giovedì 19 luglio 2012


Hospital.

La mia vecchia ragazza ha, come di dice in Toscana, " perso il capo". L'impatto con la demenza è stato devastante. Era già un'invalida totale per certi suoi problemi respiratori che la tengono legata alla cannella dell'ossigeno. Ma facevamo fronte tutti insieme; gli avevamo costruito intorno un intreccio di protocolli e consuetudini, così che saltava da uno all'altro senza sofferenza e anzi con un piglio quasi allegro.

La conobbi a diciannove anni, pensate un po', nel 1956 sulla spiaggia di Cinquale, sotto le Apuane.  Il primo amore e non avevo difese contro i suoi grandi occhi verdi, i minuscoli denti dal sorriso schivo.
Così ci sono rimasto insieme cinquantasei anni, quarantanove di matrimonio, due figli e tre o quattro case.  Una brava moglie.

Anche ora, che vive nei mondi che volta volta si costruisce, mi chiama e mi chiama: Paolo, Paolo, Paolo! Eh, non è facile, no, non è facile per niente. 

Sabato è cascata dal letto . Non si è fatta niente ma ha smesso di respirare; tirava su aria a strappi, gridando Pa, Pa! Ho chiamata invano la guardia medica e poi il 118. Si sono spaventati, aveva i colori della morte in volto, ma li ho rassicurati: è una forza della natura...
Il giorno dopo strillava come un'aquila gettando nella più cupa disperazione tutto il reparto; Paolo, Marco, Martha, Annalisa!

Ieri mi ha guardato sospettosamente e mi ha detto: ma non eri morto? t'ho visto nella bara!
Gli ho detto che non ero proprio morto morto, piuttosto come uno svenimento.
S'è calmata , l'ho imboccata. Ha mangiato tutta la sua pasta alla amatriciana, frullata, e tutto il suo purè. Non gli ho dato il tacchino, frullato, perché pareva sabbia bagnata.

Spero me la rimandino a casa; gli badiamo noi e poi ho la Martha, che è una puffetta peruviana  impagabile e amorosissima.

Così va quest'ultima parte del cammino, dove si contano i morti e per ognuno un ricordo. Si piangerebbe volentieri ma naturalmente non lo fa nessuno. I vecchi piangono alle sfilate e al cinema. A casa no, si fa fronte. 
Dopo c inque anni di questa strada,  la morte ci fa un baffo.

10 commenti:

  1. Sei davvero speciale Paolo. Questa è una pagina di dolore e di malinconia, ma tu tra le righe hai fatto scorrere tanta e tanta tenerezza. Vorrei essere lì vicino a te ed abbracciarti. Si, Abbracciarti forte.
    Domani mattina sarò anch’io in ospedale. Il Musone (mio marito) dovrà subire uno dei tanti interventi ai quali ha dovuto sottoporsi da due anni a questa parte, ormai ho perso il conto. Sono già angosciata, ma devo fingere di essere serena per tenerlo tranquillo. Dai, passerà anche questa.
    Domani, ricordati di dare un bacetto da parte mia alla tua ragazza.
    Buona notte Paolo.
    (Grazie per le parole che hai lasciato da me. Mi sono commossa.)
    Cristina

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    1. Grazie a te cara Cristina. E auguri al Musone; che per ogni intervento abbia una piccola gioia.

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  2. Beh, per dieci anni sì, un grande amore. Per altri venti una consorteria familiare bella compatta, muovere le chiappe, a tutto c'è rimedio ecc.ecc. Poi i bambini si sposano e fanno bambini; dieci anni di nonnità, mettendoci ognuno i suoi talenti. E sono quaranta. Poi si invecchia, ci si ammala, comincia questa faticata finale. Come potrei non esserci, se mi cerca?

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  3. una dichiarazione d'amore che dura da cinquantaseianni...
    è questa la forza della vita e così la famiglia fa fronte...e si continua il cammino senza pensare al traguardo...

    Buona domenica Paolo
    ti abbraccio insieme alla ragazza dagli occhi verdi

    Sil

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  4. Grazie Sil, contraccambio l'abbraccio e buona domenica anche a te; cari amici, siate contenti di quanto avete, che è tanto...

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  5. sei un amore di persona, davvero tanto... che la vita... si hai capito, lo so...
    e mi scuso se mi sono permessa di commentare quetso tuo personalissimo ritaglio di vita.

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  6. Cara amica, sottovaluti il conforto che ti porta una parola, un cenno. E' buffo, ma c'è più comunanza in questo giro di blog che in tanti amici che ti chiedono distrattamente " e tua moglie, come sta?" Grazie o gentile tvandtv ( che mi pare, non so perché, il nome di un treno, tipo tegevé, invece è ( divertente ) tv ( and tv...)

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  7. Ecco, a mia discolpa per l'assenza potrei dirti che ho trascorso un lungo periodo lontana da me stessa, pur restando sempre nel mio blog.Ora vengo da te, e non ci voglio essere "di passaggio", per cui mi sto leggendo un po' tutta la home (alla faccia della montagna di roba che sta sul tavolo e che devo stirare).Dopo aver letto il tuo ultimo post sono andata a ritroso...non sapevo...Quali parole potrei lasciarti, se non quelle di un abbraccio? E non posso dirti quello che mi hai dato con questo tuo post...ma ti dico grazie, Paolo.Io, dovrei essere io a darti, a dirti...e invece sei tu, quello che dice ...e che dà.Grazie.

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  8. Mi fai un grandissimo complimento; ne sono proprio contento. Tu fotografa cieli, mi raccomando. Il tuo blog ha un'altissima densità di bellezza....

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