martedì 28 febbraio 2012

Il Caso, il Fato e altre quisquilie

Parliamo del Caso, del Fato e di altre quisquilie.
( il post viene trasferito  e proseguito al mio bolg : paoloilvecchio.altervista.org dove potete seguirmi quando scrivo di cose tremende  come Dio, il Tempo, il Fato, l'Universo et coetera. Sono post lunghi ma spero interessanti ma non sono miscelabili con la cronaca dei fatti correnti... )


"Ho cercato su google qualche commento circa le poco convincenti affermazioni di Odifreddi, e mi sono imbattuto in questa pagina. Anche io ritengo che Odifreddi abbia sconfinato dal suo campo, per il semplice fatto che una coincidenza rara (se non unica) non può rientrare in nessun valido modello scientifico di calcolo delle probabilità, il quale presupporrebbe la replicabilità secondo il metodo sperimentale; pertanto, non ha senso parlare di "stesse" probabilità ("stesse" rispetto a cosa? Un pò diverso sarebbe stato se Odifreddi avesse parlato di "possibilità"). Mi sembra che Odifreddi contrapponga alla superstizione un'altra superstizione, quella secondo cui ogni aspetto della vita è riducibile a modelli matematici. E' alquanto evidente che così non è.
Detto ciò, Paolo, nel tuo ragionamento ravviso alcune velate contraddizioni. Per un verso, tendi ad assimilare il concetto di caso al dio Fato (un fattore magico, irrazionale, "a-causale"), per altro verso invece avanzi la possibilità che la disgrazia della Costa dipenda da cause umane (ma il concetto di causa esclude il concetto di caso e viceversa... quindi, delle due l'una!). Similmente: per un verso, tendi a ritenere che il doppio incidente sia un evento casuale e irrazionale, sfuggente alla matematica, per altro verso lo contrapponi ad eventi "puramente" casuali che rientrano in modelli statistici ("le disgrazie navali non sono mica numeri del lotto, che escono per pura casualità"). Insomma, sembri indeciso se il doppio incidente sia un evento "fatale", "casuale", o "causale" (determinato da cause umane). Riguardo il paragone con i numeri del lotto (improprio soltanto a metà), in cosa consisterebbe la "pura casualità"? Se davvero caso=fato, allora a rigore proprio i numeri del lotto sarebbero quelli "puramente" fatali. E ancora: se caso=fato (e se l'incidente è stato "casuale"), allora la coincidenza tra i due incidenti non si può ricondurre a responsabilità individuali, ovvero a cause umane conoscibili e riconoscibili, ma è legato a misteriosi nessi "fatali".
Nella modernità, il concetto di "caso" è irrimediabilmente ambiguo, conteso tra scienza e non-scienza; quindi, a mio avviso, non è corretto assimilarlo tout court al concetto antico di Fato. Il "caso" è tutto ciò che accade (che "cade") senza che si conosca la causa. Ad esempio, banalmente, non si può ricostruire la catena causale del lancio di una monetina, dunque la sua caduta risulta casuale. Ma ciò non implica ancora un modello di spiegazione alternativo a quello scientifico-matematico. Il lancio della monetina si può potenzialmente (o teoricamente) spiegare con le sole leggi della fisica. Diverso è invece se i lanci casuali della monetina propendono significativamente da una parte o dall'altra e se coincidono (ad esempio) con le previsioni o le aspettative di chi la lancia. Insomma, caso=fato solo a metà, in quanto soltanto parte del caso chiama in causa un modello "fatale"... il caso della Costa crociere è possibilmente uno di questi casi. Psicologicamente, anche Odifreddi subisce lo stesso fatalismo, affermando che in ogni caso le probabilità sono "sempre le stesse". Come per dire: se è destino che un passeggero sia coinvolto in un incidente, lo sarà sempre e comunque.
Saluti,

