quelli da cui puoi comprare un'auto usata. Se è ambizione è ambizione sana e spirito di servizio. Ha capacità intellettuali e organizzative superiori. Fa squadra e della squadra fa il capo senza tanti discorsi.
Lo considero il miglior Sindaco di Firenze dopo La Pira e Bargellini.


Grazie gente in fila, popolo del PD; l'Italia nuova, quella del terzo millennio, ce la farà. E questa Domenica me la scrivo.

venerdì 6 dicembre 2013





L'ultimo tram.

Berlusconi e il berlusconismo sarebbero finiti nel ' 95 se D'Alema e compagni avessero fatto la legge sul conflitto di interessi e la riforma televisiva, invece di salvare l'avversario con la Bicamerale e far cadere Prodi (. …. ) I vecchi dirigenti hanno lavorato per riconsegnare ogni volta il Paese a Berlusconi, quando la destra ha vinto le elezioni e anche quando non le aveva vinte.(....)

Alla fine di tutte queste imprese, sono riusciti a perdere in Febbraio elezioni già vinte e a varare un governo con Berlusconi, dopo averlo negato fino a un minuto prima, non senza essersi tolti la miserabile soddisfazione di impallinare il fondatore Prodi nella corsa al Quirinale con un plotone di esecuzione di 101 parlamentari.

(...) Chi voterà Renzi lo farà per rottamare una nomenklatura rovinosa, complice del disastro nazionale. Toccherà poi all'intelligenza del nuovo leader costruire dalle ceneri del PD, magari con l'aiuto di Cuperlo e Civati, una moderna forza politica che si carichi sulle spalle la salvezza dell'Italia e l'avvenire dei nostri figli.


( Curzio Maltese-La Repubblica )

domenica 1 dicembre 2013






Ite, Missa est.

Stamani sono stato a Messa nella chiesina di  San Michele Visdomini, che a Firenze si chiama San Michelino. E' stata la chiesa di Don Bensi, mio professore di religione al Liceo, che ci è sepolto. Me ne sono andato sulla panca accanto a lui ( fuori tirava un ventaccio ghiaccio )  e siccome era presto mi sono messo a leggere La Repubblica.  E' arrivato il vecchio sacrestano che mi ha detto: " eh, non si legge il giornale in Chiesa!" " E perché ? ", gli ho risposto io.
Non ha insistito.

La verità è che alla Messa è proibito fare tutto, tranne seguire i comandi ( in piedi! a sedere!) e rispondere a cantilena cose melense. Nessuno dei diciotto presenti ( dodici vecchiette, due vecchi e quattro giovani ) cantava, se non il Celebrante affiancato dal sagrestano e da un giovanotto, forse seminarista, in cotta e con una gran voce. Canti penosi, letture assurde. 
Il profeta Isaia, nato sette secoli prima di Cristo, profetava il trionfo di Gerusalemme, splendida sul colle e città della pace. Ne avesse azzeccata una. E' tremila anni che intorno a Gerusalemme si sbudellano ferocemente e seguitano anche ora. San Paolo diceva che la notte era passata e presto sarebbe tornato Gesù nella gloria. Il secondo e finale Avvento.
Il Celebrante un prete alto, giovane e prestante ha flautato la solita predica senza capo né coda, sull'Avvento Natale , sì, ma anche l'Avvento finale che ci doveva trovare belli robusti e di materiale forte oppure saremmo spazzati via. Ma naturalmente Dio è misericordioso, è vero. Però ci avrebbe spazzato via lo stesso: niente Paradiso!

Ma in Chiesa alla Messa bisognerebbe prima di tutto abbracciarci tutti nella gioia del Maestro, perché siamo riuniti nel Suo ricordo e Lui è con noi. Poi riunirsi intorno a un gran tavolo perché si ricorda l'Ultima Cena e sarà fatto tutto in memoria di Lui, come ci ha chiesto. E lasciamo perdere i Profeti e anche San Paolo. Meditiamo il Vangelo e i preti giovani facciano penitenza e ascoltino i padri vecchi, che ne hanno viste più di loro. E cantiamo canzoni belle, anche stonando.
Altro che non leggere La Repubblica. Si dovrebbe chiacchierare e informarsi, pronti ad un soccorso fraterno. Invece, zitti, torvi, ci si scambia un segno di pace neanche si fosse in guerra. 

