martedì 6 marzo 2012

Alla fiera dei sogni ( seconda puntata)



Il treno lento: TBV.

Insomma, il treno a bassa velocità, il contrario del TGV. Il sogno di Luca Mercalli, ambientalisti, futurologhi, irenici e sognatori. E anche mio!
Sì, anche mio. Sono favorevole a grandi navi a vela con motori ausiliari ad energia fotovoltaica, ai dirigibili, all'energia prodotta diffusamente sul territorio e poi immessa in reti intelligenti, al riuso, alla raccolta differenziata che pure faccio, recuperando anche le carte argentate dei cioccolatini.
E dunque dobbiamo sognare un mondo dove le energie sono basse, nessuno smania per arrivare prima, le automobili sono tutte elettriche e pesano due quintali, con massima velocità  di cinquanta chilometri all'ora.
Le filiere sono tutte corte! Non si portano i biscotti danesi in Puglia e i taralli a Copenaghen. Ognuno si mangi i biscotti suoi. E i contadini sono onorati non solo per la saggezza ma per la loro indispensabilità: onorati e ben remunerati.


In questo mondo che vorrei fosse il mio, il travoro della Valsusa NON SERVE . Ma è un mondo futuro, in cui arriveranno lentamente tutti i popoli della Terra ( o non arriveranno da nessuna parte ...) Ma se proviamo ad arrivarci da soli, invece che in quel futuro ci troveremo nel recente passato dell'Italietta con le toppe sul culo, quella della dignitosa miseria che Luca Mercalli non ha conosciuto ma io sì.
Un'Italia in cui tutto era basso e corto, dall'energia dell'unica stufa a legna in cucina alla filiera  fino alla zuppa ribollita di fagioli e cavolo nero. A quel tempo non golosità ma necessità.
Non era un gran che, credetemi. E quando ne sortimmo fu con gioia e orgoglio.
Oggi, in questo mondo in cui dobbiamo competere con popoli molto più affamati di noi,  il traforo in Valsusa E' NECESSARIO, proprio come sono necessarie tutte le grandi opere  ( non quelle stupide come il ponte sullo Stretto...) bloccate ovunque in Italia dalla convenienza locale contro l'interesse generale.
E che Dio ce la mandi buona e senza vento...

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Dopo dieci anni di battaglie la British Gas ha rinunciato alla costruzione del gassificatore a Brindisi. Sono stati persi immediatamente 22 posti di lavoro e altri 1000 in prospettiva. La British farà causa per 250.000.000 di euro. L'Italia dipenderà di più dalle patuirnie di Putin e dagli interessi russi.
Esultanza degli ambientalisti.



   Con vele fotovoltaiche ausiliare. Bello!

1 commento:

  1. Questo è progresso sostenibile!

    Ci penserà l'unto.... guarda che rinunciare al teatrino del pungiglione velenoso per volare dall' "amico" vladimir ha qualcosa di storicamente importante per il portafoglio SUO!

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