Francesco Paolo Ferrotti


Ahhhh, caro Francesco Paolo, che piacere. Il tuo commento merita pubblicazione e dialogo; e dunque parto subito.
Intanto, la questione della Costa Crocere era solo la scusa per dare un pò addosso a Odifreddi. Sono anni che ne parlo malissimo e lo sfotto. nei miei post. La cosa buffa è che mi è simpatico, pensiamo probabilmente le stesse cose su moltissimo e in conclusione ne ho  stima. ma non riesco a perdonargli il suo anticristianesimo un tanto al chilo e anche la sua sicumera da scientista, più che da scienziato.
Ma veniamo al Caso, che come vedi continua a indicare con la lettera maiuscola.
Il concetto di causa esclude  il concetto di caso? Vero! E' vero al punto tale che affermo che la storia che origina ogni evento in questo Universo è descrivibile in termini di causa. Anche l'estrazione di un numero del lotto. Note le condizioni iniziali, ogni successivo evento risponde alle regole della fisica newtoniana e  della meccanica razionale; al costo di fastidiosi e complicati algoritmi, il risultato è determinato. Noi giochiamo al lotto perchè volutamente ignoriamo le condizioni iniziali (per esempio la disposizione iniziale nell'urna dei novanta numeri ) e di un evento determinato facciamo un evento casuale.
Messa così, il Fato scompare e l'Universo diventa quello, fastidioso e poco convincente, dei deterministi puri alla Laplace.

Ma se per l'appunto quella sestina deterministica che ho giocato al Superenalotto compare, allora si compie il mio Fato... fatal sestina che fai di me un uomo ricco!
Dunque la sestina è contemporaneamente determinata ( per Laplace ) e fatale ( per me ).

Come vedi ti do ragione; il concetto di caso è davvero ambiguo.
Un secondo tema di riflessione è se siamo autorizzati, Odifredi, te e io, a giudicare gli avvenimenti, classificandoli casuali o fatali, come se avvenissero " là fuori" .
Non esiste nessun " là fuori" . Noi ci siamo dentro a quel "là fuori". Vorrà dire qualcosa? Per il pensiero orientale , quello buddhista ma anche quello taoista, vuol dire tutto  .
La dualità: Io-Universo, Io-Dio, Io-tu, è fonte di ogni errore.
Te ne dico una: se siamo dentro Dio non ci accorgeremo mai della Sua esistenza, come i pesci non si accorgeranno mai dell'esistenza dell'oceano. Come disse giustamente il pesce Gagarin, sono stato nell'alto dei cieli ma non ho visto nessun Dio..

E questo che c'entra col Caso? C'entra, c'entra ma lo vedremo più avanti ( Fato e Caso permettendo...) 

A proposito del lotto, tu scrivi che “il risultato è determinato”; ma ciò è indimostrabile, poiché il risultato è fino a prova contraria indeterminabile. Il risultato sarebbe "determinato" solo se si fosse in grado di determinarlo. Il risultato invece è indeterminabile poiché i numeri del lotto non sono solo legati a cause fisiche e dipendenti da condizioni iniziali; sono anche legati a nessi psichici, condizionati da aspettative future. La credenza che i numeri del lotto siano deterministici dipende dal fatto che il gioco tende ad essere assoggettato ai modelli scientifici e ricondotto alla teoria delle probabilità (le estrazioni sono effettuate in modo asettico come fossero "eventi indipendenti", anche se è indimostrabile che siano tali), e le possibilità sono ricondotte alle probabilità. Tuttavia, il lotto esiste perché la psiche umana - a dispetto di ogni riduzionismo ai modelli matematici - continua in parte a "funzionare" secondo una concezione del mondo alternativa. Se l’uomo si accontentasse della concezione scientifica della realtà, nessuno giocherebbe al lotto e non ci sarebbero nemmeno le estrazioni del lotto.