La dura legge del Lasix ( duro Lasix sed Lasix ) mi ha impedito di assistere oltre perché nelle Chiese non ci sono i servizi e i vecchi, o si pisciano addosso o se ne vanno prima.
Che peccato, però. Che triste peccato queste cerimonie stinte, che solo la Sua presenza, in quella ostia bianca e tutto intorno, riscatta.
Certo, nelle piccole comunità va meglio. ma anche in quelle, tutto ingessato.
Non vedrò l'Avvento di un'agape fraterna nelle nostre Chiese pulitissime, ben illuminate e anche riscaldate. ma almeno mi sfogo!





lunedì 25 novembre 2013



Femminicidio.

L'uccisione di una donna è l'atto contro natura più evidente  e il più disumano.

Non si iscrive in nessun comportamento conosciuto di qualsivoglia animale. E' dunque infame prerogativa dell'uomo maschio.

Non è nemmeno stato sempre così. Questo abominio è aumentato e molto venendo avanti nel tempo. Si poteva uccidere per gelosia e la società maschilista s'era inventata il " delitto d'onore". Ma erano casi così rari da fare epoca.
Oggi no. Nel 2013 sono state 128 le donne assassinate. Un numero spaventoso. Ogni tre giorni una donna , giovane, sana,nel pieno della sua vita, muore per mano di un maschio, spesso il suo amore, marito, convivente, compagno.

E' un dato così aberrante che meriterebbe qualche interrogativo e qualche risposta in più proprio da quel mondo maschile che origina l'orrore.
Uomini, perché? Cosa ci succede? Quando mai un leone sbrana una leonessa o un gorilla la sua compagna? Cosa si sta spezzando, nella psiche maschile, di così intimo e profondo da superare anche gli istinti più basilari, che fanno della femmina il tesoro nascosto, quello da difendere o conquistare a costo della vita?
E perché un dato così sconvolgente, che si completa con le centinaia di migliaia di donne percosse e offese, viene trattato come fossero incidenti in cucina? 

Io, e tutti insieme, posso solo piangere con voi, cari splendori, e appoggiare ogni lotta.  E' poco , o nulla.




A tutte le donne, coraggio, non permettete che sia emozione di un giorno!



giovedì 21 novembre 2013



Vedessi come è carino
questo inverno fiorentino...

Dopo quindici inverni in Mugello torno all'inverno fiorentino.
In quattro settimane è cambiato tutto: da un bel quartiere di cinque stanze e due terrazze ma dall'insostenibile affitto  sono ora in un bel monolocale gratuito che ho diviso in quattro parti.
A destra entrando la zona soggiorno e TV e quella per la notte, con brandina. Divise da armadio e libreria.
A sinistra entrando la zona pranzo e il cantone dei computer, da dove sto scrivendo, ospitato da un immenso tavolo bianco due metri per uno.
A diritto si va a sbattere contro una bella specchiera e un secondo identico grande tavolo con sopra nell'ordine: Buddha Sakiamuni, campana tibetana, oggetti buddhisti, librone “ Imago Christi” e librone “ Le Religioni nel mondo”.
Alle pareti quadri e litografie e mensole nere lunghe piene di libri.
Vetrinetta con coccini etruschi e belle faenze.

Gatta Danny è con me.

Ci sto bene. Una cucinetta attrezzata mi consente di farmi i cibi che mi piacciono; sono un buon cuoco. Assomigliando ad un orso grasso, ci svernerò.
Fuori splende Firenze con le sue bellezze. La sera escono donne ingioiellate e in lungo, per il teatro, per la cena elegante. Nei dintorni posso mangiare cinese, turco o indiano. Firenze come Parigi, cosmopolita, traversata da frotte di turisti capeggiati da guide stanche con la bandierina, che parlano tra sé come i pazzi.
Firenze finalmente pulita, finalmente pedonale, finalmente ciclabile. Grazie Sindaco Renzi, grazie Matteo.

