martedì 1 aprile 2014

Galimberti dixit


Difendiamoci dai filosofi!


Umberto Galimberti è un intellettuale, filosofo e professore di grande spessore e di formidabili pubblicazioni. Ne trovate la biografia su Wikipedia.
Chapeau.
Però tiene anche una rubrica di lettere e risposte su D, il settimanale di Repubblica dedicato alle donne. Che ci faccia nel frou frou di D non l'ho capito, ma è lì.
Nel numero del 15 Marzo risponde al ragazzo Emilio Billio che chiede a Galimberti di spiegare di nuovo la sua posizione sul tema della trascendenza, posizione che, parole di Emilio “ non era né quella fondamentalista del credente o dell'ateo né quella apatica dell'agnostico”.
E Galimberti spiega. Spiega per due colonne scritte fitte fitte, ma insomma la risposta è articolata in tre punti:
1-L'uomo si è inventato gli dei e Dio perché ne ha giovamento di fronte alla durezza della vita e al terrore della morte.
2-Questa invenzione ha aiutato moltissimo la sopravvivenza della specie umana e la formazione di una etica condivisa e allora bene così.
3-”Se avessimo la capacità di distinguere i problemi razionali che la filosofia e la scienza, con modalità differenti,sanno comunque risolvere da sé , dai problemi esistenziali (…..)non ci sarebbero dispute tra ragione e fede, né inutili tentativi di trovare una conciliazione tra le procedure della ragione e le credenze a cui aderisce la fede”
I primi due punti espongono la teoria che tutti i razionalisti avanzano da sempre per spiegare Dio nella storia degli uomini.
Il terzo punto, che sostiene una capacità della scienza e della filosofia di distinguere tra problemi razionali e problemi esistenziali, è sbagliato.
Non esiste nessun sostenibile parallelismo, neanche richiamando le modalità differenti, tra scienza e filosofia. La filosofia, anzi le filosofie , sono creazioni della mente dei filosofi, proprio come le sinfonie di Mozart o i quadri di Van Gogh. La prova è che nel tempo le filosofie si sono sommate, e ora ne abbiamo di ogni tipo e gusto, mentre la scienza si è evoluta, rifiutando tutto quello che poteva essere falsificato sperimentalmente e inglobando ogni teoria vera nelle teorie successive.
La filosofia, anzi, le filosofie, sono fedi personali o di scuola. Non hanno niente di razionale , al punto che sono riconoscibili dal filosofo che le ha inventate, proprio come si riconosce la musica di Mozart o di Vivaldi.
Non è così per le teorie scientifiche.

Una seconda affermazione di Galimberti è che il primo e il secondo punto sono anche dimostrati dal fatto che : man mano che la scienza e la tecnica hanno ridotto, almeno in Occidente, la precarietà dell'esistenza e l'ineluttabilità del dolore, la fede in Dio ha trovato sempre meno seguaci.
La superficialità di questa affermazione è avvilente.
La fede in Dio, in questo Occidente pieno di analgesici ma anche di falsi valori, di ingiustizie, di guerre e odi razziali, diminuisce perché si è andata affermando quella parte dell'uomo che è abominio e ferocia. Altro che riduzione della precarietà dell'esistenza per le tecniche operatorie molto migliorate nell'ultimo secolo o per i magnifici Ipod!
Vorrei dire a Emilio e a tutti i giovani come lui che non è vero che la fede escluda la scienza o viceversa. Lasciamo questa visione così limitata ai filosofi impantanati nelle procedure della ragione, come le chiama Galimberti.
Sono procedure che portano alla disperazione del non senso, o al massima ad una atarassia, ma un poco beota.
Teniamoci la convinzione che in questa vita, in cui nulla  è dato di stringere davvero e dove tutto sfugge nell'impermanenza, si possa cogliere una “beata speranza” al di là del tempo e delle cose.
Perché, come dice Dante con tre versi fulminanti

Fede è sustanza di cose sperate
e argomento de le non parventi
e questa pare a me sua quiditate.

P.S: Vorrei dire a Emilio che il vero credente non è per niente fondamentalista. E' un uomo dei dubbi. Per questo si parla di " beata speranza", non di incontrovertibile certezza....



8 commenti:

  1. Caro Paolo risponderti dottamamente (si può dire)è arduo.
    Ti ho letto e ho letto Galimberti, con interesse,dopocena sarà mia premura commentarti .
    Ciao,fulvio

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    1. Grazie Fulvio. Ti leggerò con gran piacere.

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    2. Mi piace la tua critica, filosofia e scienza non so, ma fede e scienza potrebbero forse essere convergenti parallele.
      Penso che il discorso della fede debba necessariamente prescindere da una dimostrazione razionale, è un salto che va al di là di tutto lo spiegabile, e beato chi riesce a farlo autenticamente.
      Sennò non sarebbe fede ma un teorema come un altro.

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    3. mi ritrovo in qst commento di redcats, parola x parola.
      un saluto carissimo : )

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    4. Non c'è contraddizione tra fede e scienza, non fanno lo stesso mestiere. La ragione non può dimostrare che Dio esiste ma nemmeno che Dio non esiste. Quello che dobbiamo ricercare è la non contraddizione tra Dio e noi e ciò che esiste in questo Universo. Mi ci provo al prossimo post. Rivendico però la superiorità dei problemi esistenziali sui problemi scientifici. E dunque anche la superiorità della ricerca delle soluzioni.

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    5. Ciao Smile! Allora siamo già due a riconoscersi!

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  2. d'acchitto appoggerei la affermazione n. 1 di Galimberti.. ma è troppo tardi e soprattutto non ho studiato filosofia (e me ne rammarico). tendo al vivere e soprattutto lasciar vivere (quelli che non prevaricano), qui altrimenti mi ribello..
    Buonanotte Paolo (se passi da me sappi che c'è un'altra punzecchiata contro il virgulto premier, non lo faccio apposta, è proprio più forte di me..;)

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    1. Ciao Giovanotta. Hai visto " cento chiodi " di Olmi? Meglio un caffè con un amico che cento libri di scienza e di filosofia....
      ( Il pargolo va come una bomba. Credimi, è una persona seria e della miglior sinistra che c'è, quella del Vangelo! )

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