Considerando altre categorie di eventi in cui il fattore umano è superiore, il modello causalistico-deterministico risulta ancora meno adeguato. In una partita di calcio ci sono tre possibilità di eventi, ma non coincidono con le probabilità di ciascuno dei tre, che sono incalcolabili anche a livello teorico: ogni partita è un evento irripetibile che non può essere inquadrato in alcun modello fondato sui grandi numeri e sulla replicabilità. Consideriamo poi una situazione ibrida, come il lancio di una moneta. Il lancio della moneta ha due possibilità, che secondo il modello statistico equivalgono alle probabilità di un evento "indipendente". Ogni lancio della moneta è un evento unico e irripetibile, eppure non è mai davvero "indipendente", ma collegato a infiniti eventi paralleli. L’esito risulta "casuale" perché il numero di eventi paralleli è inconoscibile e indeterminabile; mancando tale conoscenza, non abbiamo sufficienti elementi per sostenere che l’evento sia deterministico. Tra gli infiniti altri fattori, l’esito dipende dal materiale della moneta, dalle sue irripetibili imperfezioni, dal terreno in cui cade, dall'aria, ecc. Ma dipende anche dall’interazione con le forme di vita: da chi ha prodotto la moneta, da tutte le persone che l’hanno toccata dandole quella conformazione unica, e dalla storia di ognuno di loro. Il semplice risultato di un lancio di una moneta dipende dall'intera storia dell'umanità. Nella situazione contingente, l’evento è correlato anche al mio corpo, ai miei muscoli, ai miei implusi, ai miei istinti. E anche al mio carattere, al mio stato d'animo, al pensiero che ho nel momento in cui lancio la moneta. Il risultato non dipende solo da cause fisiche, ma anche da funzioni biologiche e agenti psichici. Se mentre lancio la moneta sto pensando di vincere, qualunque sia l'esito, non farò mai lo stesso lancio che se avessi un qualsiasi altro pensiero.

Insomma, io ritengo che il determinismo causalistico sia sempre e comunque parziale, poiché la conoscenza umana (e la stessa scienza) è una contaminazione tra fattori fisici e psichici, animati e inanimati. Anche quando la “coincidenza significativa” (o l'auto-coscienza del Fato) non raggiunge la coscienza - cosa che avviene soltanto in condizioni eccezionali - un evento "casuale" oggetto di esperienza umana non è legato meramente ad una causalità fisica, ma scaturisce dalla relazione tra fisico e psichico. Da alcuni esperimenti pratici che ho condotto nel corso di mesi, sono convinto che sarà possibile dimostrare scientificamente che la psiche condiziona significativamente quella che è considerata la media statistica di un evento considerato “casuale”... ma non mi aspetto certo che simili scoperte provengano dalla scuola di Odifreddi!

Francesco Paolo Ferrotti

Costa Crociere, il caso e la probabilità.

Il Caso non sa la matematica.

Mi ha chiamato un'amica per parlarmi della Costa Allegra, che è nei guai come la Costa Concordia: ma come è possibile?
Al telegiornale dell'una è uscito il matematico impertinente Piergiorgio Odifreddi a rassicurare tutti.  Nessuna paura, ha dichiarato il luminare, il caso non ha memoria e pertanto le probabilità di affogare su una Costa Crociere sono le stesse di prima.


L'affermazione contiene due errori. Il primo e più evidente è che le probabilità di affogare su una nave dipendono in larghissima parte da come è fatta, mantenuta e comandata.
Le disgrazie navali non sono mica numeri del lotto, che escono per pura casualità. Hanno cause immediate e remote. Due guai a fila, dopo anni di onorato servizio, possono significare che comandanti e manutenzioni  della Costa Crociere non sono più quelle di prima.

