giovedì 12 aprile 2012

Una ordinaria Pasquetta di paura.

Brrr...brrr...

Non è solo il freddo, che pure c'è e capita a gasolio finito, col Falterona innevato...
No, non è solo il freddo.
M'è venuto il sospetto che non ci spieghino la vera situazione economica per non farci spaventare troppo. Insomma, se ci sono arrivato io, possibile che fior di economisti, Monti, Draghi...

La mia tesi è che la crisi non dipenda dalle banche, dai mercati,  dal diavolo che li porti.
Dipende dal fatto che è finita un'epoca.


 Ora, oggi, quello che sapevamo fare solo noi lo fanno benissimo anche altrove, e a un terzo del costo. 
Così, tutte la manufatterìa italiana chiude; quella che non chiude va a produrre altrove. Il settore secondario svanisce. è svanito.
 Resta il settore primario, cioè l'agricoltura. In Italia, coltura e cultura sono state per decenni disdegnate, angariate,  derise. Annaspano da sempre e ora che servirebbero...

Poi c'è il settore terziario, il terziario avanzato quasi quaternario...insomma i servizi.
Ma servizi a chi?


Dovremmo reinventarci.
Ma ci vuole scuola buonissima e università sopraffine, ricerca, classe politica coi controfiocchi, cultura diffusa e popolare.
Ne vedete, voi?
Poi naturalmente legislazioni semplici , giustizia rapida e funzionante.
Senso dello Stato e della comunità.
Forti sentimenti nazionali.
Lotta senza quartiere alla delinqueza e alla corruzione.

Madonna che freddo che fa...

5 commenti:

  1. Anche per me non la raccontano giusta, fino in fondo, sulla reale portata della crisi. Ma come te avverto un certo freddo, ghiaccio se mi guardo in giro.

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  2. Grande! vado cercando riflessioni che non siano solo mugugni o solo proclami..
    Concordo con tutto quello che hai scritto, l'agricoltura, la ricerca, ecc. tranne una cosa e cioè per me la crisi dipende "anche" dai mercati e dalle banche.. strozzini e speculatori arricchiti sul sudore di altri, inclusi quelli della tua foto
    ma o i Cinesi si romperanno prima o poi di vivere e mangiare in fabbrica e inizieranno a chiedere salari più alti e a quel punto ci saranno nuovi movimenti.. o noi smettiamo di foraggiare banche, petrolieri, agenzie e costruttori immobiliari e gli stilisti che fanno trend e smettiamo di essere schiavi dei nuovi modelli di telefonini e Ipod, Ipad,ecc. e torniamo ad essere umani, ci facciamo l'orticello sul balcone, usiamo l'autobus la bici e le gambe, altrimenti ci incaprettiamo sempre di più
    Ci sarebbe molto da discutere, torno a trovarti, ciao!
    sì brrr..:) qui hanno acceso di nuovo i riscaldamenti, ma bastava mettersi una maglia in più.. per dire

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    1. Sì, m'è mancato un "anche". E' una fase così profondamente infame che è distorto anche l'ordinario schema del mercato libero che trasforma il mondo in meglio. La via alla vita sostenibile presuppone un salto di qualità mentale e culturale IMMANE. Sto parlando delle masse, perchè io e te possiamo anche ritrovarci felici in una casina in campagna, con solo la radio e l'orticello. Così però non si fa la rivoluzione, si fa la comunità e naturalmente ben vengano queste magnifiche esperienze.
      Grazie, sempre beneaccetta...

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  3. più che reinventarci, dovremmo investire su ciò che ci ha sempre contraddistinto: enogastronomia di alta qualità, creatività, tessile d'eccellenza, arte e storia fruibili sempre ed a prezzi adeguati ad un'offerta qualificata.
    dovremmo diventare "il prodotto di nicchia" del mondo!
    non c'è speranza nella rincorsa ai costi bassi: ci sarà sempre qualche disperato pronto a vendersi per la sopravvivenza.

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    1. Totalmente d'accordo. Ma è un'impresa ciclopica, perchè occorre il salto di qualità dalla sagra commemorativa all'evento, dal salame casareccio alla produzione di alte quantità a qualità immutata. Insomma, tutti dovremmo fare un balzo nella cultura alta, ognuno la sua.

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