sabato 24 ottobre 2015

Se puoi parlarne non è l'eterno Tao

A-teo.




Cercando l'età di Michele Serra  su wikipedia ho trovato scritto : “Michele Serra è ateo”. Di sicuro la  scheda non l'ha scritta lui, è una prosa mediocre.  Quello che mi ha stupito è stata la indiscutibilità dell'affermazione e il contrasto evidente con la pietas espressa dalla poesia che ho pubblicato.
Dove è l'errore?

L'errore è nel termine “a-teo” che non significa nulla essendo una contraddizione in termini: per dire a-devi definire teo, che è assolutamente indefinibile:

Il Tao che può essere detto
non è l'eterno Tao,
il nome che può essere nominato
non è l'eterno nome.
( Lao Tzu )

Obietterete che non stiamo parlando del Tao di Maestro Lao ma del Dio nostro, quello della Bibbia.
Sì , ma allora va detto:
“Michele Serra è ateo perché non crede nel Dio della Bibbia degli Ebrei, quello disegnato da Michelangelo con barba e camicione.”
Se è così, sono ateo anche io.

La verità che gli atei veri all'eterno Tao,  Quello della Bibbia, dei Veda, di Buddha, di Mosè, dei nativi americani del Nord America, dell'Alighieri, di Maestro Lao, di Yeshua ben Joseph detto il Cristo, non ci pensano mai e se mai ci pensano scacciano il fastidioso pensiero.

L'eterno Tao non è definibile né analizzabile, non è sezionabile né misurabile, non è una “Cosa” ma un Accordo d'organo: maestoso, che scuote il nostro cuore, che spaventa la nostra mente e da cui istintivamente fuggiamo.
Non è affrontabile.
A questo servono i Mediatori finché la presunzione non li deforma.
Per questo me ne sto col più sconfitto di loro, col più improbabile e
indefinito, con Quello che non ha lasciato niente morendo sulla Croce. Appena un pugno di seguaci, spaventati, inconcludenti, miserevoli.
Io sono uno di quelli.

venerdì 23 ottobre 2015

Non perdetevi " Ognuno potrebbe " di Serra




Gran libro.



Non perdetevi “Ognuno potrebbe” di Michele Serra. Ho cominciato a leggere Serra quando scriveva su “Cuore” e era il 1989; lui aveva 37 anni e io 52. Era già bravo e alla fine trovate una sua poesia che potrebbe scrivere anche oggi, cambiando solo la geografia.
Il libro è la ricerca del senso del mondo, delle cose e nostro. Però leggero, levigato, un sussurro che  si allarga alle bizzarrie e alle contraddizioni di questo nostro tempo. Rispunta  il modo di far satira di Serra , sempre garbato e elegante.

Il protagonista Giulio, che racconta in prima persona, è un laureato in antropologia finito all'Università a fare  il ricercatore insieme all'amico Ricky. La ricerca è: analisi accurata e documentata delle procedure di esultanza dei calciatori dopo il gol . Lo stipendio di settecento euro al mese.
Vive con la vecchia madre in Capannonia, provincia una volte operosa e ora ridotta dalla crisi ad un deserto di capannoni abbandonati e di macchinari  arrugginiti. Ama la bella e concreta Agnese, ammira l'artigiano tornitore Squarzoni che ancora resiste in un capannone accanto a quello del padre ebanista, morto ormai da dieci anni, odia l'Iphone, tradotto egòfono.
Una sera  si sperde per una deviazione nel labirinto delle strade e delle rotonde di Capannonia “ E dunque sono qui che vago per i non luoghi non ritrovandone più il bandolo, facendomene per giunta un rimprovero perché-penso-dovrei conoscerli a memoria  per quanto lunghi e larghi (....) perché questi luoghi o non luoghi sono i miei luoghi, ci sono nato e cresciuto e ci sto invecchiando...”
E prosegue a piedi fino alla causa del caos della viabilità: c'è un cinghiale morto nel mezzo della strada:
“ il cinghiale giace scuro nello scuro. Per vederlo bene ci si deve avvicinare a pochi passi, mi sembra enorme , soprattutto la testa nella quale l'unico occhio visibile , minuscolo e spalancato, riflette la luce delle torce,come una favilla inspiegabile in tutto quel nero.”

Un gran libro. Mi ha fatto venire in mente quello straordinario film di Olmi che è Centochiodi.  Io dico che la  conclusione è la stessa ma mi riservo il diritto di sbagliare.


Ventiquattro pollici

Si fermarono a riva
i ragazzi leoni
della Surfing Ruanda
tronchi senza la randa
dita senza le mani
contributi africani
al mercato grandioso
della lacrima bianca
due miliardi di case
disponibili a fare
condoglianze virtuali
e collette alla standa.
Tutto questo dolore
confezione gigante
no grazie, non mi sento
abbastanza importante
di un pensiero all'altezza
della mondovisione
dell'enorme porzione
di vestiti e persone
che galleggia sul lago
Per la retta che pago
non mi merito tanto.
O si parte in missione
come fanno le suore
o si spegne il bidone
che rivende il dolore
 Sarei un'ottima suora
se ne avessi i coglioni
nel frattempo converto
le mie televisioni
negli spenti reperti
senza alcuna memoria
che galleggiano inerti
sul mio lago Vittoria.

  (Michele Serra )


martedì 13 ottobre 2015

L'indicibile orrore.


L'indicibile orrore.


Orrore infinito nella Palestina, accanto ai luoghi sacri delle tre religioni monoteiste del medio Oriente.

Terra di Profeti e di Santi.
Terra della Persona Divina Yeshua ben Joseph detto il Cristo, dove nacque, morì, fu sepolto e resuscitò il terzo giorno.

Terra insanguinata da sempre ma mai sprofondata nell'orrore di bambini disperati che pugnalano bambini inconsapevoli.

Di fronte alla disperazione di un popolo angariato, derubato delle proprie speranze fino alla follia, il mondo dei pasciuti signori di Occidente in cui mi metto anch'io guarda sorpreso: che fanno?

Di fronte alla disperazione di cinquanta anni di speranze frustrate i signori della guerra santa spingono all'odio i propri figli adolescenti e il signore della nazione di Israele, democraticamente eletto, tuona oscenamente
“ non riusciranno a distruggere Israele!”

No, signor Netanyahu, non ci riuscirebbero nemmeno in cent'anni di intifada. Israele vivrà ma avrà rinnegato i suoi santi e i suoi profeti, sbeffeggiando quel Dio che è Uno, ma che non è più il suo.
Morti viventi, occuperete quel pezzo di terra che tutti chiamano Santa.

Seduti sui vostri arsenali, perderete l'anima