sabato 15 marzo 2014

Universi della disperazione: il commento.




Universi della disperazione.

Su La Repubblica di Venerdì 7 Marzo compare un articolo del Rabbino Riccardo De Segni e la risposta di Eugenio Scalfari.

Il 5 Marzo avevo visto una puntata di Passepartout che mi aveva colpito e spaventato per quelle immagini che vedete nel post precedente. 
Non commento l'articolo del Rabbino. Ho stima, amicizia e simpatia per gli ebrei ma credo che l'ebraismo sia piuttosto una civiltà che una religione e non è la mia civiltà. Non lo potrebbe essere nemmeno se volessi; non si diventa ebrei, si nasce ebrei.

Invece Eugenio Scalfari appartiene proprio alla mia civiltà, quella che comincia in Grecia, passa da Roma, dal Rinascimento e dal secolo dei Lumi, sbarcando nel terzo millennio. 
Il percorso impatta su un ebreo di Galilea che fu sveltamente crocifisso, ma in tre anni aveva cambiato il mondo intorno al Mediterraneo.
Checché ne dica Odifreddi, non possiamo non dirci cristiani.

Scalfari vanta la sua incredulità: non crede in Dio, nell'anima immortale, in una vita Altrove dopo la morte. Non crede che ci sia un senso nel vivere. Non crede nella trascendenza; esiste solo l'Aldiquà e qui ognuno, se vuole e può, si costruisca il suo personale senso della sua vita .
Spiega anche che Dio è una proiezione antropomorfa della mente umana, che anela alla eternità, onnipotenza, onniscenza e onnipresenza del  Dio della Bibbia e del Corano.
Eugenio Scalfari dimentica che in Oriente ci sono convincimenti di trascendenza senza nessun Dio antropomorfo. Di dove esce la Chiara Luce Originaria del buddhismo, il tao  (la via ) del taoismo, il bramhan  delle Upanisad dell'India?

E' che Scalfari non ha l'umiltà della Fede, quella'umiltà  che accetta che ci sia " sostanza di cose sperate e argomento delle non parventi".
Scalfari crede solo n ciò che la sua mente razionale illumina e rifiuta la Fede.

Rifiuta cioè la Speranza.
 E questa è una scelta terribile.

Uno come Scalfari, bello, ricco, famoso, fa presto a costruirsi un qualche senso nell'Aldiquà e magari ci scrive anche tre o quattro dottissimi libri.
Ma un povero bruttino? Ma una mente semplice tormentata da eventi che non capisce? Ma una donna che invecchia e si dispera perché era nella sua avvenenza che aveva trovato " un senso"? Ma una madre che perde il figlio? Ma noi, noi, Eugenio, noi uomini e donne ordinari che siamo folla, che senso dovremmo trovare in questa vita? 
Guardaci, ci avviamo in silenzio nella bocca della morte, o malediciamo il giorno che siamo nati ritti nel mezzo della desolazione.





Tieniti le tue certezze e lascia a noi la Speranza, quella con la maiuscola, che precede la Carità ma entrambe nascono dalla Fede.
In Cristo, in Allah, in Buddha, nel Tao, in Krisna, nel Grande Spirito, in tutto quello che l'uomo da cinquantamila anni ha colto intorno e dietro le tue misurabili e miserabili cose.
 Sì, irragionevolmente, ma nella  Vera Luce.  E così sia.







martedì 11 marzo 2014

Gli Universi della disperazione.

Universi disperati

Bosch  

Becon

Kubin
                                           

Kokoscha

Linch

Questo è un post che nasce da una trasmissione di Passepartout e da un articolo di Eugenio Scalfari.
Ma qui non riesco a scrivere! Lo farò.

Io sostengo che il sonno della Fede ( qualunque essa sia ) genera mostri, distrugge la Speranza, affonda la Carità.




« Fede è sustanza di cose sperate
e argomento de le non parventi,
e questa pare a me sua quiditate »









sabato 8 marzo 2014

8 Marzo, insieme.



Spalla a spalla.



Oggi è l'8 Marzo, festa della donna che ricorda decine di operaie morte bruciate sul posto di lavoro. 
Voglio ricordare anche le centinaia di donne assassinate, nella carne o anche solo nell'animo, da maschi contro natura, perché in natura nessun maschio uccide la sua femmina.
Nella foto, i miei genitori che si sposarono il 5 Luglio 1936 e la Morte separò il 19 Marzo 1988, ancora spalla a spalla a lottare per vivere.
Non esiste donna senza uomo, non esiste uomo senza donna e oggi non può essere la festa di una sola. Deve  la festa di due, di quando ci troviamo meravigliosamente  accanto. 
E' facile, basta aprire le vie d'amore tutte già costruite e lasciare che l'amore scorra.  Certo, serve saper guardare quei fiumi e preservarli. 

Quando noi uomini dimenticheremo la nostra storia ferina riconosceremo anche che è la Donna la vetta del Creato. Lo sono tutte le femmine, anche quelle diversamente umane come gatte, cavalle, cane e delfine.
Allora , finalmente, piegheremo le ginocchia. 
Del resto, così cominciò e che così finisca.






venerdì 7 marzo 2014

Un poco di sole, prego!




Beh?

Eccomi lì, accanto alla rotoballa di fieno della mia   cavalla Aswann, in una bella giornata di sole di unn anno fa, in Mugello.
Sto meglio, spero in una prossima bella giornata di sole per andare a trovare Aswann con un  sacchetto di mele.


E questa è Aswann, grande principessa araba. 

Sono troppo mal ridotto per scrivere di cose impegnative. Faccio un giro dalle amiche e amici.
Sono le 17:11 di venerdì 7 marzo 2014.
Nientepopodimeno....