Ma Odifreddi è scusato, perchè gli avranno domandato dal telegiornale "...ma, professore, è caso o sfiga ? " E l'impenitente ma razionalissimo Odifreddi ha risposto che no, la sfiga non esiste. E' caso.
Secondo errore! Però anche questo scusabile perché i matematici non sanno nulla del caso. Se ne parlate tirano immediatamente in ballo il calcolo delle probabilità, la campana gaussiana e bla bla e bla bla.
Il Caso!



Gli antichi romani lo chiamavano Fato, ed era una divinità così potente che nemmeno Giove  
poteva disubbidire ai suoi comandi.
Figlio di Caos, il dio del buio cosmico antecedente la creazione, e della Notte, il Fato era irremovibile e si poteva scrivere:
Desine fata deum flecti sperare precandoNon sperare, pregando il dio, di piegare il destino.

Ma naturalmente Odifreddi, che ha avuto il coraggio di pubblicare un libro che si intitola " Come ti sistemo il Cristianesimo in quattro e quattr'otto", è molto superiore a queste cose.
Il bello è che ha torto anche nel merito. Il Caso non opera affatto secondo la teoria della probabilità. Fa , proprio come il Fato romano, cosa vuole nelle forme e modi che vuole e può  accanirsi. Contro una persona, contro una nazione o contro una Compagnia di Navigazione. O magari favorirle sfacciatamente.
Chi ha studiato un pò più di vita e magari meno matematica lo sa benissimo.
Io lo dimostrerò in un libro che spero di dare alle stampe prima dell'estate.
Consentitemi oggi di starmene zitto. E auguri a Costa Crociere, che ne ha proprio bisogno.

venerdì 24 febbraio 2012

Vergogna e disonore


Italiani brava gente.

Ringraziamo il Sig. Maroni, ex Ministro ( ministro! ) dell'Interno, che ha illustrato bene al mondo di che pasta sono fatti certi italiani. E speriamo che il mondo non creda che siamo tutti  così.
Con una telefonatina al Capitano di una motovedetta nel mare di Lampedusa il Maroni obbligò l'equipaggio a riportare a Tripoli gli ottanta migranti che erano stati salvati, nella notte, dal naufragio.
Ma, mi raccomando, alla zitta, con prudenza, che se si ribellano voi siete dieci e loro ottanta.
Così, quando la mattina dopo i migranti videro un porto e esultarono, pensando d essere in Italia, si accorsero che gli italiani brava gente li avevano ricacciati in bocca a Sua Eccellenza Beduina il Colonnello Gheddafi;  che, del resto, era da anni lingua in bocca con Sua Tuttezza On.Cav. Silvio Berlusconi.


Ma c'è un giudice a Berlino! Così, in ventidue,  fecero ricorso alla Corte di Giustizia e l'Italia, la nobile nazione patria della civiltà e del diritto, quella di Dante, Michelangelo e Leonardo, sì, proprio quella,  è stata condannata dall'Alta Corte Europea di Giustizia.
Il Sig. Maroni ha dichiarato che lui rifarebbe per filo e per segno quello che ha fatto perché, al di là del personale dispiacere e comprensione, questi negri disturbano l'elettorato, e tanto basti.

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Servono, pedio, servono e tanto basti. Anche per i macachi da vivisezionare.

La richiesta dei colossi farmaceutici cresce, e Harlan, sede centrale a Minneapolis, due allevamenti in Italia (l'altro è a San Pietro al Natisone in provincia di Udine) e un laboratorio (a Bresso), per reggere il mercato, risponde. E importa. Ma uno stock di queste dimensioni - 900 scimmie - non si era mai visto. I macachi destinati alla sperimentazione arrivano direttamente dalla Cina: anche se l'origine di molti esemplari, pare, sia da ricondurre alle isole Seychelles e Mauritius, paradisi delle vacanze ma anche serbatoi per la vivisezione...( da La Repubblica di oggi )

mercoledì 22 febbraio 2012

Puff, pant, gasp...

Insomma, non dormo.

