Scalfari,
si riposi.
Eugenio
Scalfari è stato un magnifico giornalista, un fine intellettuale, un,
come dicono gli inglesi, opinion leader.
Un
leader, un capo. Bene, cosa porta un leader a scrivere queste
scemenze sul giornale da lui fondato?
Di
fronte a questo scenario il centrosinistra, il riformismo radicale
del Pd forgiato dall'Ulivo di Prodi e messo a punto da Veltroni col
programma del Lingotto, sarebbe la sola risposta seria. Purtroppo non
è quella di Renzi. L'attuale presidente del Consiglio è, come più
volte ho detto, il figlio buono di Berlusconi, il principe di
seduttori; i programmi vincolati alla coerenza non sono il suo forte.
Il seduttore vive di annunci e aspira alle conquiste. È un
dongiovanni come Berlusconi: non si innamora ma vuole sedurre. Se la
seduzione non funziona, cambia obiettivo e sposta il tiro. La sua
donna Elvira è la Boschi, come la Gelmini lo è per il Berlusca. Il
suo Leporello è Delrio come per l'altro è stato Dell'Utri.
Finezza
e cultura! Leporello, Don Giovanni, Mozart, mica pizza e fichi! E chissà contento Delrio paragonato a Dell'Utri!
Però
non è vero niente, è un colossale granchio, un parallelo anche
infame; in una parola, una stronzata.
Matteo
Renzi viene da una famiglia della media borghesia fiorentina, non s'è
inventato lauree, ha mogli e tre figlioli, in quindici anni di
politica non è stato sfiorato dall'ombra di un sospetto, è un
cattolico adulto come Prodi. E' un uomo dalla coerenza totale, che fa
quello che dice. Non vuole sedurre nessuno, porta deduzioni e analisi
indiscutibili e che del resto Scalfari non ha mai discusso.
E'
al Governo da settanta giorni e ha fatto più cose degli altri in
vent'anni.
Ma
a Scalfari, e anche al suo giornale, non piace. E va bene.
Ma
perché insultare sul nulla e demolire a prescindere, senza dargli
neanche sei mesi di tempo per fargli chiarire chi è?
Scalfari
è in mala fede? No certamente.
Scalfari
non legge più i segni dei tempi, non capisce più cosa succede, non
riconosce gli uomini, vaneggia tra le ombre del passato. Allora spara
banalità, sembra la Santacchè, se la passerotta sapesse scrivere.
Al
suo pari, un gradino più giù, un altro vecchio esagitato che urla e
urla, sulle piazze, nei teatri a pagamento, in televisione. Urla
sempre la solita insensata canzone, manda in culo il mondo intero che
del resto si presta a ricreare.
E
il terzo, una mummia incartapecorita che sorride alla telecamera e
promette di fare quello che poteva fare e non ha fatto, in vent'anni
di potere assoluto.
Vecchi,
milionari, trovatevi una Villa Arzilla, andate ai giardinetti ma
insomma levatevi dai coglioni.
(
questo Matteo non lo può dire...)