venerdì 21 ottobre 2016

Il crampo dello scrivano confuso



L'eccessivo rumore di fondo e i raccontini del Vangelo.

Ho cercato di capire perché sono più di due mesi che non scrivo sul blog. Non ho mai pensato di non scriverci più ma volevo scriverci troppo. Innumerevoli temi, assordante rumore di fondo della comunicazione totale.
Così mi sono messo a scrivere raccontini su episodi del Vangelo; ve ne propongo uno ma finirà che saranno uno alla volta.
Mi stanco fisicamente anche pensando, si invecchia ma l'importante è fare come i vecchi ciocchi nel camino, scaldano fino all'ultima brace.
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Cana.

Ebbene, per raccontare questa storia comincerò dal vino, importanti signori.”
Abir Melchisedek, che a tutto assomigliava tranne che ad un toro, allungò le sue mani grassocce verso il piatto di portata, tastò due salcicce, le trovò della giusta morbidezza e se ne infilò una in bocca.
Sì, dal vino! Noi in Israele produciamo il migliore e sulle alture di Cana in Galilea, il migliore del migliore! E io sono...io sono...come dite voi romani?”
Marco Quintilio Romulo, capo manipolo della Legio XIII Fulminata lo guardò con disprezzo borbottando “ Diciamo un figlio di cagna, mercante di vino giudeo ?”
Ecco! Mercante! E non dei minimi! Mi veniva oste, che sciocco! “
La taverna “ da Coso al Prenestino” era frequentata solo da soldati e mercanti. Una specie di club esclusivo da cui i cittadini ordinari giravano alla larga.
Davanti a un enorme braciere su cui girava un arrosto di pecora stava un lungo tavolo e a capotavola, lui, Abir, allegro per certi affarucci ben riusciti e ciarliero come sempre.
La compagnia non era di buon umore. Marco Quintilio Romulo e la sua Legione partivano a giorni per la Britannia dopo due anni di Tracia e Publio Cornelio della XX legione Valeria Victris era appena tornato dalla Gallia.
E dunque, signori e valorosi, chi mai ha inventato il vino?” Abir s'era alzato con la coppa in mano.” Chi?”
Marco Quintilio lo guardò divertito: “ Il dio Bacco? “
Ma no, sciocchino! Noè, il nostro Noè! Dopo l'orrendo diluvio, salvo per volontà dell'Altissimo, piantò la prima vite e...”
Dalla porta che dava su una piazzetta illuminata dal sole di Roma era entrato un legionario, che girò lo sguardo attorno nel buio della taverna. Publio Cornelio si voltò a guardarlo e se ne uscì con un sorriso che scoprì i suoi vecchi denti gialli.
Claudio! Che fai qui ?” Si alzò barcollando e abbracciò un centurione nella sua bella uniforme.
Oh Publio, ringrazio la Fortuna di trovarti, caro amico! Come stai?”
Vieni Claudio, siedi con noi. Questo è Marco della Fulminata e lui” indicò Abir, che era rimasto impalato con la coppa in mano “ è un giudeo che ci racconta storie. Coso, oste per finta, porta da bere, gli dei ti sprofondino, e un pezzo di quella pecora, morbido però! Per Claudio qui e...”
Grazie Publio”
Claudio era di nobile famiglia e si vedeva. Suo nonno Lentulo era stato generale sotto Giulio Cesare. Si sedette compostamente togliendosi l'elmo e posando la daga sul tavolo.
Finalmente a casa! Arrivo ora dalla Palestina con la mia centuria. Ringrazio gli dei per militare nella Cyrenaica. Viaggio lungo.”
Benvenuto a Roma, o nobile Claudio! E dunque io, modesto mercante di vini della parte di mondo da cui arrivi, narravo di Noè”
Che secondo voi piantò la vite” lo interruppe Claudio.
“ Conosci le Scritture?”
Un poco. Sono stato tre anni in Israele. Siete un brutto popolo, litigioso, indisciplinato e testardo.”
Ma non io, nobile signore! Io amo Roma e i romani ...E ora se permettete racconterò la storia che m'ero proposto e che avvenne due anni fa proprio a Cana.
Si sposavano...” Abir abbassò la voce “ due meravigliosi ragazzi di nobili famiglie. Ricchi! Belli! Amati! . Lei Rachele, lui Aser. Avevano invitato cinquecento persone! Cinquecento! Un numero enorme! E io, modestamente, fornivo il vino.
Riempii dodici orci del migliore e cinque vasche di acqua purissima e fu una gran festa”
Abir fissò i romani che lo seguivano distratti.
Ma!” Il “ma!” fu pronunciato a voce altissima; qualche testa si girò a guardare. I romani lo fissarono interdetti.
Ma sul finire, quando l'allegria era al massimo...” Abir si guardò intorno chiamando la taverna a partecipare “ finirono il vino!”
E questa sarebbe la storia? Dovrei prenderti a calci... “
Ma no, valoroso Publio, la storia comincia ora. Era stato invitato un maestro, un rabbi, e sua madre. Nazareno, di nome Gesù,che girava la Galilea predicando. Un tipo, un tipo...” Abir guardò dentro la coppa “ insomma, autorevole, come dire, che incuteva rispetto. Seguito da moltitudini! Sedevano, lui e sua madre, proprio accanto allo sposo e quando finì il vino...Da noi è un disonore per sempre e una offesa agli ospiti, un disastro” tirò un sorso dalla coppa “ da far ridere per sempre la città....Insomma, la madre si girò e gli disse: hanno finito il vino. Io lo sentii, ero dietro a badare che tutto filasse liscio. Lui si girò e serio serio gli disse: donna, non è ancora giunto il mio momento “
E in Israele le donne alle feste di nozze rimbrottano i figli?” chiese Marco.
No! Ma non erano un solito figlio con una solita madre, ve lo garantisco! E insomma lui gli disse: vadano alle vasche dell'acqua, E io ci arrivai per primo e giuro su...giuro che erano colme del vino bianco più profumato, più squisito” guardo con disgusto la brocca della taverna “ e io me ne intendo”
E naturalmente lo assaggiasti”
Eh sì, lo assaggiai a lungo ma come tutti e il padre della sposa disse allo sposo, ragazzo, di solito alla fine si dà il vino peggiore...”
Capite? Un miracolo!”
Publio ghignò “ Un miracolo ? Mah! E comunque uno dei vostri profeti, ne avete sempre qualcuno. La storia è bella. Anzi, la storiella è bella!”
Però questo” interloquì Claudio “ lo abbiamo crocifisso; è successo proprio due giorni fa”
La crocifissione era una condanna così orrenda che tutti ammutolirono.
Crocifisso? Ma non lo facciamo mai! Solo ribelli a Roma o assassini. Che aveva fatto, il Rabbi?
Niente. Ma predicava da tre anni cose inaudite. Il Sinedrio e i grandi sacerdoti capirono subito il rischio che correvano. Hanno preteso da Pilato di crocifiggerlo.”
Ci fu nella taverna un istante di silenzio; solo il rumore del fuoco.


