domenica 21 giugno 2015

Papa Francisco





Papa Francesco e il Pianeta.

Io di Papi ne ho conosciuti parecchi.

Pio XII, Papa ieratico che poi ho scoperto, orrore!, che faceva le prove dell'atteggiarsi davanti allo specchio.
Ma un Papa è un Papa! E quando a Copparo in provincia di Ferrara, provincia rossa e anticlericale, mio padre al cinema sentì insultarlo da tutta la sala aspettò il silenzio e poi urlò: viva il Papa! Mi venne la pelle d'oca. Babbo era un grande e un coraggioso, perché c'era anche da buscarle.

Poi apparve miracolosamente Giovanni XXIII e il suo Concilio, poi il sofferente e mistico Paolo VI, Giovanni Paolo I papa per tre mesi, Giovanni Paolo II Papa per venticinque anni, il Papa delle genti, l'esangue Benedetto XVI che fece come Celestino V, per fine intelligenza, il gran rifiuto.

E ora è comparso questo Francesco I, Francisco Bergoglio, il Papa che viene dall'altro mondo, dal nuovo mondo. Ha un anno più di me, respira a fatica come me e illumina il Pianeta e la Storia come un gran sole nuovo.
Parla con semplicità di cose alte, si muove con la goffaggine degli uomini ordinari e spalanca alla Chiesa immensi orizzonti, quelli della pampa della sua nativa Argentina. Ma i nonni erano piemontesi e state certi che questo vuol dire molto.
Un gesuita che sembra il padre guardiano alla porta e che poi traccia come Michelangelo grandi segni.
Quando col mio caro Don Bensi si arrivò a parlare della Chiesa me ne diede una definizione che non ho più dimenticato:
la Chiesa è una povera baldracca che percorre faticosamente i sentieri della Storia, ma porta stretta in petto la luce ineffabile del Cristo.
Oggi “la povera baldracca” è guidata da un sommo pontefice, un insuperabile creatore di ponti.
Il contrario del dia-bolon, colui che spezza le armonie , che separa e divide.

Dio ci conservi Francesco.
Domenica commenterò la sua ultima enciclica che mi comprerò in libreria.


lunedì 1 giugno 2015

Il problema della sofferenza, ultima puntata di tre.




Credo in Dio Madre.

Seguendo il suggerimento del saggio, dirò di Dio solo che ,  se esiste, è una Entità superiore all’uomo. Posso anche dire che cosa credo  fermamente che non sia: non è il signore severo col camicione e barba grigia che ha dipinto Michelangelo nella Cappella Sistina.
Non è il Dio della Bibbia, il Dio Padre feroce e incomprensibile, che lascio con affetto agli Ebrei, riconoscendogli il merito immenso di averlo detto UNO.
Spinoza credeva che fosse la Natura: Deus sive Natura.  Io mi approprio della rappresentazione che ne dà ancora Lao Tze :

Esiste una Cosa che è perfetta e indistinta
Esisteva già prima del Cielo e della Terra.
Così quieta, così sola
Permane unica e immutabile.
Si muove in cerchio e non corre pericolo.
Si potrebbe chiamarla: la Madre del mondo
Ma non conosco il suo nome.

La Madre del mondo lo origina senza progettarlo ma guidando il Caso  e consentendone le giuste vie.
Mi piace pensare che questa azione avvenga attraverso un operatore che chiamerò anche io, come Govanni evamgelista e Vito Mancuso, Logos.
L’azione del Logos negli avvenimenti casuali dell’Universo li orienta generando dal Caso il Cosmo: il Mondo bello.
Si ha così l’equazione:
Caso + Logos = Cosmo.

Emanato infine l’Uomo Dio  lo ha dotato, unico tra le creature, del terribile dono della libertà.
Il segno distintivo dell’Uomo è, unicamente, la libertà. Solo tra le creature, non ha freni connaturati in nessuna delle sue azioni, dalla più spaventosa alla più santamente eroica.
Con la creazione dell'Uomo la Madre ( che non è un Dio personale, non si cura di ciascuno di noi, non è influenzabile con preghiere o sacrifici ) ha posto un limite alla sua propria onnipotenza: neanche la Madre può influenzare  o orientare l’Uomo riducendolo ad una marionetta.
E finalmente posso rispondere a Levi che chiedeva dove era Dio a Auschwitz. Non c’era, avendo rinunciato ad ogni azione sull’ Uomo. Ad Auschwitz c’era solo l’Uomo, contemporaneamente carnefice e vittima.

