domenica 26 giugno 2016

Dio salvi la Regina



e vada dove vuole coi suoi sudditi.
Ce ne faremo una ragione.


Non capisco tutti questi strilli e disperazioni per l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea. Nessuno pare ricordarsi che gli inglesi stavano nell'Unione con un piede dentro,-quello che serviva a ottenere euro e benefici- e uno fuori per scansare con inglese distacco ogni carico, sacrificio o collaborazioni che venivano richieste dall'Unione.
Vadano, vadano. Con la nostra benedizione e imperitura gratitudine perché questi zucconi hanno salvato l'imbelle o traditrice Europa del secolo scorso, da Hitler.

Ora noi europei lavoriamo, ognuno al suo posto, per cambiare questa improponibile Unione di burocrati che pontificano sulla lunghezza delle sardine o predicano col pane bene imburrato in mano di quanto devono sacrificarsi gli altri.
Ricordo sommessamente che il primo capo di Stato che cominciò immediatamente a strillare, appena eletto, è stato un ragazzotto di Rignano sull'Arno, tale Matteo Renzi


Intanto, Dio salvi la Regina, che si becca il reverente saluto degli scozzesi... 

martedì 14 giugno 2016

Ponzio Pilato, procuratore in Giudea



Quell'uomo...


'' Dunque, questo Yeshua ben Yosef detto il Cresto o il Cristo, non ricordo. Io il sospetto lo ebbi subito. Non era un uomo ordinario quell'uomo, no. Ti guardava dritto negli occhi con una espressione...non malevola ma..... autorevole.
Ecco, autorevole è la parola. Per Giove Capitolino! Pareva un console, un generale, di quelli tosti che li riconosci da lontano e ti possono spedire, accidenti a loro, in un buco in Tracia o in Britannia. Va bene , lasciamo perdere.
Me lo portarono con le mani legate dietro la schiena, scribi, farisei. Brutta gente. Ordinai di liberargli i polsi e ci guardammo. Io, stravaccato sulla mia sedia mi ricomposi, chissà perché. Lui stava diritto e mi guardava.
Gli dissi: -Sei tu il re dei giudei?- perché così imprecavano gli scribi, irridendolo.
Mi rispose: -tu lo dici-
Capito? Tu lo dici; ma nemmeno un sofista. Mi aveva fregato.”
La taverna non era delle peggiori di Roma, però buia e fumosa per via del focolare dove sfrigolava un arrosto. Pilato si passò la mano sui capelli ormai bianchi, quei pochi che gli erano rimasti. Rufo si accomodò sulla sedia. Era giovane, lui e già comandante di manipolo. Il vecchio procuratore gli era simpatico, gli piaceva ascoltarlo. Quintiliano continuava a mangiare olive a capo chino. La storia la conosceva .
I sacerdoti se ne uscirono con grida e improperi. Non avevano re, non riconoscevano la potestà che dell'Altissimo Benedetto.
Era un impostore, un falso profeta. E pericoloso. Si inventava miracoli, la gente lo seguiva. E sai cosa aveva detto? Io sono il Figlio di Dio! Bestemmia! Dio è Uno!
E questo Galileo, zitto. Non voltò nemmeno lo sguardo e non guardava nemmeno me.
Alla fine sbottai:
- Non rispondi nulla? Senti di quante cose ti accusano-
E lui zitto. E poi, giuro su Venere, Giunone e compagnia, ebbe uno sguardo, un lampo negli occhi, di....di compassione! Ma vi rendete conto? Aveva il viso gonfio dalle sberle delle guardie del Tempio, i polsi segnati dalla corda, accusato di fronte a Pilato di crimini vari e ci compativa! Ma vi pare normale?”
Rufo tirò un sorso di vino e chiese: “ E poi?”
E poi, e poi mi venne in mente una cosa, perché a me , quell'uomo piaceva.
Dovete sapere che questi giudei hanno una loro solennissima festa che chiamano Pasqua. Una storia di fuga dall'Egitto, il loro Dio che interviene, fanno festa sette giorni, mangiano chissà perché pane azzimo. E allora per ingraziarseli Roma gli libera un condannato a morte. Così, feci frustare il Galileo alla colonna e lo portai sul balcone, sanguinante. Sotto c'era due o trecento ebrei che urlavano.
-Questo è l'uomo che dice di essere il re dei Giudei. Chi devo liberare? Yeshua o Barabba?
E quelli a urlare- Barabba, Barabba!- Questo Barabba era un lestofante, un assassino. -Che devo fare di Yeshua?- e quelli -Crocifiggilo, crocifiggilo!- Una scena disgustosa...”
L'oste, che era grasso e rubizzo, andò verso il focolare e tranciò un bel pezzo di arrosto.
Chi ne vuole?”