Questa è la tragica realtà. La mia vecchia ragazza ha, come si dice in Toscana, perso il capo. Ma pochino, quello che basta perchè si svegli alle quattro di notte cinguettando " buongiorno, buongiorno, ho fame, ho sete, dov'è Filomena?, nevica? mi fai il caffè? ".
Si riaddormenta un'ora dopo, dopo il caffè, i biscottini con la marmellata, e me ridotto ad uno zombone con gli occhi gonfi.

In più, ho gatta Perla " in caldo". Perla è una gatta piccolina, con capacità atletiche rare anche in un gatto. Per esempio mi salta sulle spalle balzando da ferma e attaccandosi con le unghie; haaa, bene...!
Ora,  causa gattoni in transito, ha le smanie riproduttive e mugola, pigola, si rotola come un'anima in pena...di giorno, di notte, da giorni.

Il mio cervello è ridotto a poltiglia.  Le operazioni che richiedono l'uso del medesimo saranno riprese appena possibile...
Qui, gatta Perla sulle spalle di mio figlio Marco...

venerdì 17 febbraio 2012

Non lasciate passare questa Legge.

Cari Giorgio, Enrico, Matteo, Pierluigi, Rosy, Lapo

Il Presidente della repubblica, il Presidente della regione Toscana, il Sindaco di Firenze, il Segretario del mio Partito, la Rosy che è di Siena e dintorni come me, Lapo che ho visto coi calzoni corti giocare a baseball a Firenze. e già che ci sono la mando anche a Michele Serra.
A chi, se no?

Il Parlamento sta per siglare una Legge sulla Vivisezione degli animali. Vivisezione è una parola che mi fa  accapponare la pelle. No, non c'è buona ragione che tenga.

Gli animali sono l'anima innocente del Mondo. E' per questo che la loro vicinanza ci rasserena, dà sollievo alla nostra solitudine, ci fa sorridere  anche nella tristezza.
Non consentiamo la loro sofferenza. Come potremmo perdonarci? 

QUI potete trovare tutti i perché scientifici di questa lettera. Negli occhi di gatta Sofia, che mi ha fatto buonissima compagnia per sedici anni e era una gatta di pessimo carattere, leggeteci il monito.

Riaprite il dibattito, fermate la sperimentazione gratuita o finalizzata al profitto.
Per favore, per quella pietas che ci fa uomini e non dèmoni

Paolo Pasquini
Una  risposta: Lapo Pistelli, deputato fiorentino del PD:
Paolo,
faremo senz'altro del nostro meglio anche perché da settimane siamo oggetto di uno spamming formidabile su questo tema.
Un abbraccio.
lapo

  

mercoledì 15 febbraio 2012

La Grecia? Mbè?

La Grecia antica?  E' troppo antica!

Mi arrendo. Della Grecia come memoria e radice , la Grecia  alma mater, non importa niente a nessuno. Lerner , in un articolo di lunedì su Repubblica, mi relega coi romantici,  Lord Byrion e Santorre di Santa Rosa. Poi se la prende con la troika, difende i cittadini greci ecc.ecc.
Ma non riflette che se la Grecia antica non conta, allora non esiste nessuna Patria Europa. C'è solo un opportunistico circolo economico di Stati Nazionali, che hanno capito di essere da soli troppo deboli di fronte ai giganti dell'America e dell'Asia e a collo torto si sono messi assieme.
Nessuna Bandiera, nessun Inno, nessuna passione, nessuna fratellanza. Peggio, una burocrazia ottusa che sforna norme su tutto generalmente assurde, un Signor Nessuno alla Presidenza e un buffonesco Parlamento Europeo. Ma europeo " dé che? "

In quanto alle radici,  si tirano fuori dall'armadio quelle che servono quando servono, e si ripongono in naftalina subito dopo.

Vabbuò, come direbbe un esperto in naufragi. E questo lo è.
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EVVIVA EVVIVA IL MIO FOTTUTO PARTITO DEMOCRATICO!