Non fatevi illusioni: l’uomo carnefice vive dentro ciascuno di noi, irrimediabilmente. La nostra doppia natura di tenebra e di luce ci accompagna dalla nascita alla morte. Sta a noi, ogni giorno, vivere nella Luce.

Concludo con un raccontino, scritto sul blog  molti anni fa.

Una lettera di Dio.

Cara bimba,
intanto grazie di credere in me. Di questi tempi e nel vostro confuso Occidente, non è poco.  Gli ultimi cinquecento anni, spesi a scoprire cose e ad inventare marchingegni, mi hanno messo un poco in disparte. Qualcuno da voi ha perfino detto che sono morto!
Per le preghiere nell'addormentarti : sono quelle che apprezzo di più.
E veniamo ai problemi. Mi chiedi a che servo.
A niente! Sono, in eccellenza, inutile. Si possono vivere vite magnifiche disconoscendomi. Certo, disconoscendomi, la tua vita dovrà trovare, dentro sé, sé medesima  e questo porta a girare in tondo, ad inseguire, inseguire, inseguire... Alla fine restano solo tracce incomprensibili come i ghirigori che le lumache lasciano sui muri.
 Senza Me, è tutto uno scherzo.
Perché Io sono il Senso, il Significato, la Verità ma non di qualcosa, della vita o dell'amicizia o dell'amore. O del dolore, della disgrazia, della morte.
Sono il Senso, il Significato, la Verità del qui e ora, dell'istante, della quiddità, del Tatagatha come dicono i buddhisti tibetani ( che Mi hanno meditato molto ). Anzi, sono quell'Istante. E nello stesso modo sono tutti gli Istanti, di tutte le diecimila cose che sono sotto il cielo, sotto tutti i cieli, fino ai confini dell'Universo. Sono l'Uno, il Tutto.
Difficile? Provai a spiegarlo a Mosè quando nel roveto ardente mi chiese  chi ero.  Gli risposi : Io sono Colui che è. Ma il testone non capì, e del resto era solo il capo pastore di rissose tribù di pastori.  Scrisse invece la Legge, ma a modo suo, ( e comunque, meglio di niente).
Non sono amabile come Mi dipingete. L'aggettivo " Buono" è veramente buffo. La Bontà infinita di Dio. Credo che questa bontà infinita sia stata dipinta come una Mia disposizione d'animo a darvi una mano quando siete nei guai ( sotto esami, sotto le bombe, sotto i temporali, nella malattia )  Insomma dovrei essere una specie di deus ex machina da tirare fuori nella necessità e da riporre passato il guaio. E' vero, ogni tanto consento delle eccezioni alla regola ma come e a chi mi pare. Non sono affatto "Giusto". Tu ricordavi i lavoratori della vigna, ma anche il figliol prodigo nel Vangelo. La Mia giustizia non è la vostra, con la bilancia in mano a spostare minuzzoli di qui e di là.
Ho anche mandato a dire “ queste cose sono dette per essere capite dai fanciulli e rimanere oscure ai sapienti…” . Intendevo di non provare a ragionare su di Me,  neanche fossi un teorema. Non capirete niente provando e riprovando a qualificarmi, analizzarmi, ragionarmi sopra…
Fate come i bambini: amatemi e ridete con Me.
Se Mi terrai nel cuore, ti sarò accanto dal di dentro. Non modificherò le cose a tuo vantaggio, ma assisterò te perché tu  veda le cose e gli avvenimenti  così come sono: giochi, nebbia e nubi, acqua che corre nello splendore, senza senso eppure con tutto il senso possibile.
 E  da ornare con l’amore.
Se mi cerchi Io sono ovunque: nel cielo di Ottobre, nell’oro delle foglie, nei ghirigori delle vecchie cortecce di quercia, . E’ facile vedermi! Se mi dimenticherai, Io mi ricorderò di te comunque. E quando vorrai Mi ritroverai.

Dio

P.S. Non sono Padre. Sono Madre