mercoledì 29 maggio 2013



Vecchiezza è..........

Mi fanno ridere quelli che mi dicono che non sono poi mica così vecchio a settantacinque anni quasi settantasei via ci sono molti più vecchi...guarda Berlusconi, Napolitano....
Invece a settantacinque quasi settantasei sei vecchio.

Guardi indietro e trovi amici morti. Una schiera, una teoria, una processione: morti.
Ti guardi accanto e non trovi più la tua vecchia ragazza che ti portavi per mano.
Guardi avanti e sai.
Ho trovato una buona definizione di vecchio:

Chi ha cinque anni di speranza di vita e lo sa.

Sì, questa mi pare buona. Però è bello esserlo senza smanie o terrori, placidamente.
Questa placida vecchiaia senza rimpianti e senza rimorsi è un bel premio in attesa di verificare il futuro, perché non è poi certo che finisca tutto " con l'ultimo scurreggino"
come diciamo noi maremmani vecchi.

Ci possiamo fare anche due risate con un Vecchiezza è......

-Vecchiezza è:
tornare in banca a rinnovare la carta di credito e scoprire di averla rinnovata il giorno prima.
-Vecchiezza è:
 dimenticare le chiavi di casa e pisciarsi addosso.
-Vecchiezza è :
non raccogliere cosa cade: troppo faticoso.
-Vecchiezza è:
trovare come tutto si sia fatto pesante, robusto, ostile.
-Vecchiezza è:
 non riuscire ad aprire il pacchetto di crackers.
-Vecchiezza è:
andare a vedere quattro volte su Google come si scrive crackers.

Ed ecco  gli immortali versi dell'inno alla Festa delle delle Matricole ( in latino, con traduzione )

Gaudeamur igitur
iuvenes dum suuuumus!
Post iucunda iuventute
in molesta senectute...

Godiamo sempre
finché siamo giovani
Chi non gode nel tempo giocondo
Quando è vecchio lo piglia nel c........

Terminerò con una mia poesia semiseria:



Viene la Morte da me ogni mattina
giusto per fare insieme colazione.
Ha gli occhi grigi pieni di attenzione
mentre gira il caffè nella tazzina.

Bella donna la Morte, la miseria!
niente ossa o ciarpame, veste bene
e non fosse pel cipiglio che si tiene
la diresti una femmina in carriera.

Mi guarda fisso e invariabilmente
prima di prendersi di gusto il caffè nero
mi fa : ti piglio di sicuro, cavaliero.
Gira le spalle e se ne va silente.

O sora Morte, non ti sprecare tanto
me lo sono segnato il memorare.
Lo so che nullo omo po’ scappare
Come dice Francesco tanto santo.

Pero’ una promessa vera te la faccio
Visto che rompi il cazzo ogni mattina:
Mi trovo una bimba amorevole e carina
E insieme ti freghiamo lo sghignazzo.

( eh? niente male! )



mercoledì 22 maggio 2013



Credo in Dio Madre

Onnipotente, Creatrice e Signora del Cielo e della Terra.

La vecchiezza mi porta a svegliarmi di notte. 
Alle tre, seduto sull'orlo del letto mi vesto del poncho di lana di alpaca.
Buffo, no? E' l'ora dei pensieri più originali. 
Stanotte m'è venuto in mente come sarebbe più credibile la fede in una Madre creatrice piuttosto che nel Padre creatore della Bibbia.
Dio Padre della Bibbia è una figura infantile di padre padrone, propria delle società maschiliste e pastorali. Gli Ebrei erano allevatori e la potestà dell'uomo e la  spasmodica difesa della sua progenie aveva a che fare, più che con a difesa dei geni, con quella delle pecore.

Il Dio della Bibbia, con ogni rispetto, non è il mio. Non l'ho mai potuto accettare.
Capisco che sia possibile per gli Ebrei: loro lo hanno inventato e definito. Rappresenta la più importante creazione culturale del popolo ebraico.
Una visione formidabile ma che mi è totalmente estranea. Del resto, che c'è di strano? Ebrei si nasce e non si diventa, non ci si " converte" all'Ebraismo.

Al posto del Dio geloso, collerico e incomprensibile della Bibbia mi tengo la mia Madre Creatrice in cui credo davvero: Origine dell'esistente,  crea e distrugge in un gioco infinito che è tutto nelle Sue mani.