Dopo la vittoria a Genova del candidato di SEL contro due ( due! ) candidate PD tutti si sono dati al compianto.  Tzunami, terremoto, dimissioni, Bersani preoccupato. E' ovvio che solo un partito di Paperini fa le primarie di coalizione con due candidati, con la sicurezza di perderle. Però stiamo tirando dentro personaggi di grande spessore e li ( noi, PD ) portiamo al servizio dei cittadini. E ci vinciamo le elezioni!
Ma vi pare  poco?

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NOIA E FASTIDIO, FASTIDIO E NOIA

Il festival della Canzone Italiana!  Tanto io la Rete ammiraglia non la guardo più. Ma perchè infliggerci anche Celentano? Uno che ci mette un'ora a snocciolare banalità. E canta canzoni altrettanto banali.
 E basta, perdio, siamo nel terzo milennio!

domenica 12 febbraio 2012

Ma è la Grecia, cazzo!

ma perchè uno, dico un fottuto intellettuale europeo non è saltato su a scrivere quello che scrivo io, che sono un minchione qualunque?
Ma di che radici cristiano-giudaiche si va cianciando?
L'Europa ha radici romane, e i romani, rozzi italici bravi con la daga e coi mattoni, impararono tutto, ma dico TUTTO  dai Greci.
Le radici dell'Europa sono greco-romane. Quelle della filosofia, della bellezza e della poesia, greche.

E vedete queste merde come la trattano.

Questo sfogo nasce dall'aver letto su un giornale in una edicola greca " to dilemma" , in lettere greche naturalmente. Noi, irriconoscenti, parliamo ancora greco.Ma non lo sappiamo neanche.
 Un esercito di cavalieri, dicono alcuni,
altri di fanti, altri di navi,
sia sulla terra nera la cosa più bella:
io dico, ciò che si ama.
È facile far comprendere questo ad ognuno.
Colei che in bellezza fu superiore
a tutti i mortali, Elena, abbandonò
il marito
pur valoroso, e andò per mare a Troia;
e non si ricordò della figlia né dei cari
genitori; ma Cipride la travolse
innamorata

giovedì 9 febbraio 2012

Salviamo la barchetta.

Grrrr....salviamo Il Manifesto!

Per consentire a tutti di capire quanto mi costano queste righe premetto che ho la totale e furibonda disistima per quella che ho battezzato "la sinistra immaginaria" o anche " la sinistra mamma dammi la  la luna". Sono quelli che ad ogni elezione che perdono si strappano i capelli  " ma perché i compagni proletari non ci ascoltano? "
Sto proprio  ascoltando gli Inti Illimani che cantano " el peblo-unido-jamà sarà vensito! "
Invece, grazie alla sinistra intellettuale e intransigente, agli odiator del compromesso, ai duri e puri, el Peblo Unido s'è sempre trovato l'ombrello dove sapete, finché non ha fatto da sé, altrove anche a fucilate.

Il Manifesto, coi suoi raffinati scrittori e pensatori, coi suoi appassionati compagne e compagni appartiene indubitabilmente a questa genìa. Bertinotti era evidentemente al soldo di Berlusconi; invece i compagni del Manifesto lo fanno gratis.
La mia prima reazione è stata : " era ora!"


Invece no. Il Manifesto deve continuare a galleggiare. I compagne e compagni onirici devono continuare a scriverci. Sono i creativi della politica, gli immaginifici . Certo, attengono più al pepe che all'arrosto, condimento e non sostanza. Ma da quando rinunciamo al libero condimento? Perchè farne a meno?
Sognate, compagni, e fateci sapere. E scusate se non vi compriamo proprio tutti i giorni, siamo alle prese coll'arrosto e spesso solo col pane quotidiano.
Però domani compro " Il Manifesto"...

PS:  venitemi  a leggere su " paoloilvecchio.altervista.org"
Mi sento solo!

lunedì 6 febbraio 2012

I limiti del governo Monti


Il potere forte.


