Gran libro.
Non
perdetevi “Ognuno potrebbe” di Michele Serra. Ho cominciato a leggere Serra
quando scriveva su “Cuore” e era il 1989; lui aveva 37 anni e io 52. Era già
bravo e alla fine trovate una sua poesia che potrebbe scrivere anche oggi,
cambiando solo la geografia.
Il
libro è la ricerca del senso del mondo, delle cose e nostro. Però leggero,
levigato, un sussurro che si allarga
alle bizzarrie e alle contraddizioni di questo nostro tempo. Rispunta il modo di far satira di Serra , sempre
garbato e elegante.
Il
protagonista Giulio, che racconta in prima persona, è un laureato in
antropologia finito all'Università a fare
il ricercatore insieme all'amico Ricky. La ricerca è: analisi accurata e
documentata delle procedure di esultanza dei calciatori dopo il gol . Lo
stipendio di settecento euro al mese.
Vive
con la vecchia madre in Capannonia, provincia una volte operosa e ora ridotta
dalla crisi ad un deserto di capannoni abbandonati e di macchinari arrugginiti. Ama la bella e concreta Agnese, ammira l'artigiano tornitore Squarzoni che ancora
resiste in un capannone accanto a quello del padre ebanista, morto ormai da
dieci anni, odia l'Iphone, tradotto egòfono.
Una
sera si sperde per una deviazione nel
labirinto delle strade e delle rotonde di Capannonia “ E dunque sono qui che
vago per i non luoghi non ritrovandone più il bandolo, facendomene per giunta
un rimprovero perché-penso-dovrei conoscerli a memoria per quanto lunghi e larghi (....) perché questi
luoghi o non luoghi sono i miei luoghi, ci sono nato e cresciuto e ci
sto invecchiando...”
E
prosegue a piedi fino alla causa del caos della viabilità: c'è un cinghiale
morto nel mezzo della strada:
“
il cinghiale giace scuro nello scuro. Per vederlo bene ci si deve avvicinare a
pochi passi, mi sembra enorme , soprattutto la testa nella quale l'unico occhio
visibile , minuscolo e spalancato, riflette la luce delle torce,come una
favilla inspiegabile in tutto quel nero.”
Un
gran libro. Mi ha fatto venire in mente quello straordinario film di Olmi che è
Centochiodi. Io dico che la conclusione è la stessa ma mi riservo il
diritto di sbagliare.
Ventiquattro pollici
Si fermarono a riva
i ragazzi leoni
della Surfing Ruanda
tronchi senza la
randa
dita senza le mani
contributi africani
al mercato grandioso
della lacrima bianca
due miliardi di case
disponibili a fare
condoglianze virtuali
e collette alla
standa.
Tutto questo dolore
confezione gigante
no grazie, non mi
sento
abbastanza importante
di un pensiero
all'altezza
della mondovisione
dell'enorme porzione
di vestiti e persone
che galleggia sul
lago
Per la retta che pago
non mi merito tanto.
O si parte in missione
O si parte in missione
come fanno le suore
o si spegne il bidone
che rivende il dolore
Sarei un'ottima suora
se ne avessi i
coglioni
nel frattempo
converto
le mie televisioni
negli spenti reperti
senza alcuna memoria
che galleggiano
inerti
sul mio lago
Vittoria.
(Michele
Serra )
Ciao Paolo,oggi è la mia giornata di visita alle librerie,e il romanzo di serra è nella lista degli acquisti.Il giornale Cuore lo ricordo sempre con simpatia.Come età siamo vicini,io del "46.
RispondiEliminaCiao,fulvio
ciao Fulvio, leggiti Serra e dimmi cosa ne pensi. Buon vento se navighi anche d'inverno; bello il mare di inverno.
EliminaDa non perdere sì, caro Paolo, non sono più tante le voci che è ancora piacevole "ascoltare". Michele Serra è di sicuro uno di quelle.
RispondiEliminaCiao Antonella
Ciao Paolo..è un po' che mi riesce poco di leggere..Serra lo conosco per i suoi brevi articoli del l Amaca. Mi sembra molto saggio. Grazie della segnalazione e buona lettura.
RispondiEliminami sa che lo cerco!
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