Io! “ disse Rufo. L'oste glielo portò, raccolse le monete e Rufo guardò i compagni.
“ Si beve meglio, mangiate!”
Quintiliano non alzò gli occhi dalle olive e Pilato guardava nel vuoto.
Insomma, mi toccò crocifiggerlo. Intendiamoci, se ne ammazzava tanti perché questi ebrei sono irrequieti, ma mi dispiacque. E comunque quel Barabba inciampò due notti dopo nella daga di Decio e si tagliò la gola. “
Negli occhi di Pilato brillò una antica fiamma di ferocia.
Non mi piace essere preso in giro...”
Ma insomma” biascicò Rufo a bocca piena “ fini lì! “
E no! E questa è un'altra parte della storia. La sera del venerdì, mentre mangiavo, mi arrivò a casa tutto affannato un consigliere di Haifa, il gran sacerdote e mi disse pari pari:
-devi mettere una guardia armata al sepolcro-
-Che sepolcro?-
-Quello del Galileo. Ha avuto sepoltura da Nicodemo e ci devi mandare le guardie perché lui ha detto che risorge! Capito? Risorge! E se si fregano il corpo e poi dicono che è risorto, chi li ferma più?-”
Quintiliano fece un risolino. Rufo si fece attento, perché dare disposizioni ad un procuratore romano come Pilato non era uno scherzo.
C'è mancato poco che lo scannassi lì ma poi pensai alla politica, maledetta la politica! L'Imperatore non voleva guai in Giudea, ma lo aveva detto di persona: -Pilato, fai come ti pare ma non voglio guai!-
Chiamai Decio, gli spiegai che era cosa delicata, prendesse tre, anzi, quattro legionari vecchi e facessero la guardia a quel cazzo di sepolcro come fosse l'accampamento!
La mattina dopo mi sveglio a sole alto e il servo mi dice che in anticamera c'è Decio che aspettava dall'alba. Oh perdio! Lo faccio entrare e quello per poco non si inginocchia, mi mormora
-Ci siamo persi il morto!-
-Vi siete persi il morto? Cinque legionari della Legio X Fretensis si sono persi un morto?-
-Non so come sia successo. A giornetto s'è raffittita di colpo l'oscurità e quando s'è fatta l'alba la pietra... Procuratore! Una pietra immensa! Ci volevano quattro uomini per farla rotolare! Il sepolcro era vuoto, col sudario ben ripiegato sulla pietra di letto e un panno in un canto. Morto, nisba...-
Conoscevo Decio da dieci anni. Un commilitone, un camerata, non un sottoposto. Mi fidavo ciecamente. Sapete che? Gli credetti.
-Decio, va bene, sarà stato un dio o un demone ma mi sono veramente rotto i coglioni con questi ebrei rompicoglioni! Si arrangino! Cerchino il morto! Speriamo sia davvero tornato dall'Ade! Vadano a farsi fottere! Vai!- ”
Qintiliano ridacchiò.
Guarda che dieci pezzi d'argento fanno miracoli, anche resuscitare i morti...”
Ma sarà andata anche così...che ne sappiamo?”
Pilato” disse Quintiliano “ levatela dalla testa questa storia, ne fai una fissazione. Mangia, bevi, fotti, perché non eri, ora sei e domani non sarai più. E ora dammi un pezzo d'arrosto ragazzo.”
Pilato si grattò la testa.
Mi dispiacque. Lo dissi anche- mi lavo le mani dal sangue di quest'uomo-. Non ci credo che tutto cominci e finisca con una mangiata d'arrosto, una bevuta di vino e le cosce compiacenti della Clodia. No, non ci credo. Vado via, M' è venuta tristezza”
Sapete” si intromise Rufo “ è una bella storia e anche con del mistero, no? Ma non se la ricorda già nessuno e sono passati appena trent' anni”
Rufo, quando sei arrivato a Roma?” gli fece Quintiliano.
Be', tre giorni. Con la mia legione. Sono capomanipolo. Siamo acquartierati al Velabro.”
E da dove vieni?”
Agedicum, Gallia Celtica”
Ascoltami ragazzo, quella storia se la ricordano tutti e ha impestato l'Impero. A Roma l'imperatore Nerone ha deciso di ammazzarne un po' di questi cristiani, nell'arena. E Pilato...” indicò il procuratore che se ne stava a capo chino col bicchiere vuoto in mano   "Pilato ha la moglie cristiana. Capito?”

Correva l'anno 806 ab Urbe condita e il Vangelo del Galileo si spandeva per tutto l'impero come un incendio,come un vento impetuoso, come un rombo di tuono.
E cambiava il mondo.
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P.S. ci terrei ad un giudizio sincero dei miei lettori. Di racconti come questo ne ho pronti altri 3 e ho intenzione di farne un volumetto...se valgono qualcosa. Io non posso giudicare-
ogni scarafone è bello a mamma soia...