Il bel dibattito tra Masso e Harmonia e tutti i contributi al post precedente mi spingono ad alcune considerazioni.
La prima è che, anche se pudicamente distogliamo lo sguardo, da oggi al 2013 l'unico potere forte in Italia è Berlusconi. Elenco i motivi:

1-l'uomo è privo di ogni principio morale, però è un buon'uomo. ( per fortuna...)
2- é insensibile ad ogni critica, senso del ridicolo, limite di qualsiasi genere, dubbi, interrogativi culturali.

 Ammetterete che per agire sono due belle comodità.

3-è profondamente totalmente legato ai figli e agli amici prossimi. Ritiene che le sue superiori capacità lo situino molto oltre " la massa", che pure simpaticamente ama.
4-Verso gli amici mantiene sempre la parola, qualunque sia il costo. Sa scegliersi gli amici, che conquista realmente e profondamente. Personaggi come Confalonieri, Ferrara, Ghedini, Feltri, Belpietro, Dell'Utri, Fede  lo seguono, consigliano e difendono non soltanto per professione. 

Le due qualità determinano una potente silviosfera, che è il nucleo di una vastissima corte di dipendenti, beneficati, cortigiane, che sfuma in quelli che volentieri vorrebbero accodarsi. Silvio Berlusconi è " il Principe", nella più evidente tradizione italiana, ma ovviamente nella ridicolezza del tempo presente. E' il Borgia, il Lorenzo il Magnifico, lo Sforza, il Duca di Urbino di questo tempo di merda che mestamente attraversiamo.

5-controlla un impero mediatico e economico senza pari. Non solo televisioni, ma anche la pubblicità delle televisioni. Non solo nani e ballerine, ma anche i capocomici. Non solo deputati comunque eletti ma anche cricche, mafie, camarille. Non solo portavoce ma anche sicari mediatici.
E dunque entusiasma i sudditi, che stravedono per lui e lo voteranno, lui o il fantoccio che vorrà buttare in scena.
6-ha disponibilità di denaro illimitata.

Se questo è vero come è vero , cari amici e compagni, allora voi capite che il governo Monti fa quello che Berlusconi gli consente di fare. E Berlusconi consente eccome! Perchè il governo Monti, che opera secondo linee liberiste e solo quelle conosce e apprezza, distruggerà l'unico serio caposaldo che resta, che è il PD.
Ha dato due terrificanti segnali: il "  fo come mi pare " della Lei alla RAI e la pazzesca legge sulla responsabilità personale del giudice, che azzererebbe semplicemente la magistratura accusante in Italia.
Il buon Bersani, il pover'uomo alla testa di quella armata Brancaleon da Norcia che insistiamo a chiamare sinista italiana, ha rizzato i bargigli e gorgogliato che non ci faremo prendere in giro. Le risate!


Per favore, mi venite a leggere anche qui? http://paoloilvecchio.altervista.org/il-pozzo-e-il-pendol0
Sarebbe l'edizione serissima di cogito, solo scienza, filosofia e spiritualità...( le palle...)

venerdì 3 febbraio 2012

Lo spavento


Oddio, è un bischero anche Lui!


E' stato il terribile pensiero che mi ha attraversato la mente mentre, con britannica flemma, Monti sosteneva che il posto fisso è una bella noia.
 Poi ho capito: era il Professore che parlava. So come va, ho insegnato diciotto anni. Hai i tuoi studenti davanti in aula, e spari la battuta; tutti sghignazzano, tu fai la faccia sorpresa, " non siete d'accordo?"  Allora la Luisa, con la sua boccuccia rosa, ti cinguetta " lo dice perchè lei ce l'ha, il posto fisso! "

