L'utopia è servita.
Cercando di capire se era pensabile un'altra economia mi sono imbattuto in Francesco Gesualdi e precisamente in " L'altra via". Settantaquattro lucidissime pagine scritte in un magnifico italiano.
Chi è Francesco Gesualdi andate a vederlo per esempio QUI .
Io vado avanti nell'esame che mi pare importante.
La
prima domanda che mi sono posto: ma perché nessuno sa niente di Francesco
Gesualdi e delle sue idee? In realtà, cercando col lanternino si trova qua e
là sulla rete ma è come cercare porcini.
La seconda domanda è stata: è il solito utopista
patentato? La risposta è sì e infatti “L'altra via” è un' acuta analisi dei
fatti nella prima parte e una solida utopia nella seconda.Acuto nell'analizzare le mostruosità della nostra civiltà occidentale ( ma le mostruosità si trovano anche ad oriente, estremo e medio ) non si è chiesto, ma perché esiste questa civiltà? Chi crede che l'abbia creata, la sostenga, la lasci marcire? I “poteri forti”? Le multinazionali? La Trilateral? No, sono gli uomini ordinari per così come sono fatti.
La
partita è perduta ma lo è stata sempre.
Il Nazareno lo sapeva e infatti non disse mai “ cambierò questo mondo”
che voleva poi dire cambierò questi uomini; disse anzi “ il mio Regno non è di
questo mondo” e Lui, essendo Dio, di uomini se ne intendeva.
L'utopia è comoda e consolante. A chi la definisce e la presenta consente di sentirsi appagato: il mio l'ho fatto. Se poi viene applicata anche per sé, la famiglia e un po' di amici è grandemente piacevole. Certo, ci vogliono le condizioni : il casale, l'orto, un poco di soldini. Resta di difficilissima applicazione per chi abita il quarto piano di un casermone in qualche periferia, potendo contare su 800 euro al mese.
"L'altra via " è e resterà quella di Francesco Gesualdi e di un piccolo gruppo di sodali. Ne gioisco per lui e mi guardo bene dal giudicarlo o criticarlo; sta facendo un ottimo lavoro.
E allora che si fa? E allora dobbiamo fare le piccole stupide cose di ogni giorno che negli anni e nelle generazioni cambieranno davvero tutto il mondo perché cambieranno gli uomini: provare a seguire le quattro virtù cardinali, o almeno qualcuna, distinguendo il vero dal falso, dando agli altri cosa gli spetta senza fare i furbi, sopportare pazientemente i guai e non strafare in niente. Poi sporcarsi le mani interessandosi del bene comune, facendo politica, votando o criticando. Un lavoro lungo e noioso che richiede anche fede, speranza e carità.
Buon lavoro a tutti!