Buon Natale gente.
RACCONTO
DI NATALE
Non
potevi lasciare incustodite le pecore di notte. Le rubavano. Serviva una
guardia notturna e Aaron e Eleazar erano lì per questo, appoggiati a due nodosi
bastoni e infagottati nelle vesti di lana contro il freddo di una notte di
inverno.
“
Aaron” disse Eleaza “guarda le pecore”
“
Le pecore? Che hanno le pecore? Sono
normali pecore con quelle due bestiacce cornute dei montoni, ecco tutto”
“Aaron,
le pecore stanno tutte ferme e girate di là e anche Zannut e Cornoc”
“
Zannut lo sgozzo una volta o l'altra.
Ieri mi sono chinato per un pugno di more e quel fottuto mi ha...”
“
Aaron, c'è qualcosa che non va. Lo senti
il silenzio?”
“
Lo seeenti il silenziiio?” gli fece il verso Aaron “ e
come si fa a sentire il silenzio, scimunito? Capisci meno del capro”
“
E la stella?”
“
Che stella?”
Aaron
non era uomo da guardare spesso il cielo. Un uomo pratico, posato e operoso:
moglie, tre figli, il gregge, il formaggio, il denaro…Cose con-cre-te come
ripeteva spesso a Eleazar che tendeva a starsene con la testa tra le nuvole.
“
Quella stella sulla capanna in fondo al
recinto.”
La
stella era una stella davvero grande e stava proprio a perpendicolo sulla
capanna del vecchio Amos, illuminando intorno e creando strane ombre dagli
alberi.
“
Oh accidenti! Non l’avevo vista. Ma
c’era quando siamo arrivati?”
Eleazar
fece di no col capo.
“
Beh, le stelle sono fuochi nel cielo.
Questa è un po’ più grossa.”
Le
pecore si mossero tutte insieme verso la capanna coi montoni dietro.
“
Ma dove vanno queste cretine? Frusta su,
bestiacce!” Aaron assestò un paio di legnate a due pecore che continuarono
imperterrite a camminare a capo basso verso la capanna. Il montone Zannut
interpretò le legnate come minacce alle pecore e si avventò. Arrivò su Aaron e
con una cornata secca e precisa lo buttò in terra.
“
Oh per…ah diav…ma io lo scanno e lo
friggo nel suo grasso!” Aaaron era un uomo pio come tutti i buoni israeliti e
non avrebbe mai nominato il nome di Dio invano, ma Zannut le bestemmie le
levava di bocca....
Da
terra vide la vedova Elisheva che andava velocemente verso la stalla con dei
panni intorno al braccio.
“Ma
che succede?” chiese Aaron da terra.
“C’è
una di Galilea che partorisce”
“
Nella stalla?”
“Non
c’era posto nella locanda. Questa viene da Nazareth e quello lì sulla porta è
il marito”
“
Da Nazareth? Questi puzzolenti
pescatori…”
“
E’ brava gente”
“
Sì, tutti bravi e buoni ma sempre Galilei sono”
“
Aaron…” disse Eleazar “ guarda là su”
Indicò il tetto a capanna della stalla dove c’era indubitabilmente la figura di
un giovane che splendeva di una luce sua.
“
Che ci fa quell’ idiota là su? Ma che
succede stasera?”
Le
pecore s’erano disposte tutte intorno alla porta della stalla. Non belavano, non
brucavano. Zannut e Cornoc s’era seduti, cosa mai vista.
“
Che ci fai sul tetto?”
“Non
temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:
oggi vi è nato nella città di Davide un Salvatore, che è il Cristo
Signore. Questo per voi il segno:
troverete un bambino avvolto in fasce, che giace in una mangiatoia.” Eleazar si
buttò in ginocchio.
Aaron
rispose a muso duro:
“
E da quando i salvatori del popolo nascono nelle mangiatoie? Un bimbo in fasce,
poi! Scendi mentecatto !”
Si
sentì un vagito e le pecore chinarono la testa tutte insieme e i capri belarono
forte. Eleazar batté la fronte a terra, poi si alzò e si incamminò verso la
stalla.
Aaron
scosse il capo. “ Credulone. Il
salvatore , il Cristo Signore…Un
Galileo, ma via. Un poveraccio, figuriamoci. Domani per fortuna se ne saranno
scordati tutti.” Girò le spalle alla capanna e se ne andò a dormire. Alle
pecore ci pensasse quell’ imbecille di Eleazar.
Alle
sue spalle apparve con l'angelo la moltitudine dell'esercito celeste che lodava Dio e diceva:
«Gloria
a Dio nel più alto dei cieli
e
pace in terra agli uomini che egli ama».
Era
il primo Natale ma Aaron non lo seppe mai.
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....e non fate come Aaron....