Io ero sotto la croce mentre moriva. E vi dico...” Claudio girò la testa quasi guardasse in alto “ ...che quell'uomo poteva davvero essere il Figlio di Dio.”
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Sono graditi pareri su qualità, stile, consistenza e quanto serva al povero scrittore....
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Credo sia utile anche la prefazione ai raccontini.
La riporto qui sotto.

Prefazione

Il lettore si chiederà se quello che legge nei raccontini che seguono sia mito o verità storica. Girano infatti affermazioni, di solito molto semplicistiche, che Gesù è un mito inventato dai primi cristiani ricopiando miti precedenti come quello del dio Mitra o di Dioniso.
E' vero il contrario. Sono i sostenitori di questa ipotesi che hanno spalmato la vicenda di Gesù su quella di divinità precedenti, di cui si conosce per altro pochissimo, per poi leggere il “ copia e incolla” al rovescio.
Se non ci credete leggetevi su Wikipedia le voci “ Mitra” e “Dioniso”.
C'è invece una prova lampante , contenuta nei Vangeli, chi si tratta di una storia vera e di episodi veri: non c'è niente di meno mitico della vicenda di Gesù, che è un antieroe assoluto. Nessuno si sarebbe inventato un mito così bislacco.
Cominciamo dalla nascita, in un misero paesino della parte più misera di Israele, la Galilea. E' figlio di una giovane donna che, fidanzata ad un buon uomo di molto più anziano di lei, gli confessa di essere incinta di un altro. Come dar torto a quei testi ebraici che trattano Miriam come una donna di facili costumi, messa incinta da un legionario romano di passaggio?
Veniamo alla vicenda di Gesù: comincia a trent'anni, cioè quando un uomo è già pienamente maturo, senza che negli anni precedenti il mitico eroe abbia fatto nulla per distinguersi e finisce tre anni dopo con una morte ignominiosa in croce, tradito dal discepolo Giuda  e rinnegato dal capo della sua chiesa Pietro.
Alla sua resurrezione, momento mitico per antonomasia, non crede nessuno. Il discepolo Tommaso gli dice in faccia brutalmente che se non mette un dito nella ferita del costato, non ci crederà.
Questo fallito, sconfitto, risibile sarebbe il mitico Gesù, suggeritore del mito?
No, non c'è niente di mitico, è tutto vero.
E' vero anche che trecento anni dopo la Sua morte il mondo non era più lo stesso.
E ora potete tranquillamente leggervi i raccontini. Buona lettura!

4 commenti:

  1. Mi ha fatto venire in mente la narrazione su Ponzio Pilato di Bulgakov nel Maestro e Margherita!

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    1. Cara Maria Grazia, questo sì è un complimento! Ho letto Bulkakov ma non ricordo l'episodio. In compenso ne ho scritto anche io uno su Pilato, che pubblicherò domenica. Ti è piaciuta la foto del gattone dormiente?

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  2. ma scrivere sul blog non deve essere un obbligo ma solo un piacere senza data fissa. e io ti leggo sempre con grande piacere Carissimo : )

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  3. Cara la mia Pie Smile ( ora serissima commentatrice TV ) io lo sento anche un poco come un obbligo, di diffondere saggezza e serenità...Ma naturalmente è purissima presunzione....

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