Invece al povero Monti i suoi giovani ascoltatori hanno tirato di tutto, torsi di cavolo, pomodori marci e gusci d'ovo. Una bufera. E dietro le mamme! Le mamme che hanno consumato rosari a implorare " in banca!, all'Enel! una cattedruccia di applicazioni tecniche! "  Ma, perdio, a vita , a vita.
Con la beata certezza che col 27 arriva lo stipendio, la benefica rugiada.
Caro Monti, mio inarrivabile collega Prof.,  attento, come si dice, al contesto. Guai a sottovalutare il terribile, imponente giramento di coglioni che scuote il Paese.  Guardi che ancora siamo sotto il narcotico berlusconiano, le imponenti dosi di oppiacei che ci hanno propinato opinionisti emeriti, giornali riguardevoli, fogli di famiglia, reti televisive, la 4, la 5, Italia 1, le etère di regime, il Premier,  ancora chiamato così nei racconti dei suoi processi. Alla catastrofe non ci crediamo ancora.

Faccia tutto , svelto e alla zitta.
Prima che ci svegliamo.

LETTURE.

"Letture" mi consente di fare il critico, attività sempre piacevole.

 Oggi parlo di " Acciaio"  della giovane Silvia Avallone.  E qui mi dò di bischero seicento volte. Perchè il libro l'ho comprato in quanto scrive di Piombino e Piombino lo frequento come elbano. Che dico, scrive sulle acciaierie di Piombino, dove hanno lavorato amici e parenti, e dove per l'appunto ci lavora ( da Parigi...) anche mia figlia.
Trotterellavo per Piombino a tre anni, per intendersi.


Ho esultato: cazzo, una piombinese che scrive sulle acciaierie! Un virgulto proletario della Val di Cornia che illustra la condizione operaia.
Così, superando due ostacoli alti, i 13 euro di costo e il mio abbandono , da tempo, della lettura di narrativa, ho comprato il libro e ho cominciato a leggerlo.

Dopo venti pagine c'era già qualcosa che non andava. Per esempio, l'autrice descrive  (... Il mare e i muri di quei casermoni, sotto il sole rovente del mese di Giugno, sembravano la vita e la morte che si urlano contro..) un Giugno a Piombino dove si gronda sudore estenuati da temperature terribili, con la gente che si butta in acqua per refrigerio...ma dove?
A Piombino di Giugno si dorme con la copertina e solo i bischeri di fuori fanno il bagno.
Più avanti trovo: ...di fronte, a quattro chilometri,le spiagge bianche dell'isola d'Elba rilucevano come un paradiso impossibile.

Ma cosa? L'Elba a quattro chilometri? l'Elba, come qualsiasi lattante piombinese sa, è a sei miglia marine, che di chilometri ne fanno undici, e di fronte non c'è perdio nessuna spiaggia bianca. Ci sono le colline ronsicate e rugginose delle cave di ferro di Rio Marina e prima che l'Isola sembri finire,  il  Cavo.
In quanto al paradiso impossibile, guardi signorina Avallone che d'estate il Cavo si riempie di piombinesi, anche quelli del proletariato che lei pretende di descrivere. Vedesse che si mangiano e che si bevono!

Insomma, per farla breve, la signorina Silvia Avallone a Piombino ci sarà stata forse una volta. S'è inventata tutto, ma male. Del resto è di Biella e vive a Bologna. Ma perchè, se voleva fare un romanzo sul lumpenproletariat non l'ha fatto sulle fabbriche tessili biellesi? Dopodiché ho provato a farmi piacere il libro, ma non ci sono riuscito.
Rivoglio i miei 13 euro!

Però,  considerate  che con Acciaio la signorina  Silvia è stata finalista dello Strega,  e ha vinto i premi Campiello Opera Prima, Flaiano, Fregene e Città di Penne . Mica pizza e fichi!
Poi è giovane, anche poetessa, laureata in filosofia. Si farà, stavolta da sé invece di farsi fare dagli altri. Dite se insinuo manovre editoriali? Sì!