Vado alla Messa in Duomo, nella severa Cattedrale di Santa Maria del Fiore, coll'organo e il coro. Domenica me ne sono andato nel Museo del Duomo, che però sta chiudendo per ristrutturazione. Ci sono solo, si fa per dire, la Pietà fiorentina di Michelangelo e la Porta del Paradiso di Ghiberti.
Michelangelo la scolpì a ottant'anni, Dio l'abbia in gloria. Il viso della Madonna e del Cireneo fanno piangere. Gesù ha completato il suo mandato e è solo un cadavere difficile da sostenere.

Leggo Luzi, ascolto Bach e ho scritto questa poesia:


Su questa spiaggia solenne.

E ora su questa spiaggia solenne
di fronte al mare grigio senz' onde
sto fermo e ascolto.
Parlano i ricordi.

Risuonano voci.
Mia madre canta e mio padre
sostiene che, sì, Dio esiste.
I miei morti mi chiamano accanto.

Su questa spiaggia non puoi sederti
né camminare.
Devi solo aspettare.
Che pace, però, che pace.

Naturalmente Luzi è molto più bravo...


Anno.

Pròvvidi ora, ma quieti
si espongono graticci e vasi,
si appende l'uva. L'altro è ignoto, l'altro
era ed è chiuso in questo cielo opaco
dove un lume vinato si rapprende
e il grido del fringuello è già di gelo.

E' qui, in queste opere miti
e chiare che trascorre e brucia
quel che non ho e che pure dovrò perdere.
Tempo passato e prossimo si libra....
Io, come sia, qui son venuto, avanzo
da tempi inconoscibili, ardo, attendo;
senza fine divengo quel che sono,
trovo riposo in questa luce vuota.

( Mario Luzi, da "L'alta, la cupa fiamma" BUR POESIA)

P.S.
in questo trasloco non trovano posto le opere enciclopediche, che regalo a  ente, biblioteca, scuola o persona, che si paghi le spese di spedizione o le venga a prendere.
Ho provato con due biblioteche comunali dei dintoni ma si dà noia, non hanno posto.
Le opere:
-Grande dizionario enciclopedico UTET, diciannove volumi più cinque volumi di aggiornamento.
-Enciclopedia della scienza e della tecnica. Mondadori, con gli aggiornamenti.
-I propilei. Enciclopedia di storia.
-Grande enciclopedia dell'arte De Agostini.

Ma si possono buttare nel cassonetto opere così?








venerdì 8 novembre 2013

Tchaikovsky Souvenir de Florence RNO soloists Moscow Orchestrion hall

http://www.youtube.com/v/JqJiK_1eSiI?version=3&autohide=1&autoplay=1&showinfo=1&attribution_tag=4dorx9VbJCsB0ROgeat19w&feature=share&autohide=1


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mercoledì 6 novembre 2013


Finalmente....

Finalmente ne sono fuori, dal trasloco. O , familiarmente, sgombero. Ora abito qui:


Della casa di Vicchio mi mancheranno le albe dalla finestra di camera e i tramonti da quella dello studio. La grande terrazza sulla campagna del Mugello. I merli in giardino, i gatti a zonzo e quel paesino tutto a portata di mano e pieno di facce cordiali.


Ci stavo bene; avevo le mie armonie. Ma come rimanerci dopo la morte di Liliana? Troppo vuoto, troppo silenzio in casa e quell'attesa che non voleva placarsi.

Ora sto nel centro del centro di Firenze: cento passi verso nord e trovo la Galleria dell'Accademia e poi piazza San Marco , cento passi verso sud e entro in Santa Maria del Fiore. No, non mi lamento. Il Mugello me lo tengo in cuore e ci torno, coi miei ulivi e cavalli, quando voglio e posso.
Di questo “centro storico”, dove del resto ho lavorato per quarant'anni, ho cominciato una cauta esplorazione. Tante cose cambiate, tante bellezze ritrovate. Ieri sera, a sedere su una panchina in piazza Duomo sotto il campanile di Giotto, mi sono goduto il passeggio in questa magica zona finalmente davvero pedonale. E' passato anche l'Alighieri, il Machiavelli con la sua faccia da topino e Michelangelo Buonarroti sempre accigliato. E bellissime ragazze giapponesi, gruppi brasiliani, plotoni di statunitensi ben temperati.

Hic manibus optime; ce ne staremo qui chiotti chiotti...




giovedì 10 ottobre 2013

Dice l'art.9 della Costituzione...


