lunedì 6 agosto 2012


La Liliana va in montagna.

Alla fine ho deciso di portare la sora Liliana in una " residenza protetta". Dove potesse avere quelle cure che io e Martha, esausti, non gli potevano garantire più.
M'è costato, m'è costato tanto ma non c'erano alternative.

Il posto è bello, a 600 metri sull'appennino tosco-romagnolo, vicino a Castiglioni dei Pepoli. 
Il personale serio, un medico sempre disponibile, la flebo se serve; come si poteva ,noi?
Gli ospiti sono quaranta, la vecchiaia declinata in tutti i suoi drammi; ma lenita, addolcita, accompagnata.

Ora sono solo e spaesato; ero così abituato a ridurre al minimo le assenze da case che lo faccio anche ora, mi chiudo in casa appena possibile per chiedermi: ma perché?

Così va, nella furibonda estate 2012, col sole folle e niente acqua.
I finali di partita possono essere davvero molto duri.

12 commenti:

  1. non so reggere le finali, non le guardo mai.
    e sì che non sono codarda...
    è che preferisco i fatti della vita, quelli in cui si è protagonisti. c'è una forza diversa a essere protagonista e non spettatore... la forza della vita che scorre, attraverso l'azione e l'emozione, la forza di chi ama, si dispera, "si sbatte" per qualcosa di suo, seppur con-Diviso.

    questa è un'estate tra le più dure, sì.

    accogli questo abbraccio da una lettrice che è approdata solo oggi nel tuo blog trovando un'anima bellissima.

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  2. Ha un nome molto bello. Liliana. E' un nome che si pronuncia con dolcezza.
    Non ci sono risposte ai tuoi perché. La Vita è così,a tratti stupenda...e a tratti bastarda.
    Hai dovuto fare una scelta maledettamente dura ma necessaria. L’hai fatto per amore. Non essere triste. Lei ti sgriderebbe se ti vedesse triste…
    Adesso ti abbraccio. Si Paolo, ti tengo abbracciato forte.
    Cristina

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  3. non ci sono parole che sollevino dallo sgomento, che riempiano i vuoti...
    ti abbraccio tanto.

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  4. Ciao Paolo, l'impotenza davanti alle cose delle vita è frustrante , tu sicuramente hai fatto la scelta giusta
    un abbraccio
    Elisabetta

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    1. Cara Elisabetta, grazie. Mi conforti e contraccambio l'abbraccio

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  5. Caro Paolo...e che parole posso scrivere, adesso? ho letto il tuo commento alle mie foto, e ora comprendo ancora meglio le tue parole.
    Non c'è nulla che io possa dire: lascia che ti abbracci in silenzio, con quelle stesse foto in cui,me ne rendo conto ora, è racchiuso tutto il dolore del mondo. E tutto l'amore.

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  6. O Paolo... prima di commentare ho letto altri Post. Mi soffermo su questa riga. Mi garberebbe sperare che ti accompagni serenamente in questi giorni non facili.

    Ieri mi ha guardato sospettosamente e mi ha detto: ma non eri morto? t'ho visto nella bara!

    Sei un Omone stupendo dai un Bacio da parte mia alla tua Liliana. Ti abbraccio.

    p.s. Sono stata a Firenze per il Benigni e i suoi "barattieri"... il mio uovo avatar... riconosci il luogo?

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  7. Beh, è bello avere amiche così.

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  8. Liliana era la mia amata ziona, la sorella di mamma,la prima a farmi conoscere la tragedia della malattia e della morte andandosene a 47 anni...Mi s'aggrappava sul letto scongiurandomi nel nome della nostra segreta complicità -ch'era stata fatta di rossetti e matite per gli occhi passati di nascosto!- "vai a sentire cosa dicono di là, perché a me non lo vogliono dire!" E aggiungeva, pensosa "mi basterebbe vivere solo altri dieci anni....per vedere mio figlio del tutto adulto e indipendente"...Non le fu concesso neanche un anno.
    La tua ha almeno potuto vedere i figli grandi e sistemati e gioirne,prima di slegare le sue emozioni dai ricordi.E credo che in qualche parte di lei,tuttora viva, ne sia contenta.
    Quello che mi ammagona è che la vita abbia messo te davanti per la seconda volta a una prova così dolorosa e devastante...e dopo la madre, nella figura della compagna di vita... due donne fondamentali che forse conoscevano più di qualsiasi altro il tuo cuore...
    So che sei forte e che ti aiuterà la saggezza acquisita fin qui e il desiderio di continuare ad accrescerla.
    Ti voglio bene e ti sono vicina: ma questo già lo sai.

    P.s. Non preoccuparti per me: ho qualche disturbo (neurovegetativo e/o circolatorio credo)ma soprattutto...ipocondria e paranoia!

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  9. Grazie Leira, cara amica. La vita sciorìna tragedie molto più grandi della mia vicenda con Liliana, che alla fine è addolcita da tante cose. Mi basta che declini lentamente e di accettabile umore, e così fortunatamente è. Ora me la porto più vicina a casa. Mi considera uno svogliato Padre Pio, che solo per sua colpa non fa il miracolo di rendergli le forze e il respiro.

    Spierò il tuo blog per ritrovarti effervescente e pirotecnica, cioè guarita. E' il mio augurio, che succeda presto. Ora viene settembre coi suoi violini e ottobre " argentiere delle nebbie". Dai, che la vita è bella...


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