Io credo in Dio, Madre onnipotente,
creatrice del cielo e della terra;
tutto viene da Lei 
e a Lei tutto ritorna.
Inconoscibile, imperscrutabile, libera
adorabile nella Natura
sussurrante nel cuore dell'Uomo.
Così quieta, così sola
permane unica e immutabile.

In grembo a questa Madre mi riaddormento.

P.S. trovata da "nellabrezza " Magnifica!



giovedì 16 maggio 2013


Addio alle armi.

Dopo, quanti?, cinquantasette anni di fervente e gratuito impegno politico, ho deciso di smettere e ritirarmi.
Autorottamazione.

Naturalmente continuerò a votare moderatamente  a sinistra; ancora per il PD se a Ottobre lo ritroverò intero.
Però la politica di facciata, strillata nei talk show e così smoderatamente ipocrita , m'ha stancato.
Ho poco tempo da vivere e vorrei fare due o tre cose.
Intanto ho cominciato a stampare il mio primo libro: 20 copie!

Ma se amici e parenti mi diranno che non è un cumulo di scemenze, lo editerò davvero.
Si chiama " Universo fatale, Universo casuale" e parla di Universo, del Caso, del Fato e altre quisquilie.
Mi sono molto divertito a scriverlo e ci ho messo tre anni. Quando lo rileggo penso sempre: eh cavolo, come scrive bene questo...

mercoledì 8 maggio 2013

Andreotti divo Giulio



Giulio Andreotti

 Devo dire che mi ha fatto un poco ridere sentire Mentana e Ferrara vantarsi come " contemporanei" di Giulio Andreotti. I due pargoli ( 1955 e 1952 ) avevano appena imparato a non pisciare a letto  che Andreotti era nato, laureato, fondatore della DC, partecipe alla stesura della Costituzione Italiana, conosciuto Papi regnanti e Papi futuri, riorganizzato sport e industria cinematografica romana ( Cinecittà ) distrutti dalla guerra, fatto il Ministro e organizzata una corrente romana di destra ( con propaggini siciliane ) per dare una mano ai dorotei contro Amintore Fanfani.

Ho visto il film ( il Divo ) che è una splendida opera cinematografica che col vero Andreotti non ha niente a che fare. E' per l'appunto una costruzione mentale a servizio e beneficio di Ferrara e Mentana e dei giovani di quella e delle successive generazioni. Una invenzione tra i romanzesco e lo scoop giornalistico, intorno ad una figura di indiscutibile ma spesso dannoso spessore.

Io invece sono un contemporaneo di Andreotti. E' vero che quando io diciottenne mi iscrissi alla DC ( " Sinistra di Base: a Firenze il giornale era " Politica", il leader Nicola Pistelli, gli ispiratori La Pira e Dossetti ) nel 1956 Andreotti era stato più volte ministro. Ce lo trovammo, lui e la banda dei romani, schierato con una destra clericale pronto ad aiutare Rumor, Forlani, Gava & company contro Fanfani. Che fu alla fine fatto secco.
Nella DC contava poco e io ho saputo tardissimo dell'esistenza di una tale chiamato Paolo Cirino Pomicino (più giovane di me; quando nel 1976 lo vidi all'opera dentro la DC ne dedussi la fine del partito o forse la mia fuga ) napoletano, chiacchierone, imputato in 42 ( !) processi e anche avanzo di galera ( fonte: Wikipedia )
Lo trovate ora a concionare come nuovo in tutti i talksciò.

Noi della sinistra perdemmo la partita quando i dorotei e i falsi socialisti di Craxi presero il sopravvento e col CAF si papparono l'Italia. Nell'acronimo A sta per Andreotti. 
Ricordate? Gli anni Ottanta quando gli evasori fiscali compravano coi soldi evasi i BOT  col rendimento del 15%. Che allegria! L'Italia da bere! Fu lì che se la bevvero.

Pensate che ci fu il momento storico in cui la storia d'Italia poteva prendere tutta un'altra direzione. Fu proprio il 1956 con la rivoluzione ungherese. Sperammo che  i compagni comunisti di smetterla di abbaiare alla luna, che finissero di ispirarsi all'Unione Sovietica di Kruscev e provassero con noi a cambiare il Paese. Allora doveva nascere l'Ulivo e i Partito Democratico.
Non funzionò. Vinse, diciamo così, il "centralismo democratico"...