Concita e Tomaso
Tomaso Montanari è un giovane e valoroso professore universitario di Storia dell'Arte. Scrive su “ Il Fatto quotidiano”. Ha un  blog.

E' comparso dalla brava Concita De su RAITRE a presentare un suo ultimo libro.
Sostiene Tomaso ( sì, uffa, con una “m” sola....) che in Italia il patrimonio artistico è trattato, anticostituzionalmente , come fosse un fastidio, un niente, affidato a un Ministero miserevole. Vero!

Dice l'art.9 della Costituzione:

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

Dice Montanari: del paesaggio e del patrimonio artistico ne avete fatto strame, nessuno ne sa nulla, quello che c'è diventa una rendita di posizione o di potere di pochi. Vero!
Le nostre città ( Venezia, Firenze …) diventano parchi di divertimento per torme di turisti ignoranti che succhiano gelati e sbirciano monumenti, senza capirli.
Venezia si svuota, i residenti se ne vanno. E anche il centro storico di Firenze si svuota. Invece è sull'appropriazione da cittadini delle nostre bellezze e delle nostre memorie che si fonda l'identità di un italiano.

E bravo Tomaso. Qui però occorre rispondere a queste domande:
-come mai i veneziani se ne vanno a Mestre? Per cattiveria? Per fare un dispetto a Tomaso? In odio all'art.9?
-come mai il centro storico di Firenze si svuota? Ha provato il Tomaso a chiederlo ad un transfuga verso le periferie?
-come mai i turisti sembrano mandrie di pecore con la guida-pastore che li pilota? Sa chi sono, i “turisti”? Che cultura hanno, che interiorità, che spirito?

Una risposta l'aveva data qualche giorno prima in un'altra trasmissione un formidabile manager che si chiama Oscar Farinetti.
Farinetti ha ben chiaro che ai veneziani e ai fiorentini, come a quasi tutti i turisti che vengono in Italia non gliene importa una beata cippa della Storia dell'Arte, dei monumenti, dei musei e di Tomaso Montanari.
Vogliono primum vivere e solo deinde, ma assai dopo, filosofare. E a Venezia 2013 non si vive più, mentre ci si viveva benissimo e era un privilegio, nel Sedicesimo Secolo. Montanari ha studiato tanta storia dell'arte ma pochissima storia degli uomini, che sono semplici, ignoranti e se fanno cose belle come il paesaggio toscano neanche se ne accorgono.
Dunque il problema del paesaggio e dei beni culturali è semplice:
occorre che piacciano a degli ignorantoni scostumati che pensano a tirare su denari per campare, a mangiare e a .. mmmm....mangiare.
Non abbiamo modo di educarli tutti alla Bellezza e dobbiamo fare con quanto abbiamo.
Dunque: intelligenza, rispetto, rigore per paesaggio e beni culturali. Investimenti. Personale qualificato e ben pagato. Ma non perché lo chiede la nobiltà del Bello o l'Art.9  ma la logica del buon intraprendere, cioè offrire un servizio sostenibile a chi dell'Art. 9  usufruisce.
E smettiamola con la puzza al naso e le lezioni universitarie; c'è una realtà, là fuori!


domenica 6 ottobre 2013


Addio, anzi, arrivederci.

Doveva succedere e sta succedendo: me ne torno a valle, lascio il Mugello. Ci tornerò per il fine settimana, magari coi figli.

Arrivai qui nel 1990; la terra di bisnonno Zanobi e nonno Vitaliano, poi emigrati " nelle maremme". Mia figlia, che quando spinge è una locomotiva, mi fece comprare un vecchio casale mezzo diroccato sopra Vicchio, ai piedi dell'Appennino.
Mai acquisto più felice perché c'era questa grande casa da capire e ricostruire, uliveto e bosco di grandi querce centenarie.


Finì che nel 1998 lasciai Firenze e me ne venni su, con la mia coraggiosissima moglie. Io e lei, soli; i figli ormai sposati.



Ora, lei morta, torno a Firenze. Ancora un posto speciale, Via Ricasoli tra Cattedrale e David.
Qui ci lascio molta anima e cuore e la  mia vecchia ragazza a cui dedico questa poesia.
 Li ritroverò a fine settimana. 

