mercoledì 27 marzo 2013



E' morto don Rossi, il prete ricciolino.

Credo che nessuno più di don Rossi, giunto in Cielo, abbia tirato il sospiro di sollievo di chi arriva finalmente in cima alla salita.
Aveva tredici anni più di me, e io lo conobbi da don Bensi, giusto intorno al 1960, quando era come nella foto. Aveva quel sorriso lì e quei capelli lì; era una specie di piccolo motore atomico di iniziative, racconti e risate, tutto in fiorentino stretto e tutto fiorentinamente guardingo, con gli occhi attenti a controllare che non si perdesse, nelle risate, il fine.

Non sapevo fosse stato cappellano anche a Vicchio. Se ne andò presto in Brasile e non lo vidi più.
Che stagione fu quella, per la Chiesa fiorentina.
Intorno a Don Bensi, che era "i babbo",  Nicola Pistelli, Lorenzo Milani, Renzo Rossi, Vittorio Lampronti  mio compagno di classe, la Fioretta Mazzei.
E  le grandi menti David Maria Turoldo, padre Balducci, Giorgio La Pira.

Ce ne fosse un'altra ora, col Papa novo come l'olio buono. Eh, ce ne fosse un'altra di quella stagione, con la fede e il sorriso di allora...

6 commenti:

  1. Risposte
    1. Cara Blue, è vero che alla fine noi siamo i motori della speranza.Però in giro vedo sempre più disperazione. E allora, che si fa?

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  2. E si speriamo proprio...
    Un carissimo augurio di Buona Pasqua e Buone Uova!!!!
    ti abbraccio forte, Smile

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    1. Buona Pasqua o dolce e smile Pie, con abbracci e pacche sulle spalle.
      Ho sempre pensato che se una Resurrezione fosse disegnabile bene come una Crocifissione, il cristianesimo storico sarebbe stato diverso, più allegro...

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