domenica 28 aprile 2013


Ite, Missa est.

Stamani sono andato alla Messa a Santa Maria a Vezzano. A Messa ci vado poco. Mi respinge una liturgia assurda e trovarmi sconosciuto tra altri sconosciuti che non si guardano nemmeno.  Io vorrei fare il matto, complimentarmi coi chierichetti e abbracciare il prete, perché siamo tutti battezzati e miracolati dalla luce del Cristo, che se ne sta lì, dietro il lumino rosso. Ma mi piglierebbero per matto e così me ne sto paralizzato in piedi, a sedere, in piedi, Pater, Credo...Scambiatevi un segno di pace? Ma non s'era mica in guerra!

Finisce che  rimango a casa e in Chiesa ci vado di soppiatto quando non c'è nessuno. Ma stamani dovevo saldare il debito di libera offerta per funerale di Liliana e poi la preghiera e benedizione  al momento della muratura del piccolo loculo. Insomma, don Soave ( che più che soave è un marcantonio polacco alto due metri pieno di premura e di buone parole, un prete di campagna ) era stato gentile e alla mia richiesta se c'erano tariffe m'aveva detto che no, non c'erano tariffe ma a S.Maria un po' di soldi avrebbero fatto comodo .

Così sono entrato in questa chiesetta antica dove s'è sposato mio figlio Marco, battezzata mia nipota Filomena e benedetta la mia vecchia ragazza nella sua bara di legno chiaro. Non è, capite, una chiesa qualunque.
E dentro c'era il popolo di Dio tutto intero, con un ciucciatore addormentato in braccio a babbo, due fratellini di due e cinque anni che strascicavano l'orrendo attrezzo per la questua, mezza bisaccia e mezzo cinto ernario, reggendosi a vicenda.
E poi il coro di fanciulline bravissime e intonatissime con accompagno di chitarra manovrata da un occhialuto giovanotto sorridente. E il mio vecchio amico Emilio, contadino da sempre che mi vangava l'orto e che a ottant'anni lo trovate nel campo con la zappa in mano.
Una dolce atmosfera, una luce d'eterno con l'eco di infinite messe all'indietro verso le radici del tempo, tutte uguali con gli stessi bimbi, le stesse giovanotte, i vecchi e le vecchie e l'amore reciproco.  Qui sì  lo senti scorrere come acqua di polla.
E anche l'anziano Cappuccino sorrideva, mentre s'avvitortolava nel sermone finché non ha detto di amarsi l'un l'altro perché questo chiede Gesù e questo conta. .
Il Maestro era chiaramente presente e l'intera Assemblea se n'è andata ad accoglierlo, meno me che mi ero ingozzato poco prima di brioscia e cappuccino.

Mi sono lasciato andare, ho bevuto a lunghi sorsi, mi sono rinfrescato dall'arsura.
Questa è la vera Chiesa del Rabbi di Nazaret, quello morto in croce ma poi risorto. La stessa di Antiochia, di Tessalonica, di Corinto, di Roma e poi lungo i secoli in avanti, piano piano in ogni luogo del mondo.
E oggi rallegrata da Papa Francesco...



10 commenti:

  1. anche io trovo lontana la liturgia e il mondo clericale, preferisco visitare le chiese quando sono piacevolmente deserte e lasciar correre i pensieri osservando una fievole candela ondeggiare...
    smile : )

    RispondiElimina
  2. Anch'io preferisco entrare in chiesa quando non c'è nessuno, non amo molto i rituali, confesso.Posso dirti, caro Paolo, che hai scritto un post bellissimo? mi commuove, è dolcissimo.Ti abbraccio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Riyueren, detto da te il complimento si ornamenta di ghirlande e stelline....( sono in realtà un vecchio vanitoso e queste sono le mie penne di pavone...)

      Elimina
  3. Grazie Paolo per queste parole confortanti e calde di verità.

    ti abbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Blue, l'abbraccio è affettuosamente corrisposto, grazie.

      Elimina
  4. I ministri della chiesa come quelli della politica, con i loro rituali spesso sono lontani dal loro popolo( stavo per scrivere pubblico)
    Ma questi attimi di luce e poesia sono come tu dici, dissetanti e pacificatori!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, è vero, c'è il rischio dello spettacolino della Domenica.
      Ma non a Santa Maria a Vezzano!

      Elimina
  5. Anche io preferisco entrare in chiesa quando non c'è nessuno, ma credo ancora di più che si può pregare in ogni luogo, in mezzo alla natura, non c'è un luogo specifico. Il luogo sta nel nostro cuore...

    Buona serata
    Vilma

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' vero, cara Vilma. Però il ritrovarsi insieme conta e anche condividere la fede. Conta! Del resto il Rabbi ( Rabbunì, come lo chiama la Maddalena appena risorto: Maestrone) ha detto: fate ( insieme ...) questo in memoria di me.

      Elimina