Amore mio da cinquant'anni.
A Liliana

Pensa che il giorno prima
ti salutai certo di rivederti a casa.
Invece io dormivo e tu morivi
in un letto d'ospedale
senza me accanto
a reggerti la mano.
Eri tornata a casa gridando
io firmo!
Per la paura di non tornare.
E mi facesti piangere
nella casa di riposo San Giuseppe.
Così ricominciai a friggerti polpette.
Come ti piacevano le mie polpette
dicevi ogni volta: buone buone!

Ora aguzzo le orecchie
per sentire un rumore
nella camera accanto
ma non mi chiami più
non gridi più: the e biscottini!
Sto alla televisione e dormo
con la gatta in grembo.
Tu riposa amor mio
sotto quei cipressi lunghi
e le montagne e il vento
e il fischio dei merli
a primavera.


giovedì 3 ottobre 2013




!!!!!!@@@@ ?????????? Mah!!!!!!!!!!! Boh.

Commento alla situazione politica.


lunedì 30 settembre 2013

Poesia

Poesia.

Volevo mettere la fotografia di un porco vero, ma naturalmente i porci veri sono troppo simpatici per illustrare la poesiola.
Serviva una illustrazione di metafora.....Aggiungetela mentalmente voi, a piacere.


L'annusatore.



Un vecchio porco
grufolando nel suo guano
alzò la testa un poco
e inquadrò un gabbiano.

Animale schifoso! Grugnì
Non ti sopporto.
Voli in cielo ogni dì
e mi fai torto!

Guarda piuttosto me
nella mia merda immerso.
Il Re del Sudiciume
Il Premièr dell'Universo

Io chiavo quando voglio
le mie troie adunate.
Altro che cielo spoglio!
Altro che svolazzate!
 
E or, se annuso a fondo
sento, gabbian, che puzzi.
Io sono il Re del Mondo!
A te restano i merluzzi....

Il gabbiano non sentì nulla
di quella tiritera.
Volava troppo in alto
ed era quasi sera.

sabato 21 settembre 2013



Un articolo della Stampa da meditare

( se avete meno di settant'anni.........)


Quirico: la guerra
che stiamo sottovalutando

Eccola la prossima guerra che ci attende, si avvicina, già incombe, da una parte l’Occidente, noi, dall’altra l’Islam radicale determinato a vendicare i secoli dell’umiliazione, a ricostruire con i soldi dell’Arabia Saudita e del Qatar, grande invincibile, la terra del vero dio. Oggi ad essere colpita è Nairobi, e a colpire sono gli shebab. Domani sarà la Tunisia, la Siria, l’Egitto.  
E poi toccherà, almeno nei loro sogni, a Al Andalus, la Spagna che, come mi hanno raccontato gli uomini di Al Qaeda di cui sono stato prigioniero, è «terra nostra e la riprenderemo». All’Occidente, spaurito e volutamente distratto e saldamente deciso a seguire un mito di un Islam moderato, educato che esiste solo nei libri (e nelle bugie), disperatamente aggrappato al calendariuccio delle nostre nobili comodità, sfugge la semplicità brutale del problema. L’Islam fanatico che era un semplice guaio di polizia che ci costava soldi e rendeva complicata la vita, ma non era letale, sta per diventare un problema militare. Quando si è deboli e brutali, come lo è oggi l’Occidente, si è molto più odiati di quando si è forti e brutali ed è ciò che sta accadendo ora.  

I folli di dio somali che separano i musulmani dagli «altri» e cominciano a giustiziare i secondi, sono il segno manifesto di questa dichiarazione di guerra, a Nairobi ci sono i primi morti della guerra che verrà. Gli shebab sono la metastasi della tragedia somala, il paradigma di un Paese dove il radicalismo religioso era in passato sconosciuto. Soltanto attraverso la brutalità di una guerra civile, approfittando dell’indifferenza dell’Occidente che non ha saputo intervenire, sono diventati padroni del Paese. Bisognava emarginarli, ma non distruggerli.  

