Difendiamoci dai filosofi!
Umberto
Galimberti è un intellettuale, filosofo e professore di grande spessore e di formidabili
pubblicazioni. Ne trovate la biografia su Wikipedia.
Chapeau.
Però
tiene anche una rubrica di lettere e risposte su D, il
settimanale di Repubblica dedicato alle donne. Che ci faccia nel frou
frou di D non l'ho capito, ma è lì.
Nel
numero del 15 Marzo risponde al ragazzo Emilio Billio che chiede a
Galimberti di spiegare di nuovo la sua posizione sul tema della
trascendenza, posizione che, parole di Emilio “ non era
né quella fondamentalista del credente o dell'ateo né quella
apatica dell'agnostico”.
E
Galimberti spiega. Spiega per due colonne scritte fitte fitte, ma
insomma la risposta è articolata in tre punti:
1-L'uomo
si è inventato gli dei e Dio perché ne ha giovamento di fronte alla
durezza della vita e al terrore della morte.
2-Questa
invenzione ha aiutato moltissimo la sopravvivenza della specie umana
e la formazione di una etica condivisa e allora bene così.
3-”Se
avessimo la capacità di distinguere i problemi razionali che la
filosofia e la scienza, con modalità differenti,sanno comunque
risolvere da sé , dai problemi esistenziali (…..)non ci sarebbero
dispute tra ragione e fede, né inutili tentativi di trovare una
conciliazione tra le procedure della ragione e le credenze a cui
aderisce la fede”
I
primi due punti espongono la teoria che tutti i razionalisti avanzano
da sempre per spiegare Dio nella storia degli uomini.
Il
terzo punto, che sostiene una capacità della scienza e della
filosofia di distinguere tra problemi razionali e problemi
esistenziali, è sbagliato.
Non
esiste nessun sostenibile parallelismo, neanche richiamando le
modalità differenti, tra scienza e filosofia. La filosofia,
anzi le filosofie , sono
creazioni della mente dei filosofi, proprio come le sinfonie di
Mozart o i quadri di Van Gogh. La prova è che nel tempo le
filosofie si sono sommate,
e ora ne abbiamo di ogni tipo e gusto, mentre la scienza si è
evoluta, rifiutando
tutto quello che poteva essere falsificato sperimentalmente e
inglobando ogni teoria vera nelle teorie successive.
La
filosofia, anzi, le filosofie, sono
fedi personali o di scuola. Non hanno niente di razionale , al punto
che sono riconoscibili dal filosofo che le ha inventate, proprio come
si riconosce la musica di Mozart o di Vivaldi.
Non
è così per le teorie scientifiche.
Una
seconda affermazione di Galimberti è che il primo e il secondo
punto sono anche dimostrati dal fatto che : man mano che la
scienza e la tecnica hanno ridotto, almeno in Occidente, la
precarietà dell'esistenza e l'ineluttabilità del dolore, la fede in
Dio ha trovato sempre meno seguaci.
La
superficialità di questa affermazione è avvilente.
La
fede in Dio, in questo Occidente pieno di analgesici ma anche di
falsi valori, di ingiustizie, di guerre e odi razziali, diminuisce
perché si è andata affermando quella parte dell'uomo che è
abominio e ferocia. Altro che riduzione della precarietà
dell'esistenza per le tecniche operatorie molto migliorate
nell'ultimo secolo o per i magnifici Ipod!
Vorrei
dire a Emilio e a tutti i giovani come lui che non è vero che la
fede escluda la scienza o viceversa. Lasciamo questa visione così
limitata ai filosofi impantanati nelle procedure della ragione,
come le chiama Galimberti.
Sono
procedure che portano alla disperazione del non senso, o al massima
ad una atarassia, ma un poco beota.
Teniamoci
la convinzione che in questa vita, in cui nulla è dato di
stringere davvero e dove tutto sfugge nell'impermanenza, si possa
cogliere una “beata speranza” al di là del tempo e delle cose.
Perché,
come dice Dante con tre versi fulminanti
Fede
è sustanza di cose sperate
e
argomento de le non parventi
e
questa pare a me sua quiditate.
P.S: Vorrei dire a Emilio che il vero credente non è per niente fondamentalista. E' un uomo dei dubbi. Per questo si parla di " beata speranza", non di incontrovertibile certezza....
P.S: Vorrei dire a Emilio che il vero credente non è per niente fondamentalista. E' un uomo dei dubbi. Per questo si parla di " beata speranza", non di incontrovertibile certezza....
Caro Paolo risponderti dottamamente (si può dire)è arduo.
RispondiEliminaTi ho letto e ho letto Galimberti, con interesse,dopocena sarà mia premura commentarti .
Ciao,fulvio
Grazie Fulvio. Ti leggerò con gran piacere.
EliminaMi piace la tua critica, filosofia e scienza non so, ma fede e scienza potrebbero forse essere convergenti parallele.
EliminaPenso che il discorso della fede debba necessariamente prescindere da una dimostrazione razionale, è un salto che va al di là di tutto lo spiegabile, e beato chi riesce a farlo autenticamente.
Sennò non sarebbe fede ma un teorema come un altro.
mi ritrovo in qst commento di redcats, parola x parola.
Eliminaun saluto carissimo : )
Non c'è contraddizione tra fede e scienza, non fanno lo stesso mestiere. La ragione non può dimostrare che Dio esiste ma nemmeno che Dio non esiste. Quello che dobbiamo ricercare è la non contraddizione tra Dio e noi e ciò che esiste in questo Universo. Mi ci provo al prossimo post. Rivendico però la superiorità dei problemi esistenziali sui problemi scientifici. E dunque anche la superiorità della ricerca delle soluzioni.
EliminaCiao Smile! Allora siamo già due a riconoscersi!
Eliminad'acchitto appoggerei la affermazione n. 1 di Galimberti.. ma è troppo tardi e soprattutto non ho studiato filosofia (e me ne rammarico). tendo al vivere e soprattutto lasciar vivere (quelli che non prevaricano), qui altrimenti mi ribello..
RispondiEliminaBuonanotte Paolo (se passi da me sappi che c'è un'altra punzecchiata contro il virgulto premier, non lo faccio apposta, è proprio più forte di me..;)
Ciao Giovanotta. Hai visto " cento chiodi " di Olmi? Meglio un caffè con un amico che cento libri di scienza e di filosofia....
Elimina( Il pargolo va come una bomba. Credimi, è una persona seria e della miglior sinistra che c'è, quella del Vangelo! )