lunedì 29 dicembre 2014

Cenone



Racconto di Capodanno

E' notte fredda e chiara. Meglio  chiara e fredda  che con quell'acquerugiola gelata come l'anno scorso. Stanotte è l'ultima notte dell'anno, mica pizza e fichi! Di notti così ce n'è una sola. Intanto tutti sono contenti e si dicono Buon Anno, Buon Anno! Anche quelli che si guardano poco per gli altri trecentosessantaquattro giorni. Poi c'è il cenone. Per me il cenone di Capodanno è una delizia per via dell'abbondanza ma anche per la bontà.
Certo, ho il problema di Birillo. Birillo è il mio cane, che sarebbe un bastardone nero, vecchio e con le pulci. Al cenone non ce lo vogliono, così mi tocca legarlo fuori e un po' ci sto male. Finisce che mangio alla svelta per portargli qualcosa. L'anno scorso: zampone. Non si fidava tanto ma insomma lo mangiò. La fame.
Come è andato l'anno? Né bene né malaccio. C'è la crisi, eh. La crisi ha colpito tutti e la raccolta è stata inferiore al solito. Ma per mangiare, contentandosi. Però ho avuto il colpo di culo dell'alloggio. L'alloggio è un problema, sempre. La casa un sogno, l'alloggio un problema. Era un problema finché non ho beccato il mio magnifico posticino. Ci voleva attenzione e intuito e ci vuole sempre attenzione, per dire, serietà, e intuito.
Faceva un freddo! Un freddo cane, senza offesa Birillo, così mi infilai in quell'androne dove faceva freddo lo stesso ma meno. Un androne vecchio senza porte e con la scala che parte in su. La scala, il dietro della scala, il sottoscala, ecco, mi attirò. Provvidenza? Intuito? Mah. Dietro la scala c'era un bel corridoio largo con una cancello di ferro che chiudeva una scala verso il basso verso giù. Saliva su una ventata d'aria tiepida, un come  vapore caldo. Perché giù c'era la caldaiona del condominio!
Insomma, me ne vado lì. Ho bei cartoni per me e per Birillo e non ci passa nessuno. Io sono furbo e quando mi alzo metto tutto in un cartone solo, con la coperta imbottita. Un anno che ci sto e nessuno se n'è accorto. Un colpo di culo.
Ma che ore sono? Perché queste dame di San Vincenzo ti vogliono pulito. Ho l'idea che mi annusino, non so se capite. Non è bello annusare la gente insomma mi pare maleducato anche se le perdono perché muoversi da San Vincenzo per fare il cenone a noi omelett, i senza casa, è una bella azione.

Vado ai bagni pubblici e mi doccio. Birillo viene come me e insapono anche lui. Il sotto pulito me l'ha portato la Martina, la Martina Vittoria. Donna di cuore e anche affezionata. Stasera la vedo e gli  regalo  le calze! Le calze di lana rosse, alte fino alle mutande che se la cattiva mi facesse vedere come gli stanno. Donna di cuore ma durissima di mutanda. Gliel'ho chiesta , ovviamente, perché se non si chiede alle amiche, a chi allora? E poi domandare è lecito e rispondere è cortesia. Ha allungato il braccio e m'ha detto: lo vedi l'indice? Sì, e l'indice faceva no, no, no, no. Le donne . Credo che quando gli dico dell'alloggio la seduco. Ci si potrebbe anche mettere insieme, no? Perché in due  si dorme abbracciati belli caldi con Birillo accanto e il mondo ti pare molto più roseo, come il culetto di un bimbo, anche alla nostra età. Non siamo di primo pelo né lei né me. Speriamo, sarebbe un bell’anno. Vieni Birillo. E insomma, Buon Anno   a tutti, con zampone e lenticchie o altre cose buone ma soprattutto amore, anche rimediato. Buon Anno.

8 commenti:

  1. :)))))) Sei tenero spiritoso e poetico

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  2. Grazie Maria Grazia; detto da te mi inorgoglisce, mi gonfierò come un tacchino ( senza farmi vedere da nessuno...)

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  3. Ha proprio ragione la Redcats, sei proprio così. Che bello averti per Amico!
    Ti lascio un super abbraccio. E ciàpa anche un bel baseto ^.^
    Auguri Auguri Auguri.
    Cristina

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    1. Cara carissima Cristina, auguri belli e spumeggianti anche a te. E baseto con abbraccio stretto stretto contraccambiati. Nel 2015 teniamoci vicini, conta, conta.

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  4. molto bello questo racconto Paolo.. non mi meraviglio sia venuto fuori
    dalla tua penna (o pc), col freddo di questi giorni ho sperato che ci fossero abbastanza fermate di metro aperte e abbastanza coperte e abbastanza volontari con piatti caldi...io non potrei farcela.. ma so che in questa Italia disastrata ci sono ancora tante persone generose. Buon anno!

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    1. Buon Anno anche a te giovanotta. Non ce la faccio nemmeno io, figurarsi. Do una mano come posso e ho la mia omelette personale che si chiama Jole ( per gli amici). Si chiacchiera e io gli lascio uno o due euro per il caffè. Jole è in gamba,se la caverà. Il peggio sono i poveri ubriachi giovani che dormono sulle antiche panchine di pietra dei palazzi. Un mondo freddo, con piccoli fuochi qua e là.

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  5. Risposte
    1. Auguri Carla. L'ottimismo serve, guai perderlo, s'annera tutto.

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