Ci sono voluti molti anni, ora sono ricomparsi. Controllano ancora buona parte del territorio, possono colpire e vendicarsi nel vicino Kenya colpevole di aver occupato, con la scusa di riportare l’ordine, una parte del territorio somalo (tra l’altro ricco di petrolio). Una storia somala sta per ripetersi in Siria: una rivoluzione troppo debole, gli islamisti che si preparano dopo la cacciata di Assad a imporre la loro legge,  
Il Califfato, una società olistica ripiegata su se stessa e sul passato, sembrava un sogno retorico, ma si materializza ogni giorno di più nei fatti. Il partito di dio e i suoi eserciti dimostrano di essere in grado di aprire nuovi fronti. In una guerra santa la morte diventa un combustibile, un mezzo per un fine in sé.



 

 

giovedì 19 settembre 2013

Misteri politici italiani



Non è per niente chiaro....



Non è per niente chiaro perché il Presidente della Repubblica e il PD sopportino un pregiudicato al Governo del paese:
se è un delinquente, perché ci governate insieme?” ( Marina Berlusconi )

Già, perché?
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Non è per niente chiaro perché un Governo totalmente dipendente da un delinquente abituale debba spaventare l'Europa e i “ mercati” meno di nuove elezioni.

Ma perché?

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Non è affatto chiaro cosa ci guadagni l'Italia da un Governo che può fare solo quello che un eversore populista gli consente, cioè niente di importante o significativo.

Enrico Letta, dimmi!

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Non capisco perché tutta la Nazione ( o almeno chi crede nella Costituzione Italiana ) non sia saltata in piedi a difendere la Magistratura dalle accuse infamanti di un imputato condannato.

Ma che siamo diventati?

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Basta! Berlusconi in galera, Governo da rifare e poi elezioni.

O mi sono perso qualcosa?
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Berlusconi ha detto che l'Italia è una Repubblica giudiziaria in mano alle
Procure.
Totò Riina è giustamente sbottato :
" sono trent'anni anni che lo dico!"


venerdì 13 settembre 2013

martedì 10 settembre 2013

Vergogna, vergogna! La patente seconda puntata



La patente per mungere il cittadino.

Sono sicuro che vorrete sapere la risposta alle tre domande che ho fatto nel post precedente.

E' giusto e ecco qua:

1° Domanda: è falso!
Ma accomodatevi pure in autostrada o strade extraurbane importanti con carico che possa disperdersi , piazzato su camion a tenuta non stagna. Non è dunque vero che sia consigliabile evitare. Si proceda, si disperda, e niente stagnatura, mi raccomando! ( Mi pare follia.Ma non sarà sbagliata la risposta alla domanda? Controllerò...)

2°Domanda: è vero!
Ma lo capirebbe anche un bambino che non si devono adoperare solventi per scribacchiare su un casco. Ma, è se il casco è in acciaio invece che in plasticaccia? O in alluminio? O in fibra di carbonio?
Insomma, evitate sempre di adoperare solventi. Se proprio volete istoriare il casco, solo vernici ad acqua.
( la Martha, che è peruviana e ha fatto onorevolmente fino alla sesta elementare, mi ha chiesto cosa fosse un solvente. Credeva fosse uno che può pagare...)

3° Domanda: è falso!
Non ci credete? E fatevi il conticino.
Ricordandosi che i secondi in un'ora sono 3600 ( 60 minuti da 60 secondi l'uno ) basta moltiplicare 20 per 3600 ottenendo? Ma i metri all'ora , evidentemente! E certamente memorando che 1 chilometro è fatto di 1000 metri, basta dividere il 3600x20 per 1000 e si ottengono i chilometri all'ora corrispondenti a 20 metri al secondo.
Difficile? Noooo! Elementare, e facile anche, tenuto conto che dovete fare il conticino rispondendo a 40 domande in mezz'ora.
Vi pigliasse la curiosità di sapere a quanti metri al secondo corrisponde una velocità di 150 chilometri all'ora.....E fatevi il conticino!

Dice: ma se tiri a caso hai il 50% di probabilità di azzeccarci. Ma è indecente e immorale!
Dice: ma te l'avranno insegnato a scuola guida. Solo che io di domande come la terza ne ho già trovate due diverse su tre quiz. Che fai, le impari tutte a pappagallo? O ti fai il conticino, anche se sei peruviano e hai fatto la sesta trent'anni fa? Vi capita spesso nella vita, questa curiosità delle velocità? 
Serve a qualcosa per la guida di un autoveicolo?

Concludo: estensori vigliacchi, in malafade e pezzi di...di...
Va bè, non mi viene la parola!

Diteci chi sono!